Più qualità urbana antidoto alla crisi
Il Secolo XIX – 17 gennaio 2010 – Ho visitato il Palazzo delle Poste di piazza Verdi, monumento emblematico di una fortunata stagione della città, quella del futurismo tra le due guerre. E’ stato oggetto di un intervento accurato di restauro, che ci ha restituito la bellezza della facciata e dei colori dell’edificio progettato da Angiolo Mazzoni. E’ stato inoltre reso indipendente l’accesso dei visitatori alla torre e ai mosaici di Fillia e di Prampolini, altra testimonianza della ricchezza della vicenda culturale ed artistica della Spezia di quegli anni.
Prosegue, dunque, anche con l’intervento di Poste Italiane, l’opera di qualificazione urbana del centro città. Il Comune sta facendo la sua parte. Nei mesi scorsi è stato inaugurato l’ascensore di collegamento tra via XX Settembre e via XVII Marzo, che permette ai cittadini e ai turisti l’accesso facilitato al Castello San Giorgio, sede del Museo Archeologico. Un opera da lungo attesa, il cui iter, molto tormentato, iniziò quando ero assessore alla qualificazione urbana, sindaco Lucio Rosaia. Anche l’attuale amministrazione è molto impegnata in quest’area: realizzerà il secondo lotto del progetto dell’ascensore, il collegamento tra via Prione e via XX Settembre; e ha progettato il restauro delle mura medievali e la realizzazione di un parco tra via XX Settembre e via XVII Marzo, che sarà in parte orto botanico, là dove c’erano i vivai comunali, e in parte parco archeologico collegato al Castello. L’impegno riguarda anche piazza Verdi: è stato bandito il concorso per la nuova piazza, realizzando così il sogno che fu di Rosaia e mio. Ci bloccammo perché il progetto prevedeva un parcheggio sotto la piazza, che poi, giustamente, si decise di realizzare sotto la Pinetina, ai Giardini Pubblici. Forse è stato meglio così: ora il Comune, avvicinandosi la Variante Aurelia e il conseguente decremento del traffico in città, può osare di più nella progettazione della piazza, pensandola pedonale. Inoltre il Comune, dopo i finanziamenti per il Contratto di Quartiere dell’Umbertino, che qualificherà l’area attorno a piazza Brin, ha ottenuto dalla Regione i finanziamenti europei per completare la qualificazione delle piazze e delle vie del centro storico.
Questo non vuol dire che si è pensato e si pensa solo al centro. Una città, per essere tale, aveva bisogno di avere un centro, e noi glielo abbiamo ridato. Ma la maggior parte delle risorse è stata investita nei diversi quartieri: perché la città è una sola, e tutte le sue zone hanno diritto al futuro. Qualche settimana fa si sono conclusi i lavori del nuovo Favaro, un’altra opera che iniziammo con Rosaia. Il Piano di recupero urbano ha trasformato e reso più bello e vivibile il quartiere, con un insieme organico di interventi: ristrutturazione delle vecchie case popolari e costruzione di nuove, realizzazione di strade, parcheggi, aree verdi, servizi. Analogamente si sta procedendo alle Pianazze, con gli interventi del Contratto di Quartiere. E l’attuale amministrazione ha ottenuto dalla Regione i finanziamenti europei non solo per il centro ma anche per il Levante: tutta la zona che va dal Canaletto al Muggiano cambierà volto.
Si dirà: ma intanto c’è la crisi economica, serve a poco la bellezza della città. No, è il contrario: la qualificazione urbana, ambientale e sociale di una città non solo migliora le condizioni di vita dei cittadini ma aiuta anche l’economia, perché attrae visitatori, talenti, investitori. E’ l’economia della bellezza della città.
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