I più giovani sono d’esempio
La Nazione – 20 Marzo 2013 – In una bella giornata di fine inverno, la marcia di Libera per le strade di Firenze nella “Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie” è l’immagine di un Paese che non ha paura, come canterà a fine manifestazione Fiorella Mannoia. Nel fiume colorato dei 150.000 i ragazzi sono la stragrande maggioranza: portano striscioni, magliette e fiori di carta dedicati alle vittime delle mafie. Ero nel treno che ha portato a Firenze 530 giovani spezzini, 600 contando chi è arrivato in pullman: sono studenti del Parentucelli, Arzelà, Costa, Cardarelli, Einaudi, Capellini-Sauro, Fossati, e della scuola media 2 Giugno. In testa al corteo c’è don Ciotti, fondatore di Libera, dietro a lui 545 familiari delle vittime e i gonfaloni dei Comuni, tra cui La Spezia. Tra i familiari sfila Vincenzo Agostino, padre di Nino, poliziotto ucciso a Palermo nel 1989 insieme alla moglie Ida e al bambino che aspettava. Il presidio di Libera a Spezia, fondato domenica 10 marzo, porta il loro nome. Agostino non si taglia più capelli e barba da allora, in attesa di giustizia.
Questi ragazzi sono i rappresentanti di un’Italia pulita, che non si rassegna: “Giovanni Falcone diceva sempre che la mafia è un atto umano, come ha avuto inizio può avere una fine”, mi dice uno di loro. Gli spezzini si sono recati poi in via dei Georgofili, a commemorare la strage di vent’anni fa, nella quale morì anche un giovane sarzanese, Dario Capolicchio. E il 21 marzo saranno in piazza Mentana, spiegano Leonardo Bernardini e Valeria La Mattina, referenti dei presidi di Libera a Sarzana e a Spezia, per celebrare la Giornata nel proprio territorio: ”è necessario per rendere consapevoli che la mafia è una realtà attiva anche nella nostra provincia, come testimoniano i 22 beni confiscati alla criminalità organizzata, le relazioni istituzionali e le segnalazioni di Libera… ma la mafia è in ogni luogo in cui venga utilizzata la prepotenza e l’arroganza, è l’atteggiamento di chi corrompe e usa favoritismi per ottenere vantaggi”.
Ci sono tornanti della storia in cui è indispensabile mettere in moto la carica trainante dei giovani, il loro saper guardare oltre l’orizzonte quotidiano, il loro ardire progettuale. Perché chi è giovane possiede le energie morali per condurre la nostra società alla ricerca di approdi dove rifondarla, su basi diverse da quelle del passato. Siamo in uno di questi tornanti, dà fiducia vedere che tanti giovani sono impegnati in questo difficile compito. Anche per merito della scuola e dell’educazione alla cittadinanza che in essa si fa. Nonostante i problemi, vuol dire che la scuola assolve al suo ruolo: educare i cittadini di domani, cioè trasmettere i valori spirituali. Come scriveva Piero Calamandrei: “il sangue vitale che rigenera ogni giorno la democrazia parte dalla scuola”.
Giorgio Pagano
Presidente dell’Associazione Culturale Mediterraneo
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