Presentazione di “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi, Venerdì 22 novembre ore 17 al Palazzo Ducale di Massa
14 Novembre 2024 – 21:22

Presentazione di
“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi
Venerdì 22 novembre ore 17 al Palazzo Ducale di Massa
Massa, Palazzo Ducale – Sala della Resistenza
Il libro di Dino Grassi “Io …

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Cooperazione, la sfida da vincere è nel Mediterraneo

a cura di in data 22 Gennaio 2013 – 10:28

La Repubblica – Il Lavoro – 17 Gennaio 2013 – I documenti del Forum della Cooperazione Internazionale di ottobre e le successive Linee guida del Ministero degli Esteri per la Cooperazione allo Sviluppo nel triennio 2013-2015 individuano come aree prioritarie di intervento il Mediterraneo e l’Africa. Sono le sfide principali dell’Italia nel mondo, insieme alla soluzione della crisi dell’Europa. Sfide che chiamano la Liguria, per storia e collocazione geografica, a una particolare assunzione di responsabilità. 
Non siamo per nulla attrezzati, come Paese, a queste sfide. Romano Prodi, inviato speciale dell’Onu in Sahel, lo ha spiegato molto bene: “I ministri di tutto il mondo che ho incontrato qui mi hanno chiesto perché l’Italia sia assente. E’ semplicemente incredibile come il nostro Paese non rifletta seriamente sui problemi africani. Non abbiamo ambasciate, uomini d’affari…” E’ una limitazione della cultura e della politica italiana che va superata. Dobbiamo preoccuparci: c’è un crescente distacco dell’Europa -della Mitteleuropa in particolare- dal Mediterraneo e dai Paesi che vi si affacciano. Fino all’idea che l’Europa possa fare a meno di Grecia, Italia, Spagna. Occorre recuperare una cultura europea condivisa e il riconoscimento di uguali radici, ridare cioè all’Europa un’idea di se stessa di cui il Mediterraneo sia parte integrante: il Mare Nostrum è l’identità stessa dell’Europa. Il continente vive la dimensione mediterranea come qualcosa da cui difendersi o da usare come difesa, mentre dovrebbe avere, al contrario, l’idea di unire le due sponde, dando così speranza sia a se stesso che al Mediterraneo. E smetterla di guardare prevalentemente a Nord e a Est, per puntare, senza più tentazioni neocoloniali, alla comunità euro mediterranea.
Ecco perché l’Europa deve essere alleata delle primavere arabe in bilico, accompagnare e incoraggiare le transizioni in corso e le tendenze a conciliare Islam e democrazia. La storia deve esserci maestra: tutte le rivoluzioni, anche in Occidente, hanno vissuto periodi di grande fragilità e tentativi di sovvertimento. Alla fine, però, sono approdate alla stabilità. Ciò avverrà anche per le primavere arabe, se sapremo insieme sostenerle e condizionarle, contro i fondamentalismi. Lo stesso comportamento che dovremmo avere con Israele: la colonizzazione delle terre palestinesi che cos’è se non fondamentalismo?
L’Europa deve inoltre occuparsi finalmente dell’Africa sub sahariana, che rischia di diventare la base di al Qaeda. Le vicende di Mali, Nigeria, Sudan, Somalia ci fanno intravvedere un possibile sviluppo per il jihadismo. Se si realizzasse, il problema sarebbe soprattutto europeo: le insidie arriverebbero sulle nostre sponde. Tra Africa mediterranea e Africa nera non ci sono ormai più confini. Serve una svolta sia nella politica di cooperazione che in quella di immigrazione, con una iniziativa comune di Europa e mondo arabo verso l’Africa sub sahariana, da cui provengono e proverranno grandi flussi immigratori.
“Muovi la Liguria, cambia il mondo” è la mission di Januaforum: vuol dire creare la cultura delle relazioni internazionali, sensibilizzare le istituzioni e la società civile, dar vita a un Forum regionale che unisca tutti gli attori, dalle Ong alle imprese. Vogliamo coniugare maggiormente cooperazione allo sviluppo e internazionalizzazione delle imprese, nell’ottica di una visione più ampia di cooperazione, intesa come investimento strategico nell’interesse del sistema Liguria. Non saremo marginali solo se sapremo pensare in grande.

Giorgio Pagano

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