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Presentazione di
“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi
Venerdì 22 novembre ore 17 al Palazzo Ducale di Massa
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Iniziativa del 29/01/2010 con Margherita Paolini

a cura di in data 14 Gennaio 2010 – 18:30

Tematica trattata: Le nuove frontiere degli scambi nel Mediterraneo

Solo il Mediterraneo salverà le città marittime italiane. Ma occorre che il Mediterraneo non disperda la sua acquisita centralità nel mondo, oggi messa a dura prova dalla crisi. Così come occorre che le nostre città riprendano, nel Mediterraneo, la loro centralità. É questo il tema che verrà discusso venerdì 29 gennaio (ore 16, Centro Allende) nell’incontro “Le nuove frontiere degli scambi nel Mediterraneo”, promosso dall’Associazione Culturale Mediterraneo (Corso Cavour 221).

Molti e qualificati i relatori: Margherita Paolini, coordinatrice scientifica della rivista di geopolitica Limes, che ha recentemente dedicato un suo numero speciale al tema (“Il mare nostro è degli altri”); i presidenti delle Autorità Portuali di Savona, La Spezia, Levante, Genova e Livorno, Rino Canavese, Lorenzo Forcieri, Francesco Mariani, Luigi Merlo e Roberto Piccini; rappresentanti delle imprese terminalistiche come Ignazio Messina, amministratore delegato della Ignazio Messina S.p.A. e Marco Simonetti, amministratore delegato di La Spezia Container Terminal.

Negli ultimi anni il Mediterraneo è cresciuto di importanza, grazie soprattutto agli aumenti dei traffici provenienti dall’Estremo Oriente. Ma il primato assoluto è rimasto ai porti del Nord Europa, che sono svantaggiati geograficamente ma più efficienti. Oggi, con la crisi economica mondiale che ha provocato un crollo del commercio mondiale, si avvertono riflessi negativi su tutti i flussi di merci, anche nel Mediterraneo. Il porto spezzino e quello genovese, per esempio, hanno chiuso il 2009 con circa il 10-15% di container in meno. Nell’ambito di una crisi generale c’è una crisi particolare della portualità italiana, che sta frenando rispetto ad altre portualità mediterranee, quella spagnola ma anche quelle della sponda nord dell’Africa. L’incontro al Centro Allende di interrogherà sugli obbiettivi per recuperare progettualità e competitività della portualità italiana, nell’ambito di una strategia tesa a mantenere e a sviluppare il ruolo conquistato dal Mediterraneo nel mondo.

La portualità italiana attraversa una fase deprimente e negativa, manca una sede nazionale di discussione sulle riforme da fare, i governi hanno fatto ben poco per rendere efficiente il sistema: si può sintetizzare così il pensiero che ha accomunato i protagonisti dell’incontro “Le nuove frontiere degli scambi nel Mediterraneo”, organizzato al Centro Allende, presente la comunità portuale spezzina ma anche molti non addetti ai lavori, dall’Associazione Culturale Mediterraneo (Corso Cavour 221). All’iniziativa, introdotta dal presidente di Mediterraneo Giorgio Pagano, hanno partecipato Margherita Paolini, coordinatrice scientifica della rivista Limes, i presidenti delle Autorità Portuali della Spezia, di Genova e del Levante Lorenzo Forcieri, Luigi Merlo e Francesco Mariani e i rappresentanti delle imprese terminalistiche Ignazio Messina e Marco Simonetti.
“I porti del Mediterraneo non potranno mai essere competitivi con i porti del Nord Europa”, ha detto Simonetti. Ma vanno resi più efficienti, hanno convenuto tutti: servono investimenti, infrastrutture di collegamento con l’Europa, ferrovie che funzionino, procedure doganali semplificate. Così come serve quell’autonomia finanziaria dei singoli porti così tenacemente avversata dal ministro Tremonti. E, ha aggiunto Mariani, “la flessibilità”, perché “un porto non significa solo container, ma anche merci e persone”.
Oltre al Nord Europa, l’altro punto di riferimento della portualità italiana è rappresentato dal Nord Africa e dal crescente ruolo dei porti di quell’area, un processo “che non possiamo non valutare positivamente”, ha detto Forcieri, “nel nome dell’unità del Mediterraneo”. “L’importanza del mercato intramediterraneo non va trascurata”, ha aggiunto Margherita Paolini. E Merlo ha sostenuto che “dobbiamo costruire relazioni produttive con questo mondo”, e che a tal fine serve “un sistema integrato dei porti italiani, una loro strategia comune”. Questa strategia, secondo il presidente dell’Autorità Portuale di Genova, deve portare alla consapevolezza che “i porti italiani di transhipment (da nave  a nave) come Gioia Tauro, Cagliari e Taranto non hanno futuro rispetto al sistema nordafricano” e che è meglio “investire risorse negli altri principali porti italiani”. Tesi contrastata da Simonetti, secondo cui i porti di transhipment del nostro sud vanno semmai “aiutati a competere”. Insomma, un dibattito di grande interesse, tant’è che la Paolini ha annunciato la stesura di un numero speciale di Limes dedicato proprio alle tematiche affrontate nel dibattito spezzino.
Per informazioni sugli appuntamenti e per aderire all’Associazione Culturale Mediterraneo telefonare a 345 6124287 oppure scrivere all’indirizzo e-mail spmediterraneo@gmail.com o visitare il sito www.associazioneculturalemediterraneo.com

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Iniziativa del 29/01/2010 con Margherita Paolini

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