Presentazione di “Un mondo nuovo, una speranza appena nata. Gli anni Sessanta alla Spezia ed in provincia” di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello – Giovedì 19 dicembre 2024 ore 17 a Porto Venere – Ristorante La Marina Calata Doria
15 Dicembre 2024 – 19:29

Presentazione di
“Un mondo nuovo, una speranza appena nata. Gli anni Sessanta alla Spezia ed in provincia”
di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello
Giovedì 19 dicembre 2024 ore 17
Porto Venere – Ristorante La Marina Calata Doria
I due …

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Venerdì 24 maggio ore 17 a Sarzana – In ricordo di Dino Grassi ad un anno dalla scomparsa. Inaugurazione della mostra fotografica “Uomini e navi” e presentazione del libro “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista”

a cura di in data 19 Maggio 2024 – 20:50

Invito 24 maggio 2024

Venerdì 24 maggio alle ore 17 il ricordo di Dino Grassi a Sarzana (Palazzo civico), a un anno dalla scomparsa.
Inaugurazione della mostra fotografica “Uomini e navi” e presentazione del libro “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista

Dino Grassi sarà ricordato venerdì 24 maggio alle ore 17 a Sarzana, a un anno dalla scomparsa, per iniziativa del Comune di Sarzana e dell’Associazione Culturale Mediterraneo. Interverranno Cristina Ponzanelli, sindaco di Sarzana, Egidio Banti, studioso di storia locale, Andrea Ranieri, saggista, e Giorgio Pagano. Alle ore 17 verrà inaugurata, nell’atrio di Palazzo Civico, la mostra fotografica “Uomini e navi”; alle 17,30 verrà presentato, in Sala consiliare, il libro di Grassi “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista”, curato – come la mostra – da Giorgio Pagano.
Dino Grassi (1926-2023) è stato un operaio del Cantiere del Muggiano alla Spezia, per oltre dieci anni segretario della Commissione Interna. Fu poi consigliere regionale del PCI dal 1970 al 1980. In quella fase continuò a fare l’operaio. Nato a Massa, si trasferì prima a Pozzuolo, poi a San Terenzo. Dopo il matrimonio visse sempre a Sarzana, dove fu consigliere comunale e assessore, dal 1980 al 1985.
“La storia politica di Grassi prende corpo dentro la sua esperienza di operaio – afferma Andrea Ranieri –, il suo comunismo nasce proprio insieme alla sua coscienza di produttore, di un lavoratore provetto che insieme a tanti altri, diversi da lui ma uguali perché impegnati in un progetto comune, contribuiscono a fare migliore e più ricco il mondo. Per lui essere un buon comunista era prima di tutto essere un buon operaio. E anche quando sarà eletto dal PCI in consiglio regionale non smetterà di fare l’operaio, perché lì c’erano le radici del suo sapere e del contributo che poteva dare da politico e da amministratore alla vita degli altri”.
Egidio Banti conobbe Dino Grassi da giornalista, quando era consigliere regionale: “Colpivano la dignità personale che mostrava e il senso di rispetto del quale era circondato da tutti. Attraverso di lui si poteva capire quanto fosse stato importante, al di là delle singole fedi politiche, il ruolo che si erano conquistati gli uomini della Resistenza nelle rispettive comunità locali”.
“Ciò che più colpisce della vita di Grassi – sostiene Giorgio Pagano – è lo stile di vita operaio, che ha una forte connotazione morale: correttezza, lealtà, sobrietà, capacità di autoeducazione civile, disinteresse personale, lotta alle ingiustizie”.
La mostra “Uomini e navi” – spiega Pagano – segue il filo narrativo della “Memoria”: l’infanzia e la gioventù di Dino, il primo affascinante incontro con le navi e con gli operai, il matrimonio e la vita familiare, le lotte in fabbrica, i vari e le trasformazioni del Cantiere, fino all’impegno in Regione.
“Il titolo ‘Uomini e navi’ – continua – era uno dei due titoli proposti da Dino per la ‘Memoria’. ‘Io sono un operaio’ era la risposta che Dino dava quando gli si chiedeva l’identità. ‘Uomini e navi’ erano le due grandi passioni della sua vita: la sua classe, gli altri, gli oppressi in tutto il mondo, e i prodotti del lavoro, in cui lui e i suoi compagni si realizzavano come persone”.


Dino Grassi è stato ricordato a Sarzana, a un anno dalla scomparsa, per iniziativa del Comune di Sarzana e dell’Associazione Culturale Mediterraneo. E’ stata inaugurata la mostra “Uomini e navi”, visitabile nell’atrio di Palazzo Civico fino a mercoledì 29 maggio ed è stato presentato il libro di Grassi “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista”.
Dopo il saluto del vicesindaco Carlo Rampi, che ha ricordato l’impegno di Grassi come consigliere comunale e assessore a Sarzana, sono intervenuti Egidio Banti, Andrea Ranieri e Giorgio Pagano, curatore del libro e della mostra.
Banti ha definito Grassi un “custode del futuro”, ricordandone la dignità e la pacatezza e l’afflato unitario che lo contraddistinse e che portò i lavoratori del Muggiano a superare le antiche divisioni e a lottare uniti per la salvezza del cantiere e per i salari e i diritti fin dall’inizio degli anni Sessanta. “Gianfranco Padula, leader della CISL del Muggiano, regalò a Grassi, quando fu eletto in Regione, una copia della Bibbia: un simbolo – ha affermato – dell’incontro che si realizzò allora tra i due umanesimi, marxista e cristiano”.
Ranieri ha affermato che “l’essere operaio di Grassi è in tutta la sua vita, è la componente che spiega Grassi come politico e Grassi come persona”: “le sue mani producono e pensano”. Ranieri ha ricordato Grassi come “la persona più gentile che abbia conosciuto” e ha evidenziato come la “Memoria” si fermi al 1975: “di raccontare il dopo gli mancherà, dice a Pagano nell’intervista che gli farà nel 2023, poco prima della sua morte, la voglia e la forza”. Grassi – ha concluso – “non rinnegherà mai il suo essere fino in fondo comunista, e di avere visto nell’Unione Sovietica il germe di una speranza di liberazione del mondo intero dalla miseria e dallo sfruttamento. Non credo che avesse nostalgia dell’autocrazia stalinista. Piuttosto vide e con qualche sensatezza come il ripudio della parola comunista, avvenisse contestualmente alla marginalizzazione della centralità degli operai e della cultura del lavoro”.
Pagano ha ripercorso la vicenda umana e politica di Grassi e ha così concluso:
“Voglio ringraziare Dino Grassi perché grazie al suo libro, e alla campagna nata attorno al libro, abbiamo contribuito a sollevare una grande questione: la dignità e la libertà del lavoro oggi in Fincantieri. Dino nel libro ricorda il 1932: ‘Poco dopo il “fischio” veniva snodandosi su per la salita che da Muggiano porta a Pozzuolo – e quindi Pugliola, Lerici, Sarzana, ecc. – un corteo di uomini lavati e riordinati negli abiti, a piedi molti, in bicicletta parecchi, che vociavano tra loro delle cose più diverse’. Oggi l’80% del valore di una nave è realizzato da ditte esterne. Tagliare i costi, lavoro al ribasso. Chi paga i conti è il lavoro vivo, in gran parte precario, in gran parte migrante. Sono bengalesi: non escono ‘lavati e riordinati’ come nel 1932. Non hanno docce e stipetti. Salgono puzzolenti sugli autobus, scansati da tutti. Vige il sistema della paga globale: tutto è conglobato in una paga oraria individualizzata contrattata tra il lavoratore e l’impresa appaltatrice. Un sistema retributivo illegale. O si affrontano questioni come queste o non c’è futuro per il sindacato, per la sinistra, per la democrazia”.

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