Presentazione di “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi, Venerdì 22 novembre ore 17 al Palazzo Ducale di Massa
14 Novembre 2024 – 21:22

Presentazione di
“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi
Venerdì 22 novembre ore 17 al Palazzo Ducale di Massa
Massa, Palazzo Ducale – Sala della Resistenza
Il libro di Dino Grassi “Io …

Leggi articolo intero »
Crisi climatica e nuove politiche energetiche

Economia, società, politica: anticorpi alla crisi

Quale scuola per l’Italia

Religioni e politica

Ripensare il Mediterraneo un compito dell’Europa

Home » Il Secolo XIX locale, Rubrica Lontano&Vicino di Giorgio Pagano

Festival della Mente cultura come risorsa

a cura di in data 13 Settembre 2009 – 18:36

Il Secolo XIX 13 settembre 2009 – Sono stato, per la prima volta, al Festival della Mente. Mi ha catturato l’atmosfera: le tante iniziative in più luoghi, lo spostamento del pubblico dall’una all’altra… Uno “spirito” che coinvolge anche chi non partecipa e, semplicemente, vive o si trova a Sarzana. Ho ascoltato e incontrato alcuni amici: lo scrittore cileno Luis Sepulveda, che negli anni scorsi è stato ospite due volte del Comune di Spezia, il fondatore di Slow Food Carlo Petrini e lo storico Adriano Prosperi, che collaborano con l’Associazione Culturale Mediterraneo. E ho condiviso anch’io le “parole di libertà” di Roberto Saviano, che ci hanno ricordato le tante battaglie di giustizia e di moralità combattute e da vincere.

Non ero mai stato al Festival perché la data coincideva con le mie vacanze. Ma, lo confesso, all’inizio ero un po’ prevenuto: temevo che prevalesse, nei festival culturali, il gusto per l’evento spettacolarizzato, a scapito di una riflessione pacata e approfondita, di interrogativi e ragionamenti complessi, della problematizzazione delle idee. Che la dominanza del discorso mediatico alterasse e impoverisse il respiro e il ritmo del pensiero e quindi svilisse la cultura, spingendola verso la banalizzazione e la superficialità. Invece non è così: le esperienze migliori, e quella di Sarzana è tra queste, sono occasioni di crescita collettiva, di democratizzazione della cultura e della conoscenza, di approfondimento, di riflessione che fuoriesce dalla logica della transitorietà.

Occasioni di cui c’è bisogno in un Paese come il nostro, che non se la passa troppo bene in quanto a cultura. Non investiamo a sufficienza per la ricerca, valorizziamo poco e male il patrimonio artistico, la spesa culturale media di una famiglia è molto bassa.

Eppure la domanda di cultura c’è. In città lo sperimento con la larga partecipazione alle attività di Mediterraneo. A volte lo dimostra il successo inatteso di un libro, come “Gomorra”. Così come lo dimostrano le folle che migrano i festival culturali. Anche il Festival della Mente ci dice che la cultura non è un fatto elitario, per pochi privilegiati: questa è l’idea di cultura che dà la televisione, e che va combattuta. C’è una vasta area di cittadini che sono curiosi e pensosi, che vogliono essere attivi e competenti, che chiedono una cultura che rimetta in circolo il pensiero critico e favorisca le capacità decisionali dell’individuo. Che non si accontentano di un pragmatismo senza mete e ideali.

E’ una domanda che stenta a  trovare luoghi dove indirizzarsi e canali per esprimersi. I festival di approfondimento culturale sono una piccola ma importante risposta. Soprattutto se cercano di vivere più a lungo, nel rapporto con il mondo della scuola: per utilizzare verso le scuole gli spunti e le suggestioni scaturiti dalla rassegna, per stimolare la creatività dei ragazzi e per aiutare i loro insegnanti a capirli meglio, fornendo loro supporti e aggiornamenti. E’ quello che sta facendo -e deve fare sempre più- il Festival della Mente: rafforzare la sua missione educativa e vivere tutto l’anno.

Il Festival, naturalmente, è anche altro: un volano per l’immagine di Sarzana e della provincia, uno strumento per lo sviluppo del turismo e un investimento che genera un impatto economico ragguardevole, pari a otto volte il valore iniziale ( lo spiega molto bene la ricerca “Effetto festival” di Guido Guerzoni).

Davvero la cultura non  è un “lusso” ma una risorsa. Risorsa economica e risorsa sociale e civile.

lontanoevicino@gmail.com

Popularity: 20%