Per valorizzare la partecipazione
Il Secolo XIX, 5 giugno 2016 – Il convegno sulla partecipazione che abbiamo promosso nei giorni scorsi, a due anni dal precedente, è stato utile per una verifica sullo “stato dell’arte” in Regione e nei principali Comuni. Positivo è innanzitutto che tre gruppi consiliari regionali -Pd, M5S e Rete a Sinistra- abbiano presentato una proposta di legge e manifestato la volontà di coinvolgere la maggioranza che governa la Regione. Il Comune di Spezia ha portato l’esperienza del bilancio partecipato, il Comune di Sarzana quella della “Città delle idee”, confronto partecipato sul futuro della città. I comitati non hanno lesinato critiche alle istituzioni, ma hanno valorizzato esperienze come l’”inchiesta pubblica” sul Piano spiagge di Sarzana o la “partecipazione progettante” del “Laboratorio Palmaria”. Ora è bene che la legge regionale sia costruita in modo partecipato, e che tenga conto della normativa nazionale, che ha introdotto nell’ordinamento la procedura del “dibattito pubblico”. Nel frattempo i Comuni dovrebbero approvare “Statuti sulla partecipazione”, che affrontino tutti i nodi aperti. Innanzitutto la partecipazione ai piani strategici, urbanistici ed economici: l’esperienza di Sarzana deve dar vita a un percorso strutturato e permanente e non rimanere un episodio; le esperienze spezzine, da “La Spezia 20.20” al tavolo sull’Enel, non sono collegate tra loro e coinvolgono solo i portatori di interesse, non tutti i cittadini. Poi la partecipazione alle piccole opere pubbliche (Piazza Verdi avrà insegnato qualcosa?), e l’istituzione di strumenti partecipativi nei quartieri spezzini, che mancano da quando non ci sono più le Circoscrizioni.
Ma nessuna di queste proposte rappresenta il toccasana se manca un elemento cruciale: la fiducia dei cittadini nelle intenzioni dei decisori istituzionali. La democrazia rappresentativa sta attraversando una drammatica crisi di fiducia: l’unica strada percorribile consiste nella ricerca di scelte condivise attraverso processi che coinvolgano in modo incisivo e influente tutti i cittadini. La tradizionale partecipazione superficiale che mira solo a informare e a consultare non basta più, bisogna restituire il potere di co-decidere ai cittadini. A tal fine servono buoni amministratori, un apparato amministrativo conforme, e cittadini e comitati con una cultura di governo, che non si accontentino di protestare. Convinti, tutti, che solo con la partecipazione si possono prendere buone decisioni.
Stefania Gatti – Comunità interattive
Marco Grondacci – Fondazione Toscana Sostenibile
Giorgio Pagano – Associazione Culturale Mediterraneo
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