Il tunnel di Lerici sia dedicato a due bimbi
Il Secolo XIX, 4 maggio 2019 – Sta per essere riaperta, a Lerici, la galleria pedonale tra via Gerini e via Cavour, opera lungamente attesa dai cittadini. Cambierà in meglio il modo di muoversi nel centro del paese e recupererà un luogo della memoria storica: un tunnel costruito come rifugio dai bombardamenti aerei della Seconda Guerra Mondiale, poi chiuso e utilizzato come deposito materiali.
A Lerici si discute sull’intitolazione. Credo che la scelta migliore sia collegare idealmente la galleria antiaereo alla Lotta di Liberazione dal nazifascismo, combattuta contro quei regimi la cui scelta per la guerra fu la causa dei bombardamenti.
Il Comune di Lerici ha avuto il merito, nel corso degli anni, di dedicare molte sue vie e piazze a partigiani e resistenti. Ma quest’opera va ultimata, ricordando figure chiave. La prima è quella di Tommaso Lupi, comunista, artefice delle due tipografie clandestine -la prima sotto il Castello dal 1929 al 1933, l’altra alla Rocchetta dal novembre 1943 al settembre 1944-, Commissario Politico della IV Zona Operativa, che comprendeva tutta la nostra Resistenza, e primo Sindaco di Lerici dopo la Liberazione. Nel 2012 gli fu intitolato l’atrio del Comune: ma è un riconoscimento troppo limitativo.
Le altre figure da non dimenticare sono i sacerdoti: don Mario Casale, partigiano cappellano della Brigata Beretta, poi parroco di Pugliola; don Mario Devoto, parroco di San Terenzo, arrestato nel novembre 1944, incarcerato a Marassi e liberato il 29 marzo 1945 dopo torture e indicibili sofferenze; don Emilio Gandolfo, curato della parrocchia di Lerici e organizzatore di un gruppo scout antifascista clandestino tra l’autunno 1943 e la primavera 1944.
E’ bene che Comune, ANPI e associazioni si diano un programma in proposito. Ma, per la galleria, forse la scelta migliore è intitolarla all’unica vittima lericina dei bombardamenti. Il 2 maggio 1944 le bombe caddero nella parte alta di salita Canata, dove aveva sede il comando tedesco. Un bambino di 11 anni, Elia Rossi, non fece in tempo a rifugiarsi nella galleria, e morì sotto il portone, che gli cadde addosso, del palazzo accanto all’Albergo delle Palme. Gli studiosi Alessandro e Margherita Manfredi hanno raccolto la testimonianza della sorella Carla, vivente.
In questi giorni Lerici è stata colpita dal dramma che ha colpito una bambina, Bianca. Lo dico sommessamente, sapendo che la prima volontà da rispettare è quella dei genitori. Ma forse dedicare la galleria a due bambini scomparsi così tragicamente, Elia e Bianca, sarebbe l’atto più importante di pietà e di speranza, nonostante tutto, nel futuro che la comunità lericina potrebbe fare.
Giorgio Pagano
Cooperante, già Sindaco della Spezia, cittadino lericino
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