Caos in Medio Oriente: terrorismo e guerre, questione curda e questione palestinese
CAOS IN MEDIO ORIENTE: TERRORISMO E GUERRE, QUESTIONE CURDA E QUESTIONE PALESTINESE
Giovedì 17 dicembre
ore 17,00 auditorium Biblioteca Beghi
ore 21,30 Cinema Il Nuovo proiezione del film “Miral”
Il Comitato Dialoghi di Pace in Medio Oriente, costituito da Comune della Spezia, Arci, Associazione Culturale Mediterraneo, Caritas e Gruppo Azione Nonviolenta, ha organizzato, giovedì 17 dicembre alle 17 nell’auditorium della Biblioteca Beghi, l’incontro sul tema “Caos in Medio Oriente: terrorismo e guerre, questione curda e questione palestinese”. Interverranno Erdal Karabey, Presidente dell’Associazione Culturale Kurdistan Toscana, e Diego Siragusa, scrittore e saggista. L’incontro si propone di approfondire le cause del caos in Medio Oriente e i possibili rimedi. Il terrorismo, in parte provocato dagli interventi militari statunitensi in Medio Oriente, ci ha portati dentro la guerra. Ma la guerra ha radici che affondano anche nelle feroci rivalità tra Stati che aspirano all’egemonia nella regione: Iran, Arabia Saudita, Turchia, Egitto, Israele. In particolare Turchia e Arabia Saudita hanno spesso aiutato i terroristi dell’Isis. L’Isis si combatte, quindi, unendo le forze: Usa, Russia e Unione europea in primis, ma anche tutte le potenze regionali. Dicendo a turchi e sauditi che non è più tollerabile il doppio gioco. Ma anche a tutti noi occidentali che è intollerabile acquistare petrolio dai terroristi e vendere loro armi. In particolare, si uscirà dal caos dando una soluzione alla questione curda e a quella palestinese. La Turchia, che pure è membro della Nato, bombarda i curdi -che stanno combattendo non solo per loro ma anche per noi- non l’Isis. Israele continua a sviluppare la colonizzazione dei Territori occupati, portando alla radicalizzazione del conflitto e alla disperazione. Usa e Unione europea stanno facendo marcire questo problema, che per gli arabi ha un alto valore simbolico. C’è poi una battaglia culturale da fare in Occidente, contro coloro che vorrebbero sospingere l’Islam nelle catacombe: il nostro vero interesse è favorire la nascita di un Islam europeo, che ci affianchi nella lotta al terrorismo.
La giornata di riflessione sul Medio Oriente proseguirà alle ore 21,30 al Cinema Il Nuovo, dove verrà proiettato il film “Miral” del regista ebreo Julian Schnabel, tratto dal libro di Rula Jebreal “La strada dei fiori”. Il film è ambientato nel 1948, in una Gerusalemme consumata dalla guerra. Una donna, Hind Husseini, mentre si reca al lavoro incontra per la strada 55 bambini: sono degli orfani palestinesi che vagano senza meta. Incapace di voltar loro le spalle, Hind li porta a casa con sé, dove li sfama e offre loro rifugio. Nell’arco di alcuni mesi, il numero degli orfani aumenta sempre di più fino ad arrivare a 2000 bambini. Hind decide di trasformare la sua casa nell’istituto Al-Tifl Al-Arabi. In seguito l’istituto diventerà anche una scuola, simbolo di speranza per le ragazze vittime del conflitto israelo-palestinese.
Il Comitato Dialoghi di Pace in Medio Oriente ha organizzato un interessante confronto sul tema “Caos in Medio Oriente: terrorismo e guerre, questione curda e questione palestinese”. “E’ mancata del tutto agli Usa e all’Occidente una visione strategica, una capacità di comprendere le dinamiche reali di questa parte del mondo, e delle comunità islamiche in particolare”, ha esordito il Presidente dell’Associazione Culturale Mediterraneo Giorgio Pagano, facendo alcuni esempi: le guerre in Iraq e in Afghanistan, del tutto incapaci di radicare la democrazia in quei Paesi; la mancata nascita dello Stato palestinese, promessa non onorata da ben quattro presidenti americani; il mancato sostegno alle primavere arabe. In sostanza, ha sostenuto Pagano, “si è sempre incoraggiato il fondamentalismo religioso per dividere e indebolire il mondo arabo”. Diego Siragusa, scrittore e saggista, ha approfondito questa tesi, proiettando video di discorsi di uomini politici e militari americani ed europei, da Hillary Clinton al generale Wesley Clark, che hanno riconosciuto che “oggi combattiamo contro coloro che abbiamo creato noi” (Clinton) e che gli Usa “hanno pianificato di far fuori sette Paesi in cinque anni: Iraq, Siria, Libano, Somalia, Libia, Sudan e Iran” (Clark), con risultati disastrosi. Per Siragusa Obama è stato “succube di Israele e della sua pretesa di avere un’egemonia nella regione”, ed è per questo che “lo storico discorso del Cairo è stato del tutto abbandonato”. Pagano ha insistito sulla necessità di una “coalizione internazionale contro l’Isis”, che “corregga gli errori degli Usa e dell’Occidente”, “riconosca un ruolo alla Russia” e “realizzi un equilibrio tra i due Paesi chiave della regione, Iran e Arabia Saudita”. Siragusa si è detto d’accordo, e ha chiarito che finora l’Arabia Saudita “ha finanziato l’Isis per combattere Assad in Siria, con cui era in rotta per il petrolio”. Anche la Turchia, hanno affermato i relatori, “deve smetterla di fare il doppio gioco”: a Kobane, ha detto Pagano, “solo l’eroismo dei curdi ha ostacolato l’avanzata dell’Isis, mentre la Turchia, che pure è membro della Nato, bombarda i curdi, che stanno combattendo non solo per loro ma anche per noi, ma non l’Isis”. Comprendere che “tutto succede per il petrolio e per il gas” è decisivo, ha concluso Siragusa: “anche il legame tra Turchia e Isis è basato sul petrolio”. La conclusione di Pagano è stata all’insegna, nonostante tutto, della speranza: “sta nascendo un Islam europeo -ha detto- che ci affianca nella lotta al terrorismo e che è alleato con l’Islam che in Medio Oriente combatte il fondamentalismo”, come per esempio in Tunisia, “un Paese in cui si collabora tra Islam e forze laiche e progressiste, e in cui la primavera vive ancora”.
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