Regioni e Comuni alla sfida energetica
Il Secolo XIX – 17 febbraio 2008 – La situazione del clima peggiora sempre più, perché aumenta sia la produzione dei gas serra sia la loro concentrazione in atmosfera. Il pianeta continua a lanciarci segnali inequivocabili della sua malattia, non solo nei ghiacciai del Polo Nord ma anche vicino a noi: la temperatura del mare ligure-toscano è come quella di Algeri, la neve non si ferma negli Appennini e le sorgenti cominciano ad avere problemi.
È vero, però, che attorno alla questione del clima sono cresciute la consapevolezza e l’iniziativa politica. Aumentano i prezzi dell’energia -petrolio ma anche carbone -e ciò spinge a un aumento dell’efficienza energetica e allo sviluppo delle fonti rinnovabili. Inoltre sia Obama e la Clinton sia McCain propongono un mutamento di rotta rispetto a Bush: chiunque vincerà, l’atteggiamento americano finalmente cambierà. L’Unione europea prevede un’ ”economia energeticamente efficiente e a basso livello di anidride carbonica, in grado di catalizzare una nuova rivoluzione industriale” e ha proposto obbiettivi al 2020 di riduzione delle emissioni. Germania e Gran Bretagna hanno preso impegni ancora più ambiziosi: in Germania si è già creata un’industria delle rinnovabili con 235.000 lavoratori. L’Italia, invece, esita ancora, nonostante le recenti misure positive del Governo. Serve, come in quei Paesi, quello che Paolo degli Espinosa dell’Istituto Sviluppo Sostenibile Italia (Issi) ha chiamato”Piano d’azione energetico-climatico”. E sarebbe bene che se ne parlasse in campagna elettorale. La politica è in crisi ma il tema dell’emergenza clima può darle forza: se la politica non serve per questo, a che serve?
Su un punto tutti concordano: senza l’assegnazione condivisa di impegni a Regioni e Comuni, l’Italia non ce la farà. Gianni Silvestrini, del Kyoto Club, ha scritto che “il 2008 sarà l’anno delle Regioni e dei Comuni”. Nei prossimi mesi le Regioni dovranno impostare o rivedere i Piani energetici regionali alla luce degli obbiettivi europei al 2020. Le fonti rinnovabili dovranno triplicare il proprio contributo nel giro di 13 anni. La Finanziaria 2008 prevede che entro 90 giorni vengano definiti i target regionali sulla produzione da fonti rinnovabili e che nei successivi 90 giorni le Regioni adeguino i propri Piani. Il contributo delle Regioni alla riduzione dei gas serra dovrà riguardare anche l’efficienza energetica, la mobilità sostenibile, la forestazione. Nell’ambito del Piano d’azione nazionale, dunque, l’impegno sarà ripartito tra le Regioni, in un approccio da Piano d’azione energetico-climatico regionale. A livello territoriale sarà di particolare rilievo il ruolo dei sindaci, che dovranno trasformare i vecchi Piani energetici comunali in Piani d’azione energetico-climatici comunali. E’ poi importante che le Regioni e i Comuni più impegnati sul clima, più capaci di utilizzare gli incentivi nazionali, di destinare risorse proprie, di far partecipare gli attori sociali del territorio, siano “premiati” economicamente.
Il mio è un appello alla Regione e ai Comuni liguri perché diventino protagonisti di questa grande”sfida contro il tempo” e della nuova rivoluzione energetica, per conquistare nuove frontiere tecnologiche e produttive, attrarre investimenti, fare ricerca, creare impresa e lavoro. Come già accade nei più innovativi Lander tedeschi. Non si parte certamente da zero: la Regione ha varato nel 2007 la legge”norme in materia di energia”, che va nella direzione giusta. E in un caso la Liguria è già all’avanguardia: grazie alla mia città, La Spezia, l’unica città italiana che sta sperimentando -nell’ambito del progetto europeo Best -l’utilizzo del bioetanolo come carburante. L’obbiettivo europeo è di raggiungere il 20% di utilizzo di biocarburanti entro il 2020. E’ lo stesso obbiettivo di Obama, che si definisce “paladino del bioetanolo”.Alla Spezia, grazie a Comune, Provincia e Atc, il bioetanolo è già da un anno il combustibile per una flotta sperimentale di autobus e presto lo diventerà, appena sarà aperto il distributore, per una piccola flotta di automobili, tra cui quelle del Comune. Siamo, insomma, un laboratorio di sperimentazione per l’Italia e per l’Europa. Anche da qui può partire la Liguria per diventare Regione-pilota nell’ ”economia di guerra al riscaldamento terrestre”, nuovo traino dell’economia mondiale.
Giorgio Pagano, Presidente di Anci Liguria
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