Studiare i tumori per risanare l’ambiente
Il Secolo XIX – 15 Maggio 2013 – Nei giorni scorsi sono stati presentati i primi dati dello studio dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e dell’Associazione Italiana Registri Tumori (ARTIUM) sull’incidenza dei tumori nei Siti di interesse nazionale (SIN) a rischio ambientale, tra cui quello di Pitelli. Il periodo esaminato è quello 1996-2005. Secondo questi dati nel complesso dei SIN c’è un eccesso di malattie tumorali del 9% negli uomini e del 7% nelle donne in più rispetto a quanto previsto. Nel SIN di Pitelli risultano in eccesso negli uomini la mortalità per il tumore dello stomaco, del polmone, della pleura e per le malattie dell’apparato respiratorio, mentre i dati delle donne sono generalmente in difetto. C’è una coerenza con studi precedenti, che fa ritenere -sostengono ISS e ARTIUM- che nella mortalità degli uomini “abbia avuto un ruolo l’esposizione professionale”, cioè il lavoro a contatto con l’amianto. E’ comunque possibile, prosegue lo studio, “che abbia giocato un ruolo anche la componente ambientale”. Ora il compito della seconda fase dello studio è capire, appunto, quale sia il contributo dell’inquinamento ambientale all’incremento specifico osservato. “Per comprendere a fondo il significato di questi dati -ha spiegato Pietro Comba dell’ISS- è necessario confrontarli con due variabili: i dati di caratterizzazione ambientale, che indicano il livello di contaminazione delle diverse matrici (aria, acqua e suolo), e quelli cosiddetti di esposizione, che esprimono quanto la popolazione sia stata esposta a possibili fattori di rischio”. Entro la fine del 2013 sarà pubblicato il documento contenente le analisi definitive, che fornirà le indicazioni per gli interventi di risanamento ambientale per perseguire un’efficace prevenzione.
L’auspicio è che lo studio sia condiviso con i Ministeri della Salute e dell’Ambiente, le Regioni, le Asl, le Arpa e i Comuni interessati, per consentire l’attivazione di sinergie tra le strutture pubbliche con competenze in materia di protezione dell’ambiente e di tutela della salute. Ciò vale anche per Pitelli. Solo due esempi. Il primo: nella procedura di rilascio dell’autorizzazione ambientale della centrale Enel Comune e Regione possono tentare di agire con i poteri loro conferiti dalle leggi in campo sanitario, quindi lo studio ISS-ARTIUM potrà dar loro un contributo decisivo. Il secondo: il sito di Pitelli è nel frattempo appena uscito dai SIN (senza motivazioni convincenti) ma le bonifiche delle discariche, dell’ex fonderia Pertusola e dei fondali vanno comunque fatte; anche in questo caso lo studio darà “la rotta” per gli interventi necessari. Chi dice che era meglio che Pitelli non entrasse nei SIN ammetta almeno che, grazie al fatto di essere stati nei SIN, avremo presto uno strumento essenziale per il risanamento. Circa le risorse, è vero che finora lo Stato, colpevolmente, non ha versato un euro. Ma ora chi finanzierà le bonifiche? Regione e Comuni dai conti sempre più in rosso?
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