L’etica dei cittadini
L’ETICA DEI CITTADINI
JOLE GARUTI, DELL’ASSOCIAZIONE SULLE REGOLE,
INCONTRA GLI STUDENTI SPEZZINI
Lunedì 15 dicembre alle 10,30 in sala Dante Jole Garuti, docente dell’Associazione Sulleregole, esperta di educazione alla legalità e membro del Comitato nazionale dei Garanti di Libera, incontrerà gli studenti spezzini sul tema “L’etica dei cittadini”. L’iniziativa è della Consulta Studentesca Provinciale e dell’Associazione Culturale Mediterraneo, in collaborazione con l’Associazione Sulleregole, presieduta dall’ex magistrato Gherardo Colombo. I principi della Costituzione sul tema della cittadinanza; la corruzione come problema fondamentale dell’Italia di oggi, più delle mafie, perché la forza delle mafie sta fuori dalle mafie (la cosiddetta “zona grigia”); i diritti e i doveri dei cittadini; l’importanza della partecipazione; gli esempi positivi di legalità, come la confisca e l’utilizzo sociale dei beni confiscati ai mafiosi, le denunce dei cittadini, la cittadinanza attiva. Saranno questi i temi del confronto, per poter rispondere positivamente alla domanda fondamentale: “La legalità conviene?”.
Un grande applauso dei 150 studenti presenti in sala Dante ha concluso la proiezione del video contenente il bellissimo “Discorso sulla Costituzione” di Piero Calamandrei agli studenti, tenuto nel 1955. Il richiamo alla Costituzione è stato l’asse portante dell’intervento di Jole Garuti, docente dell’Associazione Sulleregole, all’incontro sul tema “L’etica dei cittadini”, organizzato dall’Associazione Culturale Mediterraneo e dalla Consulta Studentesca Provinciale. “Deve vincere il noi al posto dell’io”, ha detto la Garuti citando don Ciotti, dopo le introduzioni di Giorgio Pagano, presidente di Mediterraneo, e di Hussem Dalhoumi, presidente della Consulta. “Essere cittadini significa essere attori e non spettatori, consapevoli di avere diritti e doveri”, ha detto la Garuti, che ha aggiunto: “Bisogna sconfiggere il modello secondo cui nella vita conta solo avere più denaro e più potere, obiettivi da raggiungere con la furbizia e la prepotenza, la mafia è pronta a sfruttare i ragazzi vittime di questo modello”. Il modo giusto di comportarsi “ce lo indica la prima parte della Costituzione, così poco applicata: non è la Costituzione che va cambiata, dobbiamo cambiare noi, la società”. La Garuti ha concluso indicando la via della partecipazione, dell’impegno collettivo per il bene comune, intesi anche come modi “per ottenere la felicità”. E ha citato alcuni esempi positivi, leggendo brani o frasi del giudice Antonino Caponnetto, della giovanissima testimone di giustizia Rita Atria e di due partigiani i cui testi sono presenti nelle “Lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana”
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