Presentazione dell’indagine “Gli insegnanti italiani: come cambia il modo di fare scuola”
L’Associazione Culturale Mediterraneo (Corso Cavour, 221) organizza per giovedì 9 dicembre alle ore 17 al CAMeC di piazza Battisti un incontro con Alessandro Cavalli, sociologo, già docente all’Università di Pavia, che presenterà il libro, da lui curato insieme a Gianluca Argentin, “Gli insegnanti italiani: come cambia il modo di fare scuola”. Si tratta della terza indagine sulle condizioni di vita e di lavoro nella scuola italiana, svolta dall’Istituto Iard con il sostegno del Ministero della Pubblica Istruzione. La ricerca si è proposta di approfondire i cambiamenti che hanno contrassegnato le opinioni e le pratiche didattiche dei docenti delle scuole primarie e secondarie nell’ultimo decennio. Basata sull’analisi di un ampio campione di interviste, l’indagine presenta un ricco insieme di informazioni sulle modalità di funzionamento della scuola italiana oggi e, soprattutto, sui vissuti degli insegnanti. Che appaiono stressati ma non pentiti. Orgogliosi e appagati da un mestiere malpagato e incompreso, più di otto su dieci lo sceglierebbero di nuovo. Gli insegnanti italiani resistono sulla tolda della cattedra, al timone di una scuola in affanno, alla guida di ciurme turbolente, ma tutto sommato ottimisti, convinti che la loro microsocietà sia meno scalcinata di come i media la dipingono. E forse lo è, vista la sincerità con cui, alle domande dello Iard, ammettono anche limiti, incertezze e malumori.
Per aderire e per informazioni sulle attività dell’Associazione Culturale Mediterraneo telefonare al numero 345 6124287 o scrivere all’indirizzo email spmediterraneo@gmail.com o visitare il sito www.associazioneculturalemediterraneo.com
L’Associazione Culturale Mediterraneo ha promosso la presentazione della terza indagine IARD sulle condizioni di vita e di lavoro degli insegnanti italiani, svolta con il sostegno del Ministero della Pubblica Istruzione. Era presente il coordinatore della ricerca Alessandro Cavalli, sociologo, già docente all’Università di Pavia.
Gli insegnanti, ha spiegato Cavalli, “sentono la loro professione in declino”: per la modestia delle retribuzioni, l’assenza di prospettive di carriera, la generale carenza di risorse destinata alla scuola, la percezione di una caduta del prestigio sociale del loro lavoro. A questa “visione pessimistica del presente e del futuro” si accompagna però “un grado piuttosto elevato di soddisfazione della scelta professionale effettuata”: 8 su 10, infatti, rifarebbero la stessa scelta.
La categoria, ha affermato il sociologo, è “molto differenziata al suo interno”: dato che “i filtri di reclutamento non hanno sempre funzionato a dovere”, esiste “una quota minoritaria, attorno al 10%, di insegnanti inadeguati”. Ma anche, ha aggiunto, “una quota di insegnanti di eccellenza, attorno al 30%, su cui si regge la scuola”. Costoro sono il vero patrimonio in capitale umano della scuola italiana: ecco perché “ogni politica volta a migliorarne il funzionamento deve necessariamente passare dalla valorizzazione del loro contributo”. La priorità, ha concluso Cavalli, “è mettere a punto un dispositivo di valutazione che consenta di identificarli in modo rigoroso per poter poi dar loro più riconoscimento, anche economico, e responsabilità, cioè una funzione trainante nei confronti dei colleghi”.
Per aderire e per avere informazioni sulle attività dell’Associazione Culturale Mediterraneo telefonare al numero 345 6124287 o scrivere all’indirizzo spemediterraneo@gmail.com o visitare il sito www.associazioneculturalemediterraneo.com
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Iniziativa del 9 dicembre con Alessandro Cavalli
L’Associazione Culturale Mediterraneo ha promosso la presentazione della terza indagine IARD sulle condizioni di vita e di lavoro degli insegnanti italiani, svolta con il sostegno del Ministero della Pubblica Istruzione. Era presente il coordinatore della ricerca Alessandro Cavalli, sociologo, già docente all’Università di Pavia.
Gli insegnanti, ha spiegato Cavalli, “sentono la loro professione in declino”: per la modestia delle retribuzioni, l’assenza di prospettive di carriera, la generale carenza di risorse destinata alla scuola, la percezione di una caduta del prestigio sociale del loro lavoro. A questa “visione pessimistica del presente e del futuro” si accompagna però “un grado piuttosto elevato di soddisfazione della scelta professionale effettuata”: 8 su 10, infatti, rifarebbero la stessa scelta.
La categoria, ha affermato il sociologo, è“molto differenziata al suo interno”: dato che “i filtri di reclutamento non hanno sempre funzionato a dovere”, esiste “una quota minoritaria, attorno al 10%, di insegnanti inadeguati”. Ma anche, ha aggiunto, “una quota di insegnanti di eccellenza, attorno al 30%, su cui si regge la scuola”. Costorosono il vero patrimonio in capitale umanodella scuola italiana: ecco perché “ogni politica volta a migliorarne il funzionamento deve necessariamente passaredalla valorizzazione del loro contributo”. La priorità, ha concluso Cavalli, “è mettere a punto un dispositivo di valutazione che consenta di identificarli in modo rigoroso per poter poi dar loro più riconoscimento, anche economico, e responsabilità, cioè una funzione trainante nei confronti dei colleghi”.
Per aderire e per avere informazioni sulle attività dell’Associazione Culturale Mediterraneo telefonare al numero 345 6124287 o scrivere all’indirizzo spemediterraneo@gmail.com o visitare il sito www.associazioneculturalemediterraneo.com
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