Auguri di Buon Natale e di un Nuovo Anno di Pace
23 Dicembre 2024 – 20:05

A Natale e tutto l’anno prendiamoci cura del nostro mondo
L’Associazione Culturale Mediterraneo augura Buone Feste e un nuovo anno di Pace

Leggi articolo intero »
Crisi climatica e nuove politiche energetiche

Economia, società, politica: anticorpi alla crisi

Quale scuola per l’Italia

Religioni e politica

Ripensare il Mediterraneo un compito dell’Europa

Home » Il Secolo XIX nazionale, Rubrica Punti di vista

I cittadini ora devono tornare in campo

a cura di in data 20 Maggio 2016 – 15:21

Il Secolo XIX nazionale, 16 maggio 2016 – Promuovere la partecipazione attiva, critica e informata dei cittadini liguri alla vita della regione,per difendere i beni comuni: è l’obbiettivo per cui è nato il Comitato Promotore dell’Osservatorio Civico Ligure.Un impegnoin corso da molti mesi, in cui sono state coinvolte tante persone e predisposte “schede per la discussione”, oraalla base degli incontri con i cittadini liguri. Con loro -i cittadini che non hanno mai contato così poco, e che vogliamo tornino protagonisti-cercheremo di attuare gli obbiettivi che insieme ci daremo.

Il primo incontro è dedicato all’ente regione, mai caduto così in basso. Il declino delle classi dirigenti e il fenomeno delle spese indecenti hanno lasciato un segno indelebile. Ma questi fenomeni si combattono non con un ritorno al centralismo -né virtuoso né efficiente in passato, tantomeno oggi di fronte alla sfide di una società complessa- ma con una profonda riforma autonomista dello Stato: aggregazione dei Comuni, mantenimento di un ente intermedio di area vasta tra Comuni e Regioni, rilancio della funzione legislativa e programmatoria delle Regioni, o meglio delle macroregioni.

Va in tutt’altra direzione, invece, la riforma costituzionale Renzi-Boschi: le Regioni vengono ridotte a organismi privi di reale autonomia, perché la Camera si occupa di tutto tranne di quello che non è “espressamente” attribuito alla competenza dello Stato. Tra le competenze non disciplinate ci sono l’istruzione, le politiche sociali, l’agricoltura, l’industria, l’artigianato.Alle Regioni rimangono la sanità e l’urbanistica, o poco più. Il paradosso è che sono mantenuti i privilegi -e le spese enormi- delle Regioni a statuto speciale,mentre le Regioni ordinarie sono ridotte a mega Province. Un risultato, quest’ultimo, frutto anche della soppressione “al buio” delle Province e dell’attribuzione alle Regioni di funzioni amministrative prima in capo alle Province, che snatura del tutto la funzione per cui le Regioni sono nate. Insomma, l’ente di via Fieschi diventerà un grosso ente di gestione amministrativa, per di più in competizione con la Città Metropolitana: un vero caos.Di fronte al quale colpisce il silenzio di tutte le Regioni, ma anche di tutti coloro, come per esempio le associazioni economiche, che certamente non trarrebbero giovamento dal ritorno centralistico.Il decisore politico da solo non ce la fa, è cieco, e anche i “corpi intermedi” non se la passano troppo bene. Ecco perché devono tornare in campo i cittadini.

Giorgio Pagano
Comitato Promotore dell’Osservatorio Civico Ligure

Popularity: 3%