Un processo democratico nei territori,senza primazie per nessuno, solo così si ricostruisce la sinistra
Città della Spezia, 8 luglio 2014 – La riflessione di Piero Donati e Giorgio Giannoni (Città della Spezia dell’8 luglio) sulla situazione della sinistra nazionale e spezzina è stimolante e spinge a qualche considerazione. La prima: non c’è dubbio sul fatto -concordo con loro- che la ricostruzione della sinistra in Italia debba partire, oggi, dalla lista “L’Altra Europa con Tsipras”. Il raggiungimento del quorum, in una situazione molto complicata, è stato il segno che la lista ha senz’altro una base più ampia, e delle potenzialità che esperienze precedenti di aggregazione a sinistra non avevano perché erano un mero assemblaggio di gruppi dirigenti dei partiti, mentre “L’Altra Europa con Tsipras” è un’esperienza con dentro partiti, movimenti, associazioni, personalità della cultura… E’ un progetto embrionale, e certamente da solo non basta: ma è il punto di partenza.
La seconda considerazione: è vero, come affermano Donati e Giannoni, che “c’è la possibilità concreta che settori del Pd e della società civile alzino la testa”. Di più: ci sono anche settori del M5S che possono “alzare la testa” dopo la svolta a destra di Grillo e la sua alleanza con Farage; e soprattutto tanti elettori del Pd, del M5S o astenuti che possono essere attratti dal progetto di ricostruzione di una sinistra seria, cioè alternativa idealmente e programmaticamente al neoliberismo.
La terza e ultima considerazione: come costruire questo soggetto politico nuovo? Io credo che non si creerà dall’alto, ma sul territorio, in un processo democratico: tenendo aperto il dialogo tra tutte le forze che hanno animato la lista Tsipras e allargando il confronto ad altri, con grande apertura. Si parta quindi dal programma, cioè dalla vita delle persone: alternativa all’austerity, referendum sul fiscal compact, New Deal per il lavoro, reddito di cittadinanza, conversione ecologica dell’economia, diritti, questione morale, riforma della politica. Si lavori dal basso, sul programma, anche su specifici obbiettivi locali. E ci si doti, democraticamente, di coordinamenti stabili. Il centro aggregatore nazionale verrà di conseguenza. Il gruppo dirigente della sinistra nuova può formarsi solo così, non a tavolino: cioè né con accordi di vertice tra i partiti né con qualche intellettuale che si autoproclami leader. Il principio deve essere quello della nomina dal basso: “una testa, un voto”. Nessuna primazia per nessuno, dunque. E un grande sforzo unitario da parte di tutti, senza il quale non si va da nessuna parte. Il che significa battersi contro la logica del mero assemblaggio tra partiti, ma anche contro le pregiudiziali verso i partiti. Lo dico con le parole di Piero Bevilacqua, un intellettuale non iscritto né a Sel né al Prc: “E’ lecito dissentire dalle strategie e comportamenti dei partiti, ma quel che un militante o un intellettuale di sinistra non può dimenticare è che dietro le sigle di Sel e del Prc c’è l’impegno volontario, il lavoro generoso di migliaia di uomini e donne che da anni spendono una parte della loro vita per un progetto di emancipazione collettiva”.
Infine: ho aderito volentieri, nella mia veste di presidente di un’associazione culturale, all’invito del Prc spezzino a partecipare a un dibattito dal titolo “Verso un Polo della Sinistra Alternativa”, proprio perché l’iniziativa è animata dallo spirito del confronto tra tutte le forze: Prc, Sel, associazioni, figure indipendenti come il nostro candidato alle europee Stefano Sarti e altre. E’ una discussione aperta a tutti, mi auguro che Donati e Giannoni vogliano dare il loro contributo. Perché nessuno va escluso, e tutti devono sentirsi protagonisti.
Giorgio Pagano
Presidente dell’Associazione Culturale Mediterraneo
Popularity: 3%