Impediamo la scomparsa dell’Università spezzina
Città della Spezia – 2 Maggio 2013 – Le decisioni del Consiglio della Scuola Politecnica di Genova sono molto gravi: comporteranno, se non corrette alla radice, la scomparsa dell’Università spezzina, oltre che della Facoltà di Ingegneria navale, i cui corsi si tengono a Genova.
Per molti mesi si è lavorato ad una soluzione del tutto diversa. Si intravvedeva una via d’uscita dalla situazione di difficoltà del Polo spezzino: perdute Informatica e Ingegneria meccatronica, esso si sarebbe definitivamente consolidato con il trasferimento da Genova del biennio di Ingegneria navale. In questo modo il Polo, che già ospita il triennio e il biennio di Ingegneria nautica e il biennio di Design nautico, avrebbe avuto tutte le carte in regola per diventare quel “Politecnico delle scienze e tecnologie marittime” che è da tempo nella strategia della città. E che, integrandosi con la Marina Militare, l’industria nautica e navale, il porto commerciale e turistico e il Distretto delle tecnologie marine, avrebbe caratterizzato sempre più Spezia come “capitale marittima del Mediterraneo”. Nello stesso tempo questa soluzione avrebbe salvato la Facoltà di Ingegneria navale, grazie ai laboratori della Marina, ai fondi Fas della Regione destinati a Spezia e all’impegno del Distretto per supplire alla carenza dei docenti: senza questo apporto il suo declino sarebbe inevitabile. E il danno sarebbe per tutto il Paese, perché senza la ricerca scientifica e tecnologica l’industria navale italiana sarebbe sopraffatta dalla concorrenza estera.
Perché a Genova si sono rimangiati tutto? Ufficialmente la ragione è questa: c’è un decreto ministeriale che prevede che, per ogni corso e per ogni anno, debbano esserci quattro docenti; essendo i docenti insufficienti, è necessario accorpare i bienni di Ingegneria navale e nautica Ovviamente a Genova: Spezia perderebbe il biennio di Ingegneria nautica, il nostro triennio di nautica a quel punto non avrebbe più senso, l’Università spezzina sparirebbe. E tutta l’ingegneria marittima italiana subirebbe un colpo durissimo.
Il decreto, esecutivo da gennaio, è noto da più tempo ancora: come mai a Genova se ne accorgono solo ora, dopo aver firmato il memorandum d’intesa con il Ministro Profumo “per la costituzione del Polo universitario marittimo della Spezia”? I dubbi su pressioni politiche restano tutti. E’ bene, dunque, che la Regione dica con chiarezza che cosa pensa. E che il nuovo Ministro Carrozza sia pienamente coinvolto, prima di prendere decisioni definitive. La città deve muoversi compatta in questa battaglia molto importante per il suo futuro, e avere al suo fianco anche la Marina. Se la politica è assunzione di responsabilità e azione intelligente per cambiare il corso delle cose, mai come ora ce ne è bisogno.
Giorgio Pagano
Presidente dell’Associazione Culturale Mediterraneo
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