Gli spezzini in sella con la bici in affitto
Il Secolo XIX – 23 novembre 2008 – Buone notizie in città per la mobilità sostenibile, quella che fa muovere il cittadino salvaguardando l’ambiente e la salute dalla minaccia dell’inquinamento.
Di ritorno da Ferrara, la città italiana dove si pedala di più (é in bici il 28% degli spostamenti), ho scoperto, anche nella mia città, il bike sharing, il sistema di bici a noleggio: 140 a disposizione dei cittadini in 12 postazioni. Un servizio comune e individuale, pubblico e privato, un oggetto gratuito ma a pagamento: qui sta la radice del suo successo in tutto il mondo.
A Spezia siamo lontani da Ferrara o dalle altre piatte città emiliane: lì un nocciolo duro di ciclisti è sempre esistito, e ormai si sta in sella come a Copenaghen o ad Amsterdam. Ma col tempo potremo avvicinarci. Grazie al bike sharing, al nostro clima e a una rete di piste ciclabili urbane costruita negli anni che garantisce i collegamenti da Migliarina a Fabiano, mentre si sta costruendo la pista per Canaletto e Fossamastra. Non, come altrove, riserve indiane in campagna, buone solo per le gite domenicali.
Questa rete consente di offrire il servizio di bike sharing a chi arriva da fuori, nei parcheggi di interscambio di Piazza d’armi e del Palasport, collegati al resto della città dalle piste. A Roma, per esempio, il servizio c’è solo nel centro storico, e non contribuisce a usare di meno l’auto, obbiettivo che invece può essere raggiunto a Spezia. Come a Bari, dove mi ha colpito il successo straordinario del bike sharing e la sua capacità di decongestionare il traffico. Ma è soprattutto la recente esperienza di Parigi a fare scuola: 12.000 postazioni, 20.000 biciclette, i ciclisti cresciuti del 94%, gli spostamenti in auto ridotti del 20%.
L’altra buona notizia è il rilancio dei parcheggi di interscambio, collegati sia con le navette che con le normali linee del trasporto pubblico.
Molto, quindi, si può fare per intaccare il monopolio dell’auto e migliorare la qualità dell’aria. Nelle città italiane oltre il 50% delle polveri sottili deriva dal traffico, e ci sono 62 veicoli su 100 abitanti : un terzo in più rispetto alla media europea. A Spezia la situazione è migliore. Si cominciò, tra i primi in Italia, istituendo i parcheggi a pagamento. Ma guai a essere soddisfatti. Quali altre azioni sono possibili? Il car sharing, la condivisione della stessa auto con altre persone. Le “zone 30”, a velocità limitata a 30 km l’ora. La diffusione di carburanti a basso impatto ambientale. Il controllo a pagamento degli accessi, come a Londra e Milano: l’introduzione dei parcheggi a pagamento è stata col tempo accettata e oggi è dovunque un normale strumento di gestione della sosta, così tra una decina d’anni anche il pagamento degli accessi sarà una prassi diffusa. Ancora: il trasporto marittimo e la metropolitana di superficie, due progetti che possono diventare realtà.
Trasporto pubblico di qualità e forme alternative di spostamento: è questo il mix necessario a rendere più vivibili le città. Lo richiedono i nostri polmoni e lo impone la crisi climatica. Serve una svolta del governo nazionale. E, nei Comuni, coraggio politico: il superamento della logica espressa da quel dirigente comunale che, preoccupato delle reazioni, a un amministratore che proponeva soluzioni nuove rispose: “assessore, guardi, per il traffico meno facciamo più facciamo”. E poi servono comportamenti più virtuosi di ognuno di noi. Smontare dall’auto è come smettere di fumare: è impossibile, ma poi succede.
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