Presentazione di “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi, Venerdì 22 novembre ore 17 al Palazzo Ducale di Massa
14 Novembre 2024 – 21:22

Presentazione di
“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi
Venerdì 22 novembre ore 17 al Palazzo Ducale di Massa
Massa, Palazzo Ducale – Sala della Resistenza
Il libro di Dino Grassi “Io …

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Accendere i riflettori sulle relazioni internazionali della Liguria

a cura di in data 2 Luglio 2011 – 15:11

Sul Corriere Mercantile il capogruppo regionale del Pdl ha chiesto di dirottare i fondi della Regione per la cooperazione sulla prevenzione sanitaria. Non spetta a noi di Januaforum difendere nel merito l’operato della Regione, ma come cooperanti e persone impegnate nel settore vorremmo ragionare sul punto chiave. L’aiuto pubblico allo sviluppo riveste o no un ruolo fondamentale nel salvare la vita di milioni di persone? La risposta, inequivocabilmente, è sì, nonostante fallimenti ed errori. L’eliminazione della povertà e della fame è lontana dall’essere raggiunta, ma se qualcosa è cambiato è anche perché una parte del sistema di aiuti funziona. Certo, la questione di come spendere meglio le risorse è reale. La cooperazione deve avere il suo asse nelle istituzioni locali, che vanno create e rafforzate. Il decentramento amministrativo è decisivo: comporta più efficienza, buongoverno, partecipazione. E più efficacia negli aiuti: dove c’è l’autogoverno locale ci sono più acqua, più salute, più agricoltura biologica. Il ruolo delle Regioni e dei Comuni italiani è quello di sostenere questi processi: chi, meglio di loro, può farlo? Significa investire più risorse ancora, ma soprattutto investire nella cultura, nelle coscienze, nelle classi dirigenti e nella società civile. Una cooperazione fatta di “relazioni” oltre che di “aiuti”. Che porta un dono preziosissimo e nel contempo offre, da noi, convenienze economiche a chi fa investimenti sociali.
Il drammatico fenomeno delle migrazioni ci spinge a impegnarci di più, non di meno. I migranti che arrivano sono parte di un flusso strutturale: provengono dal cuore più profondo dell’Africa, e fuggono dai campi di lavoro libici per raggiungere la libertà. Il dato ligure lo dimostra: stiamo ospitando 228 migranti, che in stragrande maggioranza provengono dall’Africa subsahariana. Dobbiamo accogliere queste persone, ma anche aiutarle a vivere meglio dove sono nate e a non fuggire. I Paesi meno sviluppati sono 48, di cui 33 in Africa, che è l’indubbia priorità per la cooperazione: anche per la Liguria, il cui futuro è nel dialogo euromediterraneo e euroafricano. Ma va proseguito l’impegno in America Latina, dove opera storicamente una parte della cooperazione ligure.
Detto questo, sappiamo bene che l’esclusione ha oggi un carattere “ageografico”, che sempre di più nei Paesi ricchi troviamo il Sud e che nelle metropoli del Sud  del mondo c’è il Nord. Ma questo deve spingerci a un impegno sui due fronti, non a scegliere a discapito dell’uno o dell’altro. Il buongoverno regionale deve contrastare, nonostante i tagli, l’esclusione ovunque essa sia.
Sono temi di cui si discute poco: l’inerzia è ormai l’orizzonte con cui la classe dirigente regionale guarda alle relazioni internazionali. Bisogna “accendere i riflettori” sul tema e lavorare per una svolta: ecco perché è nato Januaforum, un forum ligure dei soggetti impegnati nella cooperazione e nelle partnerships internazionali. E’ un’“altra dimensione” che va riscoperta.

Giorgio Pagano
Portavoce di Januaforum

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