Presentazione di “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi, Venerdì 22 novembre ore 17 al Palazzo Ducale di Massa
14 Novembre 2024 – 21:22

Presentazione di
“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi
Venerdì 22 novembre ore 17 al Palazzo Ducale di Massa
Massa, Palazzo Ducale – Sala della Resistenza
Il libro di Dino Grassi “Io …

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Macroregioni la Liguria guardi a tutto il Nord

a cura di in data 19 Settembre 2011 – 16:09

La  Repubblica-Il Lavoro – 19 settembre 2011 – Vittorio Coletti ha notato, su Repubblica, che nel dibattito sulle Province non è mancato lo “sciocchezzaio”: l’idea della Provincia con il Ponente ligure e Cuneo, il rilancio di Lunezia, cioè dell’aggregazione tra Spezia e Massa-Carrara… Eppure dietro alle fesserie c’è un tema vero, quello della varietà delle relazioni territoriali delle diverse parti della Liguria: capacità di fare partnership che non vanno disperse ma composte in un disegno unitario.
Ma quale disegno? Basta quello di una Liguria più unita o occorre pensare più in grande? Tante spinte vanno in questa seconda direzione: le suggestioni prima di Limonte e poi di Minova hanno ripreso quella di GeMiTo. Proprio in questi giorni Repubblica ci ha raccontato l’avvio della “piattaforma padana”, un progetto che punta a unire i porti liguri con le aree retroportuali del Nord Ovest, ma non solo. Il nostro interrogarsi si colloca in un dibattito internazionale, iniziato  con il convegno di Los Angeles del 1999 sul concetto di “global city region”, e ora anche nazionale: “penso che sia il momento opportuno perché l’Italia ridisegni i propri confini regionali”, ha dichiarato il Presidente della Lombardia Formigoni. E’ il ragionamento di chi pensa che ventidue Regioni costino troppo e siano poco efficienti, perché devono competere con le ”regioni globali”. Anche Claudio Burlando definisce l’idea delle macroregioni “interessante e sensata” e guarda all’esempio dei lander tedeschi. La sfida è appena cominciata e non potrà avere soluzioni banali. Andranno seguite ragioni storiche, culturali, economiche, territoriali… E occorrerà evitare operazioni a freddo, non condivise dai cittadini.
Il problema, per noi liguri, è questo: l’asse a cui guardare deve essere solamente quello del Nord Ovest? Me lo chiedo innanzitutto come ligure: l’orizzonte che valorizza la posizione strategica di Spezia, seconda città della Liguria, è quello della direttrice Tirreno Brennero, un comprensorio ricco di valori produttivi, ambientali e culturali che comprende anche Parma, Cremona, Mantova, Verona. Il sociologo Aldo Bonomi invita gli spezzini a rafforzare le alleanze con queste città e a costruire la “Geocomunità Padana-Tirrenica”. La Liguria, dunque, non è solo Nord Ovest. E infatti la “piattaforma padana” guarda ai retroporti non solo di Piemonte e Lombardia ma anche dell’Emilia Romagna (e perché, mi chiedo, non del Veneto?).
Ma le mie perplessità sono più generali. C’è bisogno, nell’anno del 150° dell’Unità, di rappresentare l’Italia in modo aggiornato e scientificamente fondato. La ricerca avviata dalla Fondazione Irso con Progetto Nord va in questa direzione: evidenzia le interdipendenze esistenti tra i sistemi produttivi e le reti relazionali e della conoscenza nei territori del Nord e sottolinea il crescente avvicinamento dei modelli del Nord Ovest e del Nord Est in un sistema che è la macroregione del Nord. “Oggi è utile e persino indispensabile pensare al Nord nel suo insieme”, sostiene il sociologo Arnaldo Bagnasco. E’ un’ipotesi plausibile, che deve orientare ambiziosi progetti, non solo di ricerca ma anche politici. Se la scommessa sarà vincente, si vedrà solo dopo. Ma intanto occorre impegnarsi, con l’aiuto di quella “veduta lunga” che in politica non andrebbe mai smarrita.

Giorgio Pagano

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