Giorgio Pagano presenta il libro “Sao Tomé e Principe – Diario do centro do mundo” a Viareggio – Villa Paolina, Mercoledì 5 luglio ore 18
Giorgio Pagano presenta il libro
“Sao Tomé e Principe – Diario do centro do mundo”
Viareggio
Villa Paolina
Mercoledì 5 luglio ore 18
Mercoledì 5 luglio alle ore 18 a Viareggio, a Villa Paolina (via Machiavelli, 2), Giorgio Pagano presenterà il suo libro “Sao Tomé e Principe – Diario do centro do mundo”. Interverranno Alfiero Ciampolini, portavoce del Forum delle Attività Internazionali della Toscana, e Gabriele Tomei, assessore alla cooperazione internazionale del Comune di Viareggio; sarà presente l’autore.
L’iniziativa è organizzata dal Comune di Viareggio e dal Forum per la cooperazione internazionale della Provincia di Lucca.
Il libro è già stato presentato alla Spezia, Sarzana, Lerici, Firenze, Genova, Milano, Lucca, Pontremoli, Roma, Savona, Fivizzano e sarà presentato nelle prossime settimane a Levanto, Sesta Godano, Monterosso, Sestri Levante, Chiavari e Verona.
L’autore è Presidente dell’Associazione Funzionari senza Frontiere, molto attiva in Toscana. Il modello di cooperazione sperimentato a Sao Tomé e Principe tra 2015 e 2016 e teorizzato nel libro ha radici nell’esperienza e nell’elaborazione della cooperazione toscana, da tempo tesa a superare l’assistenzialismo e a dare centralità al ruolo dei territori e degli Enti locali.
“La mia esperienza a Sao Tomé e Principe -spiega Pagano- è l’esempio di una visione della cooperazione che non si riduce agli aiuti ma tende a far sì che le persone non siano assistite ma autonome, capaci di battersi per autogovernare le proprie vite, per e con gli altri; e che tende a costruire e a potenziare le strutture istituzionali, economiche e civili decentrate, che sono decisive perché le persone possano realizzarsi”. Nel libro è centrale inoltre la riflessione sul modello di sviluppo africano. Secondo l’autore “il rapporto tra cooperazione internazionale e internazionalizzazione delle imprese è decisivo, ma c’è bisogno di imprese straniere non predatrici ma responsabili sul piano sociale e ambientale, rispettose dell’identità dei luoghi… la progettualità che abbiamo messo in campo a Sao Tomé e Principe stimola l’arrivo di imprese di questo tipo, nella pesca come nell’agricoltura o nel turismo”. Le imprese straniere devono collaborare con le imprese locali, perché “l’innovazione va portata dal di fuori ma al tempo stesso va fatta nascere dal di dentro, supportando le persone nei cambiamenti e suscitando la loro creatività”.
Il libro, edito dalle Edizioni Cinque Terre, contiene il Diario dell’esperienza di Pagano a Sao Tomé e Principe, il saggio introduttivo “La ‘nostra’ Africa” e i capitoli “Dalla cooperazione tra Comuni al partenariato tra comunità”, “Italia Mediterraneo Africa” e “L’esempio”. Il libro, che ospita la Prefazione del professor Gian Paolo Calchi Novati e un contributo di Mario Giro, Viceministro agli Affari Esteri, è inoltre un reportage fotografico sulle “isole al centro del mondo”, con 115 immagini.
“Non possiamo concepire il Mediterraneo come un fossato a protezione della fortezza Europa. L’Italia alza la voce in Europa, ma lo fa sulla pelle di migliaia di persone, minacciando di impedire l’approdo ai porti italiani alle navi che non battono bandiera italiana, puntando chiaramente il dito contro quelle impegnate nelle operazioni di salvataggio. Quelli delle Ong sono vascelli di solidarietà, senza se e senza ma. Allontanarli dalle coste libiche, ostacolare in tutti i modi i loro interventi, non può che portare ad appesantire il già tragico bilancio dell’ecatombe nel Mediterraneo: 2100 i morti dall’inizio del 2017”. Così Giorgio Pagano, nel corso della presentazione del suo libro “Sao Tomé e Principe – Diario do centro do mundo” a Viareggio, ha commentato le più recenti prese di posizione del Governo italiano in materia di migrazioni. “Non si può scaricare il problema sull’altro lato del Mediterraneo -ha continuato- perché il governo libico non è neppure in grado di controllare la capitale e detiene i migranti in condizioni disumane.”
Finanziare e addestrare i guardiacoste libici -come hanno segnalato negli ultimi giorni sia l’Onu che Human Right Watch e Amnesty International, oltre alle Ong che si occupano dei salvataggi in mare- è una decisione sbagliata perché -ha spiegato Pagano- la Guardia costiera libica “è rinomata per i metodi violenti con cui tratta i migranti e anche per le collusioni con i contrabbandieri di esseri umani”.
Ciò che serve, ha sostenuto il presidente delle associazioni Mediterraneo e Funzionari senza Frontiere, è una “operazione umanitaria multinazionale sotto il controllo dell’Italia”, una sorta di missione Mare Nostrum allargata e finanziata direttamente dalla Commissione europea. E poi occorre, ha aggiunto, “la riforma della legislazione europea, a partire dalla sospensione del regolamento di Dublino che obbliga i migranti a fermarsi nello stato di primo approdo, Italia, Spagna e Grecia: ma questo il ministro Minniti non lo chiede.”
Pagano ha così concluso: “‘Aiutiamoli a casa loro’ è un’esortazione ragionevole: ma la cooperazione con i Paesi africani deve basarsi su partnership fondate sulla parità e la reciprocità, deve smetterla di depredare le risorse africane e non deve trasformarsi in aiuti ai regimi perché rinchiudano in campi di concentramento chi è costretto a fuggire dalle guerre, dalla fame e dai cambiamenti climatici”.
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