Presentazione di “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi, Venerdì 22 novembre ore 17 al Palazzo Ducale di Massa
14 Novembre 2024 – 21:22

Presentazione di
“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi
Venerdì 22 novembre ore 17 al Palazzo Ducale di Massa
Massa, Palazzo Ducale – Sala della Resistenza
Il libro di Dino Grassi “Io …

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Franco Cardini a Sarzana e alla Spezia – Giovedì 2 marzo ore 21 Sarzana Sala della Repubblica Venerdì 3 marzo ore 9 La Spezia Auditorium Istituto Superiore Fossati

a cura di in data 24 Febbraio 2017 – 21:31
Invito 2 marzo

Invito 2 marzo

FRANCO CARDINI A SARZANA E ALLA SPEZIA
Giovedì 2 marzo ore 21 Sarzana Sala della Repubblica
Venerdì 3 marzo ore 9 La Spezia Auditorium Istituto Superiore Fossati:
causa di un sopraggiunto impegno del professor Cardini, l’iniziativa all’Istituto Superiore Fossati, prevista inizialmente per le ore 11, è stata anticipata alle ore 9, mentre è stata annullata l’iniziativa prevista alle ore 17 al CAMeC

Franco Cardini, professore emerito di Storia medievale nell’Istituto Italiano di Scienze Umane, Directeur de Recherches nell’Ecole en Sciences Sociales di Parigi e Fellow della Harvard University, è l’ospite delle prossime iniziative dell’Associazione Culturale Mediterraneo.

Giovedì 2 marzo alle ore 21, nella Sala della Repubblica, lo storico presenterà il suo libro “Samarcanda”, dedicato alla città uzbeka. Samarcanda è una parola che sembra condensare in sé tutto il fascino dell’Oriente, città simbolo della via della seta e dei suoi fasti perduti. Tutti la conoscono, tutti ne sono ammaliati, anche senza averla mai vista. Eppure, solo per pochi questo nome così evocativo corrisponde a precise nozioni storiche o geografiche. La città, cuore di quell’Asia centrale rimasta al di fuori dalla narrazione dei media anche dopo il naufragio dell’Urss di cui era parte, è la protagonista di un volume che ha il pregio di narrare in modo godibile la sua straordinaria storia, in un racconto che intreccia memorie storiche, letterarie e politiche. E’ un viaggio che parte dall’epoca antica –“Samarcanda è prossima all’estrema tra le Alessandrie fondate dal re macedone”- per arrivare al grande Tamerlano, “uno dei più terribili protagonisti delle vicende millenarie del genere umano”, che la scelse come sua capitale reinventandola, e dove ancor oggi si trova il suo mausoleo. Una stagione, quella dell’impero del conquistatore turco-mongolo, che portò Samarcanda per una breve quanto fulgida stagione a essere al centro di uno sterminato impero, se non addirittura del mondo. E poi il “Grande gioco”, quando la Russia zarista e la Corona britannica -fra spie, complotti e politiche coloniali- si contendevano il dominio sull’Asia centrale; fino all’epoca sovietica che l’ha inscritta, nel quadro delle nuove nazioni voluto da Stalin, all’interno della Repubblica socialista dell’Uzbekistan, mettendo da parte -in modo forse irreparabile- la componente culturale persiana fino ad allora egemone a scapito di quella turca. E giù fino a un presente carico di sfide, dove il fondamentalismo islamico si confronta -riuscendone al momento sconfitto- con la vecchia nomenclatura sovietica simboleggiata dal Presidente Islam Karimov, morto lo scorso anno. Unendo le conoscenze dello storico alla passione del viaggiatore, l’autore offre in questo volume un affresco personale, a tratti intimo, di questa città antica e insieme nuovissima.


Invito 3 marzo

Invito 3 marzo

Venerdì 3 marzo alle ore 9, nell’Auditorium dell’Istituto Superiore Fossati, Cardini presenterà i libri “Europa e Islam” e “Il Califfato e l’Europa”. I due volumi, scritti a vent’anni di distanza, si soffermano su un rapporto che ha una genesi lontana e complessa e si sviluppa attraverso mille anni di alterne vicende, di pace e massacri, di scambi commerciali e alleanze. L’ottica dell’autore è tesa a fornire dati storici oggettivi che non intendono esprimere giudizi di merito né nei confronti dell’uno né dell’altro “contendente”. In definitiva l’interrogativo da porsi è: ma davvero l’Europa -ma anche l’Occidente in senso lato- è in guerra con l’Islam? Siamo davvero allo scontro di civiltà? E soprattutto davvero l’Occidente è la sola realtà che incarna i valori di democrazia, libertà e tolleranza nei quali continuiamo a riconoscerci? In realtà l’attenta lettura degli eventi storici confuta queste affermazioni e riconduce molto spesso i conflitti più che a uno scontro di civiltà ai più biechi interessi economici e di potere. Troppo spesso l’Occidente tende a considerare l’Islam come una realtà monolitica, trascurando invece la sua complessità e le numerose variabili che lo contraddistinguono. I musulmani nel mondo sono oltre un miliardo e mezzo e tra questi vi è di tutto, dal credente più scrupoloso e osservante, al credente distratto, ai mistici, ai fanatici. È con questa complessa realtà che dobbiamo confrontarci, analizzandola e imparando a conoscerla, rilevando le differenze identitarie, laddove sussistono, ed esaltando le similitudini, le affinità che pure vi sono. Un cammino lungo e faticoso, che di certo non potrà svolgersi in armonia se continuerà a essere costellato dalla superficialità di analisi che tendono alla generalizzazione e alla mistificazione, e dove l’odio e la violenza continueranno ad autoalimentarsi in una spirale senza fine.

Le due iniziative -che fanno parte del progetto “Mediterraneo diviso. Prove di dialogo”- si tengono in collaborazione con il Comune di Sarzana e con l’Istituto Superiore Fossati.



 

Franco Cardini, insigne storico e saggista, ha presentato a Sarzana, invitato dall’Associazione Culturale Mediterraneo, il suo ultimo libro “Samarcanda”, città simbolo della via della seta e dei suoi fasti perduti.

“Oggi Samarcanda conosce una crisi spirituale, come l’Occidente: per effetto della globalizzazione non è più lontanissima”, ha detto lo storico. L’Occidente, ha continuato, “è affascinato dall’Asia ma ha voluto conquistarla e dominarla… il mondo occidentale prova fascino e curiosità per l’altro, per il diverso, tuttavia il moto di conoscenza che l’Occidente prova per l’altro finisce per tradursi in conquista”. Questa, secondo Cardini, “è una grande contraddizione”: “Noi abbiamo inventato la tolleranza, l’orientalismo, l’esotismo, l’antropologia culturale, ma come nessun altro siamo andati con le armi in casa altrui per assoggettarli, perché avevamo bisogno della forza lavoro e delle materie prime”. “Siamo una cultura superiore”, si è chiesto lo storico? Questa la risposta: “Dal punto di vista delle realizzazioni economiche e militari probabilmente sì. Ma se io parlo con un mio collega indiano, lui mi farà notare quanto noi siamo legati alla trasformazione della materia, mentre loro guardano principalmente alla trasformazione dell’essere umano, a una cultura che elabora un pensiero spirituale. Noi occidentali, grazie alla nostra cultura, fatta anche di violenza e distruzione, oggi mangiamo e vestiamo meglio. Dobbiamo restituire tutto? No, ma almeno dobbiamo avere coscienza di questa condizione, e sapere che è inevitabile che gli altri vogliano le nostre stesse cose: bisogna trovare dei punti di incontro”.

Il libro, ha detto l’autore, “è un pretesto per riflettere sui grandi argomenti del nostro tempo”. Per esempio sul rapporto tra Islam e Occidente: “In fondo le crociate sono state pochi anni di guerra guerreggiata, si è sempre continuato a commerciare, a scambiare cultura. I conflitti sono stati e sono non di civiltà ma economici e di potere”. E poi non c’è un solo Islam: “l’Islam di Samarcanda è popolare, intimo, è quello del sufismo, e non ha nulla a che fare con il fondamentalismo”. Questa la conclusione: “I Sufi ce l’hanno fatta contro Marx e Lenin, contro l’utopia dell’Uomo Nuovo: ce la faranno contro i Mc Donald’s e contro i selfies, contro il miraggio del far soldi e dell’apparire? Questa è la sfida di oggi: e, nel mondo globalizzato, riguarda i ragazzi di Samarcanda esattamente come quelli di Roma e di Milano”.



 

Lo storico Franco Cardini, invitato dall’Associazione Culturale Mediterraneo, ha presentato nell’Auditorium dell’Istituto Superiore Fossati i suoi libri “Europa e Islam” e “Il Califfato e l’Europa”. La tesi di fondo dello storico è che “non si può parlare di scontro tra civiltà”. Le tre religioni monoteiste, ha detto Cardini, “hanno molti aspetti simili” e in particolare “cristianesimo e islamismo sono andati abbastanza d’accordo”: “ci sono state guerre, ma poi sono sempre seguite le paci”. Noi occidentali e i musulmani ci conosciamo da 13 secoli: “loro ci hanno insegnato la filosofia, la matematica, l’architettura, la medicina, l’astronomia, saperi che hanno ereditato da greci e latini”. Circa la critica di fanatismo all’islamismo, Cardini ha affermato: “Il Dio musulmano è un Dio d’amore… chi uccide in nome di Dio non ha nulla a che fare con il vero Islam… va certamente condannato, ma domandiamoci: è forse meglio uccidere in nome del petrolio?”. In realtà “quello che sta rovinando il mondo non è l’estremismo islamista, e nemmeno le guerre… queste sono conseguenze del problema principale, le diseguaglianze”.

La vera differenza tra Occidente e Islam è che “noi pensiamo in termini economici e tecnologici, siamo quelli dell’avere e del fare, del costruire”, mentre gli arabi “pensano di più alla poesia e alla religione”, così in Cina e in India, dove “pensano a migliorare se stessi, non solamente a far soldi”. Tra ‘400 e ‘500 gli europei “si sono impadroniti del mondo, mettendo al centro non la natura e Dio, ma l’essere umano, l’io”, mentre “le altre culture pensano per categorie comunitarie”. Il nostro mondo “sta vincendo, tant’è che scappano per venire da noi”: ma “non possiamo lamentarci per le migrazioni e poi fare i colonialisti”. La sintesi , il punto d’incontro tra Europa e Islam, tra Occidente e Oriente, è “il superamento di un mondo assolutamente squilibrato”. Questa la conclusione rivolta ai ragazzi: “Perché c’è l’ingiustizia? Come superarla? La risposta tocca a voi darla nel prossimo mezzo secolo”.


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