Pollio, le dimissioni e il ruolo dei partiti
Il Secolo XIX, 25 maggio 2016 – Le motivazioni delle dimissioni di Alessandro Pollio dal Pd sono chiare: “I partiti sono utilissimi per un’elaborazione complessiva del modello di società. Nel momento in cui questa funzione viene meno e si trasformano in meri comitati elettorali dove non è importante quello che pensi ma con chi ti schieri, allora i partiti perdono la loro funzione e la loro stessa ragione di esistere”. La penso nello stesso modo da molto tempo, e così tantissime persone. Anch’io, come loro e come Pollio annuncia di voler fare, mi occupo della mia città “attraverso forme di volontariato, al di fuori dei partiti”.
Ma questa scelta è solo l’inizio della soluzione, non è ancora la soluzione. La realtà è infatti questa: da un lato gruppi e movimenti sociali creativi ma dispersi, dall’altro partiti chiusi in se stessi, sordi, inutili se non nocivi, e infine, nel terzo lato, la massa dei cittadini sempre più lontani dalla politica perché “tanto sono tutti uguali” e “tanto non cambia niente”. Come uscire da questa sorta di triangolo delle Bermude a causa del quale ogni speranza di cambiamento rischia di sparire dall’orizzonte?
Il versante chiave dell’azione è oggi quello delle città, della cura della qualità della convivenza e della qualità dello sviluppo nei territori.Gruppi, movimenti, mondo della scuola e della cultura, comunità religiose, nuclei dei sindacati, persone che stanno nei partiti: tutti coloro che non sono conquistati dal verbo dominante, liberista e decisionista, hanno il dovere di parlarsi, fondere le loro energie, disegnare il progetto di una cittàpartecipata, che si opponga alla crescente distanza tra ricchi e poveri, tutelati e offesi e che abbia l’obbiettivo della riconversione sociale e ambientale dell’economia. Senza pregiudiziali, ma con un orizzonte comune: quello custodito nella Costituzione della Repubblica.
Facciamolo anche a Spezia. Le grandi svolte sono il risultato di mille svolte quotidiane, degli sforzi tenaci che intanto possiamo attuare per fare la nostra parte. Usciamo dalla condizione di spettatori di quanto accade o da quella di complici del sistema attuale, per scegliere di agire con responsabilità. L’efficacia dell’azione non dipende da quanto in alto siamo collocati, ma dalla lucidità e dalla passione con cui sapremo non rassegnarci. Forse così nascerà una coalizione civica e sociale per un grande cambiamento. E in futuro, chissà, anche nuovi partiti, capaci di tornare alla funzione perduta.
Giorgio Pagano
Presidente dell’Associazione Culturale Mediterraneo
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