Il parco delle colline opera dei volontari
Il Secolo XIX – 18 ottobre 2009 – Un vecchio sogno della città, il parco dell’arco collinare, sta prendendo corpo. Era uno dei progetti del primo Piano strategico (2001): una connessione verde che unisca, passando per le colline spezzine, il Parco Montemarcello-Magra con quelli delle Cinque Terre e di Portovenere. Il Comune sta progettando il recupero e la riqualificazione del sentiero dell’Alta Via del Golfo, cioè la dorsale del futuro parco collinare.
Non ho potuto partecipare, quest’estate, alla presentazione del progetto, ma ho avuto la documentazione da due funzionari del Comune che vi hanno lavorato e creduto: Daniele Virgilio della Pianificazione territoriale e Fabio Giacomazzi del Labter, il laboratorio di educazione ambientale. Ho potuto così apprezzare il lavoro svolto finora. Si comincerà, appunto, con il recupero della continuità della percorribilità pedonale tra la Val di Magra e le Cinque Terre. Si interverrà per riaprire i tratti oggi impraticabili, tra Biassa e il Vignale, tra Sarbia e la Foce, tra il Termo e il Parco di Montemarcello-Magra. E poi si unificheranno la segnaletica e gli elementi di arredo. Il tutto grazie alla Regione Liguria, che ha finanziato il progetto con i fondi FAS.
L’importanza del progetto sta nella visione d’insieme e nell’integrazione tra territori diversi ma tutti caratterizzati dalla qualità dei sistemi ambientali e paesistici, che hanno una unitarietà storica che in questo modo viene recuperata. Con l’Alta Via del Golfo sarà possibile integrare gli insediamenti favorendo le filiere produttive del turismo escursionistico e dell’agricoltura delle produzioni tipiche. Verranno ripristinati i sentieri che risalgono dai quartieri cittadini verso i nuclei storici collinari e l’Alta Via: in questo modo i nuclei storici potranno costituire i capisaldi di una rete di ricettività turistica diffusa, e il recupero delle zone agricole sarà incentivato. Se si percorrono i sentieri che collegano Fabiano al Monte Santa Croce, o Montepertico all’Alta Via (recuperato grazie ai ragazzi dell’Alberghiero), o quello del “Salto del gatto” tra la Chiappa e Marinasco (adottato dalla scuola media Piaget), si godono magnifiche vedute e si scoprono tanti tesori naturali e storici. E si colgono tutte le potenzialità di valorizzazione ambientale e turistica delle nostre colline.
Il progetto, infine, stimola le pratiche partecipative legate alla fruizione e alla conoscenza del paesaggio. E’ strettamente legato, infatti, al progetto “Sentieri del Golfo”, sviluppato in seno all’Agenda 21 del 2001 attraverso la formazione di un gruppo di lavoro, coordinato dal Labter, che ha coinvolto cittadini volontari e associazioni in attività di cura dei sentieri. E’ stata redatta una banca dati, tramite rilievi sul campo, che è stata utilissima nella progettazione del recupero, e sono state fatte molte iniziative di promozione ed “escursioni manutentive” che hanno coinvolto Circoscrizioni e scuole.
A ben vedere, dunque, il vero motore del cambiamento sta in noi. Certo, il Comune ha avuto il merito del progetto. Ma senza quei cittadini “attivi” non sarebbe stato possibile. Vale in tutti i campi: non è vero che ormai esistono solo “spettatori”. E vale soprattutto di fronte alla crisi ambientale: bisogna battersi perché la politica faccia qualcosa, ma intanto la decisione di assumere comportamenti quotidiani virtuosi e di abbandonare la frenesia del consumismo deve partire dalla volontà e dai piccoli grandi passi che ognuno di noi può mettere in atto.
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