Cambiare la sinistra un tentativo fallito
Il Secolo XIX Nazionale – Rubrica Punti di Vista, 21 maggio 2015 – Gli attori politici tradizionali continuano a non prendere atto del cambiamento tellurico avvenuto nella politica italiana e ligure. Il partito del non voto è sempre più il primo partito, a causa di un’offerta politica inadeguata rispetto alla voglia di cambiamento. E tra chi vota la scomposizione è in tre parti: sono finiti i tempi della contrapposizione tra centrosinistra e centrodestra, perché in campo c’è un terzo attore, il M5S.
Tutto cambia, ma non gli attori tradizionali. Ecco perché uno con la mia storia -nei partiti e nella sinistra- alle regionali, per la prima volta, non voterà né per questi partiti né per questa sinistra. Nel 2007, finito il mandato da Sindaco, rinunciai a tutto e decisi di ripartire dal lavoro sociale e culturale dal basso: perché i partiti erano degradati, e la sinistra troppo simile alla destra. Ma l’obbiettivo era pur sempre quello di cambiare e migliorare i partiti e la sinistra. A distanza di anni va riconosciuto che il tentativo, mio e di molti cittadini attivi, è fallito. Insistere ancora è accanimento terapeutico. I partiti sono sempre più svuotati, in mano ad avventurieri del potere; la parola “sinistra” richiama altro rispetto a una storia gloriosa, significa una classe politica che ha fallito. Ha ragione Podemos: non conta se si parla di sinistra, ma se si fa la sinistra. Le vicende liguri sono emblematiche: i cittadini sono sempre più disillusi, le “liste civiche” sono piene di politici di mestiere, il tentativo di unire il civismo e la sinistra è stato distrutto dai partitini. Voterò Progetto Altra Liguria, perché ha il merito di tenere il fuoco acceso: è una lista davvero civica, senza e contro i partiti, con un programma alternativo al sistema dominante, che si rivolge innanzitutto a chi non vorrebbe votare. E’ un progetto che richiede tempo, che ha bisogno di radicamento sociale: ma intanto c’è una prima pietra.
Lo so, non può vincere. Mi auguro che tra Paita e Toti vinca il terzo attore, il M5S. Perché è contro il sistema dominante, ha proposte ecologico-solidali (dalle energie rinnovabili al reddito di cittadinanza) e fa politica dal basso. Ha sicuramente molti difetti, in primis quello di essere un movimento monocratico, e contraddizioni. Va sfidato a ridefinire se stesso. Chiunque vincerà dovrà fare un’alleanza: quella tra M5S e Progetto Altra Liguria sarebbe il vero “laboratorio politico”, interessante non solo per i politologi ma anche per i cittadini. Perché l’unico in grado di cambiare davvero la Liguria.
Giorgio Pagano
Presidente dell’ Associazione Culturale Mediterraneo
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