Sanità italiana a picco, servono investimenti
Il Secolo XIX nazionale, 8 ottobre 2016 – Nel 2012 in Liguria si è registrato il tasso di mortalità per cancro più alto tra tutte le regioni dell’Ue: 364 decessi ogni 100.000 abitanti. Il dato, del Rapporto 2016 di Eurostat, coincide con quello del Rapporto dell’Agenzia Europea per l’Ambiente: l’Italia ha la punta massima europea di morti per inquinamento. Il Rapporto di Eurostataggiunge che l’Italia ha un numero di posti letto negli ospedali ben al di sotto della media europea (circa 350 vs 526), mentre secondo l’Euro Health Consumer Index 2015 l’Italia perde punti nella classifica europea della qualità dei servizi sanitari, scendendo al 21° posto su 37.
Sono dati drammatici. La Regione deve realizzare un osservatorio epidemiologico, lo strumento di valutazione dello stato di salute -rapportato a sue cause più ampie, dall’ambiente alla condizione socioeconomica- che permetterebbe di valutare meglio interventi e investimenti, e quindi di puntaredi più sulla prevenzione del danno. Ciò richiede che le scelte siano organiche, mentre oggi ogni assessorato delibera solo per sé stesso.
Ma la svolta che serve è nazionale. Il sistema sanitario è a rischio di tenuta, per il definanziamento progressivo che induce nuova tassazione, la quale a sua volta crea abbandono sociale (11 milioni di italiani hanno rinunciato a curarsi per ragioni economiche). Il Governo deve abbandonare il definanziamento e i “tagli lineari” in sanità, che stanno conducendo a poco a poco alla privatizzazione del sistema sanitario e all’abrogazione -di fatto- dell’art. 32 della Costituzione.
Ma non bastarivendicare il rifinanziamento: è sacrosanto, ma va accompagnato al cambiamento del sistema. Con un obbiettivo su tutti: la prevenzione, cioè la consapevolezza che il perseguimento di un alto livello di salute coinvolge aspetti economico-sociali, ambientali e culturali.Alla giusta polemica contro l’austerity europea il Governo deve accompagnare un vigoroso rilancio degli investimenti pubblici: lasci perdere il ricorso a una miriade di bonus monetari e di incentivi fiscali e non deprivi ulteriormente la sanità. Gli investimenti, però, non devono servire al sistema attuale, ma a riformarne il modello:i bisogni di salute dei cittadini e il quadro epidemiologico devono guidare la definizione dell’offerta sanitaria, non il contrario.
Giunio Luzzatto e Giorgio Pagano
Promotori dell’Osservatorio Civico Ligure
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