Presentazione di “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi, Venerdì 22 novembre ore 17 al Palazzo Ducale di Massa
14 Novembre 2024 – 21:22

Presentazione di
“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi
Venerdì 22 novembre ore 17 al Palazzo Ducale di Massa
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Il libro di Dino Grassi “Io …

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Marcia delle Donne e degli Uomini scalzi, 11 Settembre 2015

a cura di in data 9 Settembre 2015 – 16:17

11 SETTEMBRE ORE 18 alla Spezia, in PIAZZA RAMIRO GINOCCHIO( davanti
al Museo Lia )partirà LA MARCIA DELLE DONNE E DEGLI UOMINI SCALZI

Percorreremo scalzi poche centinaia di metri, lungo la via Prione fino a raggiungere il mare, al molo Italia. L’iniziativa è nata a Venezia per opera di personalità del mondo dello spettacolo, della cultura e del giornalismo nei giorni in cui, dopo le stragi nel Mediterraneo, abbiamo visto le incredibili scene di profughi in fuga da guerra, fame e miseria, marchiati sulle braccia dalla polizia, respinti alle stazioni ferroviarie, in cammino scalzi sull’autostrada per raggiungere l’Austria e quindi la Germania. Con questo semplice gesto collettivo – marciare insieme scalzi – vogliamo esprimere lo sdegno per le indicibili sofferenze inflitte ai profughi e dire con forza da che parte stiamo: con loro E’ arrivato il momento di decidere da che parte stare. E’ vero che non ci sono soluzioni semplici e che ogni cosa in questo mondo è sempre più complessa. Ma per affrontare i cambiamenti epocali della storia è necessario avere una posizione, sapere quali sono le priorità per poter prendere delle scelte.

Noi stiamo dalla parte delle donne e degli uomini scalzi. Di chi ha bisogno di mettere il proprio corpo in pericolo per poter sperare di vivere o di sopravvivere. E’ difficile poterlo capire se non hai mai dovuto viverlo. Ma la migrazione assoluta richiede esattamente questo: spogliarsi completamente della propria identità per poter sperare di trovarne un’altra. Abbandonare tutto, mettere il proprio corpo e quello dei tuoi figli dentro ad una barca, ad un tir, ad un tunnel e sperare che arrivi integro al di là, in un ignoto che ti respinge, ma di cui tu hai bisogno. Sono questi gli uomini scalzi del 21°secolo e noi stiamo con loro.

Le loro ragioni possono essere coperte da decine di infamie, paure, minacce, ma è incivile e disumano non ascoltarle. La Marcia delle donne e degli uomini Scalzi parte da queste ragioni e inizia un lungo cammino di civiltà.

E’ l’inizio di un percorso di cambiamento che chiede a tutti gli uomini e le donne del mondo globale di capire che n on è in alcun modo accettabile fermare e respingere c hi è vittima di ingiustizie militari, religiose o economiche che siano. Non è pensabile fermare chi scappa dalle ingiustizie, al contrario aiutarli significa lottare contro quelle ingiustizie. Dare asilo a chi scappa dalle guerre, significa ripudiare la guerra e costruire la pace. Dare rifugio a chi scappa dalle discriminazioni religiose, etniche o di genere, significa lottare per i diritti e le libertà di tutte e tutti. Dare accoglienza a chi fugge dalla povertà, significa non accettare le sempre crescenti disuguaglianze economiche e promuovere una maggiore redistribuzione delle ricchezze.

Venerdì 11 settembre lanciamo da Venezia la Marcia delle Donne e degli Uomini Scalzi.
In centinaia cammineremo scalzi fino al cuore della Mostra Internazionale di Arte Cinematografica. Ma invitiamo tutti ad organizzarne in altre città d’Italia e d’Europa. Per chiedere con forza i primi quattro necessari cambiamenti delle politiche migratorie europee e globali:
1. certezza di corridoi umanitari sicuri per vittime di guerre, catastrofi e dittature
2. accoglienza degna e rispettosa per tutti
3. chiusura e smantellamento di tutti i luoghi di concentrazione e detenzione dei migranti
4. creare un vero sistema unico di asilo in Europa superando il regolamento di Dublino

Perché la storia appartenga alle donne e agli uomini scalzi e al nostro camminare insieme.

Primi firmatari
Lucia Annunziata Don Vinicio Albanesi Gianfranco Bettin Marco Bellocchio Don Albino Bizzotto Elio Germano Gad Lerner Giulio Marcon Valerio Mastrandrea Grazia Naletto Giusi Nicolini Marco Paolini Costanza Quatriglio Norma Rangeri Roberto Saviano Andrea Segre Toni Servillo Sergio Staino Jasmine Trinca Daniele Vicari Don Armando Zappolini


Crescono di ora in ora le adesioni alla Marcia delle donne e degli uomini scalzi, organizzata dal Comitato delle donne e degli uomini scalzi – La Spezia. Hanno aderito: Acli, Arci, Anpi Sezione Centro, Associazione Culturale Mediterraneo, Associazione Possibile, Associazione Saharawi Laboratorio di pace, Caritas Diocesana, Chiesa Metodista, Cgil, Cisl, Emergency, Gruppo Azione Nonviolenta, Legambiente, Libera, Marsia onlus, Partito della Rifondazione Comunista, Sel, Se non ora quando. L’appuntamento è per venerdì 11 settembre alle ore 18 in piazza Ramiro Ginocchio: la Marcia, attraverso via Prione, raggiungerà il Molo Italia.

Cresce anche il numero delle manifestazioni in Italia: al momento sono 74.

“Ci ha spinto un’urgenza politica ed etica di fronte alla strage di centinaia di migranti in mare -affermano gli organizzatori-, all’inazione dell’Italia e dell’Europa e ai muri e ai fili spinati che si ergono nel nostro continente per impedire a migliaia di profughi di trovare asilo e protezione nei nostri Paesi. La risposta è stata straordinaria. Sotto l’onda dell’emozione dei morti e della marcia dei profughi siriani sull’autostrada ungherese, qualcosa nel frattempo si è mosso. La Germania ha costretto gli altri Paesi all’apertura delle frontiere e ha accolto i profughi siriani, si è dato vita a un (limitato) piano di accoglienza europeo, si va nella direzione di una politica unitaria in materia di asilo. Ma ci sono molti ma: la Danimarca blocca treni e autostrade, l’Ungheria prosegue nella costruzione del muro, e persino Jean Claude Juncker è costretto ad ammettere che ‘manca l’Europa e manca l’Unione’. Tutti motivi per metterci in marcia a piedi scalzi e per non fermarci nemmeno dopo. Aiutiamoli a casa nostra o, meglio, aiutiamoci tutti insieme su questa terra, che è di tutti”.

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