Presentazione di “Rivoluzioni violate. Primavera laica, voto islamista”
PRESENTAZIONE di “RIVOLUZIONI VIOLATE. PRIMAVERA LAICA, VOTO ISLAMISTA”
di GIULIANA SGRENA
giornalista e scrittrice
COMITATO DIALOGHI DI PACE IN MEDIO ORIENTE
COORDINAMENTO FREEDOM FLOTILLA LA SPEZIA E MASSA CARRARA
Venerdì 6 giugno, ore 17
Urban Center, via Carpenino
Il Comitato Dialoghi di Pace in Medio Oriente, di cui fanno parte il Comune della Spezia, l’Arci, L’Associazione Culturale Mediterraneo, la Caritas e il Gruppo Azione nonviolenta, e il Coordinamento Freedom Flotilla La Spezia e Massa Carrara organizzano, venerdì 6 giugno alle ore 17 nell’Urban Center di via Carpenino, la presentazione del libro di Giuliana Sgrena “Rivoluzioni violate. Primavera laica, voto islamista”. All’iniziativa collabora anche l’associazione Januaforum.
Le donne sono state le protagoniste indiscusse della Primavera araba. Con il loro attivismo e le loro rivendicazioni di diritti, dignità e parità di genere hanno segnato la modernità di quelle rivoluzioni. Ora, però, rischiano di diventare le prime vittime della controffensiva islamista.
Dopo la caduta delle dittature -laiche- e con l’avvio del processo democratico in Medio Oriente, i partiti di stampo religioso sono stati “legalizzati”. Questa apertura ha permesso loro di fare proseliti, di instaurare un clima oscurantista e misogino, e infine di vincere le elezioni, anche grazie ai petrodollari del Golfo, all’appoggio di Al Jazeera, allo spazio nelle moschee, al richiamo all’identità collettiva, fatta coincidere con l’appartenenza all’Islam. Tuttavia, i Fratelli Musulmani e gli altri gruppi religiosi non hanno retto alla prova del potere: sull’onda della protesta popolare sono stati estromessi con un golpe in Egitto e costretti a dimettersi in Tunisia. Mentre in Siria e in Iraq si consuma uno scontro epocale tra sciiti e sunniti, con conseguenze potenzialmente disastrose.
“Rivoluzioni violate” è un’analisi accurata e un racconto appassionato della complessa fase di controrivoluzione nei Paesi arabi. Giuliana Sgrena, giornalista inviata da numerosi teatri di guerra e autrice di numerosi libri, indaga le ragioni alla base dell’ascesa islamista e raccoglie le voci delle donne che intendono opporsi a una deriva teocratica che limiterebbe drasticamente le loro libertà. Perché la rivoluzione necessita di tempi lunghi, e in Medio Oriente è ancora presto per dichiarare estinta la speranza nel cambiamento.
La presentazione del libro di Giuliana Sgrena “Rivoluzioni violate. Primavera laica, voto islamista”, a cura del Comitato Dialoghi di Pace in Medio Oriente e del Coordinamento Freedom Flotilla La Spezia-Massa Carrara, è stata l’occasione per una discussione sullo stato delle “primavere” ( o “inverni”, come è stato detto) nei Paesi del Nord Africa, e anche per un confronto su “cosa possiamo fare noi”, cioè su come la società civile ligure e spezzina può sostenere chi si impegna per la dignità, la libertà e la democrazia, la giustizia sociale in quei Paesi.
Non sono state rivolte nate improvvisamente, dal nulla, ha spiegato la Sgrena, ma “sono state precedute da anni di lotte sindacali e di frustrazioni, che hanno ricevuto da gesti clamorosi come quello del giovane Bouazizi, che si è immolato a Sidi Bouazid in Tunisia, la spinta per l’insurrezione”. Le rivendicazioni economiche e sociali si sono subito trasformate in richieste politiche: dignità, libertà e democrazia, giustizia sociale. “La modernità delle rivoluzioni -ha proseguito Giuliana Sgrena- è consistita non tanto nell’uso dei social network quanto nelle rivendicazioni delle donne”. Il limite dei movimenti “è stato l’assenza di un leader e soprattutto di un’organizzazione, che ha permesso agli islamisti di approfittare dell’insurrezione per essere legittimati in nome della democrazia e vincere le elezioni”. Le forze rivoluzionarie si sono infatti scontrate con una parte di società, più organizzata e coesa, che si opponeva a trasformazioni progressiste e mirava alla costruzione di uno stato teocratico, utilizzando a fini politici una religiosità diffusa, che permea queste società, come era già avvenuto in altri Paesi, fallendo in Algeria e trionfando in Iran. In Egitto e Tunisia, ha sostenuto la Sgrena, gli islamisti, più che a governare, hanno pensato a porre le basi per una reislamizzazione della società. Ma egiziani e tunisini si sono “ribellati a governi inetti, seguendo vie diverse: l’intervento militare in Egitto, il dialogo in Tunisia”. I militari “non sono un’alternativa agli islamisti, perché per loro natura non possono essere una garanzia per la democrazia”. La strada rivoluzionaria più coerente, anche se non priva di ostacoli, è indicata dalla Tunisia.
E proprio alla Tunisia ha fatto riferimento nel suo intervento introduttivo Giorgio Pagano, che ha parlato a nome degli organizzatori e anche di Januaforum, l’associazione che ha promosso la “Rete ligure per la promozione di relazioni e partnerships internazionali”, costituitasi nei giorni scorsi con il sostegno della Regione Liguria. “La società civile ligure -ha proposto Pagano- attraverso la Rete dovrebbe scegliere un Paese del Nord Africa su cui concentrare l’impegno, che potrebbe essere la Tunisia: abbiamo sindacati, imprese, Ong, associazioni in grado di fare partenariati, coniugando ‘dono’ e ‘investimento’, con le realtà analoghe della società civile tunisina, dando una sponda adeguata ai fermenti sociali e civili vivissimi in quel Paese”. “La società civile tunisina è molto ricca, ha convenuto la Sgrena, e le possibilità di partenariato con la Liguria sono immense”.
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Rassegna stampa – iniziativa SGRENA
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