“La donna nel mondo islamico. Tra riscatto e sottomissione” incontro con Francesca Caferri, Giovedì 13 Ottobre ore 17 Urban Center
“LA DONNA NEL MONDO ISLAMICO. TRA RISCATTO E SOTTOMISSIONE”
Incontro con FRANCESCA CAFERRI
Giovedì 13 ottobre ore 17 Urban Center
L’Associazione Culturale Mediterraneo prosegue le iniziative del progetto “Mediterraneo diviso. Prove di dialogo”. Il prossimo incontro si terrà giovedì 13 ottobre alle ore 17 all’Urban Center, sul tema “La donna nel mondo islamico. Tra riscatto e sottomissione”. Protagonista sarà Francesca Caferri, giornalista di “Repubblica” da sempre attenta a questi temi, che ci guiderà in un viaggio nel mondo musulmano visto attraverso gli occhi femminili.
La Caferri, nel suo libro “Il paradiso ai piedi delle donne” cita lo studioso egiziano Abu Zyad, che ha avuto tanti fastidi per avere trovato nel Corano elementi in favore della parità dei diritti uomo-donna. Ma presta anzitutto attenzione alla “rivoluzione” delle femministe islamiche. Alcune animatrici di questa rivoluzione, in realtà una scuola di pensiero divisa in tante correnti, rifiutano il termine femministe, mentre altre rifiutano di essere definite islamiche. Per motivi opposti, entrambe ritengono inconciliabili le due espressioni. Ma in generale sostengono che Islam e parità dei diritti non sono in contraddizione. E che una corretta interpretazione dei testi religiosi, non più di impronta maschile, possa legittimare la coabitazione. Si tratta in realtà di far convivere Islam e democrazia. Uno dei grandi problemi posti dalle Primavere arabe che le femministe islamiche possono aiutare a risolvere.
Seguire i passi delle donne nel mondo islamico è fondamentale, sostiene Giorgio Pagano, Presidente dell’Associazione: “Perché se la sfida sui diritti femminili è ancora aperta in molti paesi, in nessun luogo è importante come nel mondo musulmano: è dall’esito di questo braccio di ferro ‘tra riscatto e sottomissione’ che si capirà chi vincerà lo scontro fra conservatori e riformisti”. E quali scenari futuri si apriranno per questa regione del mondo così densa di contraddizioni e così importante per il destino di tutti noi.
Del progetto “Mediterraneo diviso. Prove di dialogo” fa parte anche la mostra fotografica “Paesaggi e luoghi della civiltà mediterranea”, allestita agli Archivi Multimediali “Sergio Fregoso”, che sarà visitabile fino a sabato 15 ottobre. Per ogni informazione sul progetto e sul cartellone autunnale dell’Associazione si può visitare il sito www.associazioneculturalemediterraneo.com
Francesca Caferri, giornalista di Repubblica, è stata la protagonista dei due incontri organizzati dall’Associazione Culturale Mediterraneo, il primo nella Biblioteca del Liceo Costa, il secondo all’Urban Center, sul tema “La donna nel mondo islamico. Tra riscatto e sottomissione”. Al secondo incontro era presente anche una delegazione della comunità islamica spezzina.
La donna ha un ruolo fondamentale nei Paesi musulmani, ha detto la Caferri, perché “se si apre alla donna vuol dire che la società tutta si apre”: la questione della parità uomo-donna è “la cartina di tornasole per capire come evolve lo scontro tra conservatori e riformisti nel mondo islamico”. Il cambiamento in corso è epocale: le donne arabe fanno meno figli, sono più scolarizzate e lavorano di più che in passato. Sono questi i fattori “che hanno portato le donne a essere protagoniste delle Primavere arabe”. Ora, ha continuato la Caferri, “è in corso un arretramento, hanno vinto i fondamentalisti o i rais”, ma le Primavere arabe “non possono essere giudicate dopo solo cinque anni”: la spinta delle donne non si è esaurita, e così la battaglia all’interno dell’Islam per rendere compatibili Islam e democrazia.
Su questa analisi ha convenuto il Presidente di Mediterraneo Giorgio Pagano: “Il destino dell’Islam -ha detto- è tutto da ridisegnare: non c’è incompatibilità con la democrazia, ma si tratterà non di una democrazia ‘europea’, importata dall’esterno, ma di una democrazia islamica, che contrasti il califfato e riconosca la parità uomo-donna”. “Molto dipende dagli islamici -ha continuato Pagano- ma molto dipende anche da noi: l’Occidente deve avere un grande respiro strategico”. Il fondamentalismo, ha concluso, “si combatte non contrapponendogli un altro fondamentalismo ma con il dialogo”.
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