Presentazione di “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi, Venerdì 22 novembre ore 17 al Palazzo Ducale di Massa
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Presentazione di
“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi
Venerdì 22 novembre ore 17 al Palazzo Ducale di Massa
Massa, Palazzo Ducale – Sala della Resistenza
Il libro di Dino Grassi “Io …

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Riuso dell’area Enel e riscatto del Levante

a cura di in data 27 Febbraio 2017 – 19:45

Il Secolo XIX, 26 febbraio 2017 – Le iniziative in corso a Spezia sulla sfida climatica evidenziano l’urgenza dell’impegno per reinventare la nostra economia. Una strategia climatica vincente è vantaggiosa anche economicamente. I settori su cui intervenire sono noti: fonti rinnovabili, efficienza energetica, mobilità sostenibile, agricoltura e industria di piccola taglia, turismo sostenibile, gestione dei rifiuti, salvaguardia del territorio.

La cartina di tornasole del nuovo modello di sviluppo è il riuso dell’area della centrale Enel. L’assessore Ruocco ha dichiarato: “Abbiamo avviato i rapporti con i Ministeri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente, possiamo lanciare un tavolo che veda nell’economia circolare e sostenibile il motore di riconversione dell’area”. Enel ha inserito la nostra centrale nelle 23 del progetto Futur-e, che vuole individuare soluzioni circolari e sostenibili in grado di trasformare le centrali dismesse in nuove opportunità di sviluppo: “mantenendone la vocazione industriale, o riconvertendole in musei, centri polifunzionali o spazi ricreativi e culturali”.

A Spezia è prevalente la tesi del riuso a fini industriali. La condivido, ma il ragionamento va ampliato. Sia perché le nuove tecnologie digitali e smart non escludono affatto la compresenza tra industria 4.0 e spazi sociali e culturali (come quelli realizzati nelle centrali dismesse di Roma, Londra e Madrid). Sia perché la dismissione deve diventare occasione per riqualificare il levante e ridare dignità a luoghi pesantemente condizionati dalla presenza della centrale e delle sue appendici tecnologiche, come i carbonili, realizzate con assoluta indifferenza rispetto ai contesti insediativi. La presenza del pontile consente di discutere della realizzazione della stazione marittima a levante e di ipotizzare, come ha fatto Marco Sassetti, lo scavo di un emiciclo d’acqua collegato al mare con un canale, così come facemmo a Pagliari con la darsena. L’altro sogno, infine, è una grande cintura verde intorno. Tecnologie pulite, culture, mare e verde: ecco i simboli del riscatto di un’area martoriata dal vecchio industrialismo. La memoria degli errori del passato non va smarrita, affinché quello che non fu possibile ieri diventi possibile domani.

Giorgio Pagano
Presidente dell’Associazione Culturale Mediterraneo

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