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Home » Il Secolo XIX locale, Rubrica Lontano&Vicino di Giorgio Pagano

I diritti e il valore degli immigrati

a cura di in data 14 Dicembre 2010 – 14:50

Il  Secolo  XIX – 14 dicembre 2010 – Sabato 18 dicembre è la Giornata Internazionale dei Migranti indetta dall’Onu. Serve a riconoscere il contributo portato da milioni di migranti all’economia e al benessere dei Paesi d’accoglienza e a promuovere il rispetto dei loro diritti. Dignità e rispetto è il motto di quest’anno: sarà al centro dell’iniziativa che il Coordinamento Io non respingo ha organizzato il 18 mattina, così come lo è stato nel corteo del 4 dicembre, organizzato dalla comunità senegalese e da alcune associazioni.
C’è davvero bisogno di dignità e rispetto, perché non è un bel periodo per essere immigrati in Italia.
Tante leggi si sono dimostrate inefficaci o hanno creato problemi. E’ il caso della norma del 2009 sulla regolarizzazione in sanatoria di colf e badanti e non dei lavoratori dell’edilizia, dell’agricoltura e dell’industria dove, per colpa della legge Bossi-Fini e per la chiusura delle quote di ingressi regolari, si è sedimentato molto lavoro nero. La gestione della sanatoria è stata poi densa di ulteriori problemi, perché ha favorito le truffe e consentito a veri o presunti datori di lavoro italiani di lucrare sulla disperazione: migliaia di stranieri, tanti anche a Spezia, hanno versato di tasca propria i 500 euro per la sanatoria, più altro denaro destinato ad agevolare le pratiche, mai giunte a buon fine. La norma sulle regolarizzazioni va dunque cambiata, ed estesa a tutti i settori lavorativi.
Ma è tutta la legislazione che va profondamente modificata: la logica della Bossi-Fini produce irregolarità, il reato di clandestinità ha prodotto l’allargamento delle condizioni di ipersfruttamento e l’impossibilità dei migranti di denunciare e chiedere tutela. Va previsto il permesso di soggiorno per chi denuncia i propri sfruttatori. I migranti, inoltre, sono i primi a pagare il prezzo della crisi, lasciati a casa da un giorno all’altro: chi era tutelato rischia di diventare irregolare, perché la legge prevede la perdita del permesso di soggiorno quando si perde il lavoro. Il tempo per la ricerca di un nuovo lavoro va, quindi, esteso.
Sono questi alcuni “pezzi” di una piattaforma per la dignità e il rispetto del lavoro, e per costruire un’alleanza tra migranti e italiani. L’Italia è, e sarà sempre di più, un Paese multiculturale: perché la nostra società invecchiata ha bisogno di lavoratori giovani e perché i migranti fanno lavori che gli italiani non vogliono più fare. A Spezia, nel settore dell’edilizia, gli immigrati stanno ormai per raggiungere gli italiani. E va ricordato che i migranti versano contributi fiscali e previdenziali molto più alti rispetto a quanto il nostro welfare restituisce loro. Ritenerli un elemento “periferico” del panorama sociale, da trattare con sufficienza quasi fossero solo “casi umani”, è sbagliato: l’immigrazione è un pezzo decisivo della questione sociale del nostro tempo. Il fatto che il 15% della nostra forza lavoro non abbia tutti i diritti (a partire da quello al voto) non è  solo un problema che riguarda gli immigrati, ma un pericolo per la nostra democrazia, che rischia di diventare sempre più elitaria, fondata su moderni schiavi.
Non bisogna più parlare di “noi” e “loro”, perché in gioco ci sono i diritti di tutti, la capacità inclusiva e la giustizia  sociale della nostra democrazia.

lontanoevicino@gmail.com

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