Presentazione di “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi, Venerdì 22 novembre ore 17 al Palazzo Ducale di Massa
14 Novembre 2024 – 21:22

Presentazione di
“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi
Venerdì 22 novembre ore 17 al Palazzo Ducale di Massa
Massa, Palazzo Ducale – Sala della Resistenza
Il libro di Dino Grassi “Io …

Leggi articolo intero »
Crisi climatica e nuove politiche energetiche

Economia, società, politica: anticorpi alla crisi

Quale scuola per l’Italia

Religioni e politica

Ripensare il Mediterraneo un compito dell’Europa

Home » Il Secolo XIX locale, Rubrica Lontano&Vicino di Giorgio Pagano

Il dialogo della città con i vescovi

a cura di in data 20 Luglio 2008 – 17:31

Il Secolo XIX – 20 luglio 2008 – La cittadinanza onoraria a Bassano Staffieri è stata il segno della gratitudine della comunità civile a un Vescovo che è stato soprattutto un “buon pastore”. Sono stato sindaco per un periodo quasi concomitante al suo episcopato, con il conforto di saperlo sempre vicino alla città. Grazie alla sua opera la Chiesa ha  camminato sulle strade dell’uomo e lo ha affiancato con il servizio dell’evangelizzazione e dell’attenzione verso il mondo del lavoro e i ceti più deboli.
Questa vocazione a predicare il Vangelo “dentro e fuori del tempio”, là dove la comunità vive i giorni faticosi della sua quotidianità,  unisce fortemente la cifra pastorale di Monsignor Staffieri a quella del nuovo Vescovo Francesco Moraglia, come risulta dai passaggi significativi delle sue meditazioni.
Prosegue e si sviluppa, dunque, un cammino condotto insieme alla Spezia dalla Curia e dalle istituzioni, da credenti e non credenti, nella distinzione dei ruoli e nella chiarezza delle identità, in vista di obbiettivi condivisi: pace, tolleranza, pluralismo, libertà, solidarietà sociale.  Questo dialogo, alla Spezia, è sempre stato vivo e fecondo e ora deve rinvigorirsi fronteggiando problemi nuovi: i segni di incrinature del nostro modello di coesione sociale, dovute a desolanti e desolate solitudini e a povertà che sembrano senza riscatto; la crisi civile e morale, che comporta anche da noi particolarismi, egoismi, a volte odio per chi è lontano o diverso.
Servono risposte nuove. Penso a una nuova concezione del “pubblico” nel campo delle politiche sociali: non più solo lo “Stato”, ma l’insieme coordinato dei tanti interventi delle istituzioni, dell’economia associativa, del privato sociale. O alla capacità di far convivere culture diverse e di integrare l’etica della sicurezza e dell’ordine civile e l’etica dell’ospitalità e dell’accoglienza responsabile.
Tutto ciò nel contesto di una riflessione su un nuovo rapporto tra religioni e politica, fondato su un “concetto positivo di laicità”, in cui le religioni -non solo quella cattolica- sono chiamate, insieme a tutte le tradizioni culturali e etiche, a contribuire alla vita pubblica. E’ il tema di come coniugare, per il bene dell’uomo, una ispirazione religiosa non fondamentalista e una ragione non totalizzante, una religione e una ragione disponibili entrambe ad apprendere e ad autolimitarsi. Come ha scritto  Monsignor Moraglia “ragione/fede e giustizia/carità sono ambiti distinti, non conflittuali, chiamati a cooperare in vista del bene integrale della persona”. E’ il tema della laicità come attitudine dovuta da parte di tutti, come disponibilità a condividere un terreno comune di valori necessari per convivere e rendere la società più giusta.
Questa riflessione deve animare un confronto largo e qualificato che entri nel merito dei grandi problemi del nostro tempo: un confronto di vitale importanza per il futuro del Paese. La nostra città, in cui il dialogo ha saputo superare antiche barriere e diffidenze e ha dato luogo a una sollecitudine mai dismessa per valori comuni, può e deve fare la sua parte.

lontanoevicino@gmail.com

Popularity: 4%