Presentazione di “Un mondo nuovo, una speranza appena nata. Gli anni Sessanta alla Spezia ed in provincia” di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello – Giovedì 19 dicembre 2024 ore 17 a Porto Venere – Ristorante La Marina Calata Doria
15 Dicembre 2024 – 19:29

Presentazione di
“Un mondo nuovo, una speranza appena nata. Gli anni Sessanta alla Spezia ed in provincia”
di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello
Giovedì 19 dicembre 2024 ore 17
Porto Venere – Ristorante La Marina Calata Doria
I due …

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Presentazione di “Donne ingannate. Il velo come religione, identità e libertà” di Giuliana Sgrena – Sarzana, Loggiato Gemmi, Venerdì 3 Marzo ore 17

a cura di in data 1 Marzo 2023 – 22:18

Invito

Presentazione di
Donne ingannate. Il velo come religione, identità e libertà
di Giuliana Sgrena
Sarzana – Loggiato Gemmi
Venerdì 3 Marzo ore 17

Venerdì 3 marzo alle ore 17 a Sarzana, al Loggiato Gemmi, si terrà, per iniziativa del Circolo Pertini e dell’Associazione Culturale Mediterraneo, la presentazione del libro di Giuliana SgrenaDonne ingannate. Il velo come religione, identità e libertà“. L’autrice sarà introdotta da Clara Natale del Circolo Pertini e da Franca Landi dell’Associazione Culturale Mediterraneo.

Ci sono donne che non sanno cosa significa sentire il vento tra i capelli. E sono costrette a coprire il volto con un doppio velo: uno fatto di tessuto e imposto da una tradizione religiosa fondamentalista; l’altro, metaforico, che racconta l’ipocrisia – culturale e ideologica – con cui le loro battaglie vengono frenate. È partendo dalla riflessione sul tema del velo, tra scelta e imposizione, che Giuliana Sgrena affronta uno dei nodi cruciali del contemporaneo: il rapporto tra libertà e religione. Lo fa attraverso la voce delle donne che ha incontrato durante i suoi reportage in Medio Oriente: ragazze e donne meno giovani, guerrigliere e prigioniere politiche, che raccontano qui la storia delle loro lotte, delle loro detenzioni e, in alcuni casi, delle violenze che hanno subito a causa dei loro desideri e della loro voglia di indipendenza. Sgrena ci conduce nell’Afghanistan dei taleban, nell’Iran di Khamenei, nel Maghreb delle rivoluzioni fallite…

Giuliana Sgrena, giornalista e scrittrice, storica inviata de “Il manifesto”, ha realizzato numerosi reportage dai teatri di guerra del Medio Oriente e dell’Africa, tra cui l’Iraq, l’Afghanistan, l’Algeria e la Somalia. Ha scritto, tra gli altri: La schiavitù del velo, voci di donne contro l’integralismo islamico; Kahina contro i califfi, islamismo e democrazia in Algeria; Alla scuola dei taleban; Il fronte Iraq, diario da una guerra permanente; Fuoco amico; Il prezzo del velo. La guerra dell’Islam contro le donne; Il ritorno. Dentro il nuovo Iraq; Rivoluzioni violate; Dio odia le donne e Manifesto per la verità.

IL COMMENTO DI FRANCA LANDI

Ho ascoltato con attenzione e anche con delle aspettative, direi deluse, Giuliana Sgrena che ha presentato il suo libro Donne ingannate, il velo come religione, identità e libertà, ieri sera a Sarzana.
Con tutto il rispetto per l’esperienza, la competenza ed anche la vicenda personale di Giuliana Sgrena, non credo sia accettabile condannare, in modo generalizzato e indiscriminato, l’uso del velo da parte delle donne musulmane, quasi in una prospettiva di demonizzazione e con la presunzione, da parte nostra, di donne occidentali, di fare opera di liberazione dal loro stato di asservimento alla tradizione culturale e religiosa a cui appartengono. Penso infatti che il cammino di emancipazione da sudditanze ed imposizioni, debba essere un’esperienza delle dirette interessate a cui assicurare sostegno e solidarietà, questo sì! Mi pare si possa dire altrettanto per quello che è stato il cammino di emancipazione femminile nella nostra società e che continua tutt’ora nel riconoscimento di un dignitoso protagonismo di ciascuna.
Proprio in relazione a questo, ritengo una prima regola di civile confronto, ascoltare le ragioni dell’altro con un diretto suo coinvolgimento, essendo il protagonista delle proprie scelte e, se quest’ultime risultano rispettose dei fondamentali diritti della persona, è importante riconoscere loro la dignità che meritano. Credo inoltre che non si possa combattere nessuna forma di “fondamentalismo” opponendovi altre forme di “fondamentalismo” o proposte di pensiero fortemente ideologiche. Questo danneggia il lavoro quotidiano di molti, nel combattere stereotipi e pregiudizi, il vero ostacolo nella costruzione di comunità accoglienti e rispettose delle differenze. Importante invece, sarebbe proporre occasioni di conoscenza reciproca e itinerari di amicizia e solidarietà comune, rispetto alle sfide del nostro mondo.
Il riconoscimento della dignità della persona non può essere disgiunto dalla sua libertà di coscienza e di pensiero e, nel rispetto dei diritti fondamentali, se vogliamo combattere le discriminazioni, è necessario iniziare con il riconoscere la dignità del pensiero e delle scelte altrui!!!
Ci sarebbe stato molto da replicare a quanto detto nell’incontro di ieri a Sarzana, in una sala affollata soprattutto di donne. Si è portato più volte il discorso sul confronto con la nostra realtà, mettendo in risalto il bisogno di laicità nel nostro paese, tema condiviso anche da me ma che richiede un approfondimento specifico. Credo però che, per affermare la giusta e auspicata laicità delle nostre Istituzioni democratiche, non sia vantaggioso stigmatizzare le religioni in quanto tali, né mortificare la dimensione religiosa di una comunità, proponendo modelli che azzerino qualsiasi riferimento a simboli o pratiche religiose. Trovo queste proposte altrettanto irrispettose rispetto alla centralità e all’unitarietà della persona che esprime, nella sua ricerca di senso, bisogni anche religiosi.
Del resto, nella dinamica del rapporto tra religioni e politica, concordo con quanto affermato da papa Francesco:
«Le religioni hanno una responsabilità decisiva nella convivenza tra i popoli, il loro dialogo tesse una trama pacifica, respinge le tentazioni di lacerare il tessuto civile e libera dalla strumentalizzazione delle differenze religiose a fini politici».

Ancora una volta ho avuto la conferma che tematiche di questa portata hanno necessità di studio, conoscenza scientifica e confronto aperto.
Gli slogan hanno invece poca utilità!

Franca Landi
La Spezia 04/03/2023

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