Presentazione di “Un mondo nuovo, una speranza appena nata. Gli anni Sessanta alla Spezia ed in provincia” di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello – Giovedì 19 dicembre 2024 ore 17 a Porto Venere – Ristorante La Marina Calata Doria
15 Dicembre 2024 – 19:29

Presentazione di
“Un mondo nuovo, una speranza appena nata. Gli anni Sessanta alla Spezia ed in provincia”
di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello
Giovedì 19 dicembre 2024 ore 17
Porto Venere – Ristorante La Marina Calata Doria
I due …

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Un paese troppo lungo. L’unità nazionale in pericolo di Giorgio Ruffolo

a cura di in data 1 Maggio 2010 – 09:48

Un paese troppo lungo. L’unità nazionale in pericolo

di Giorgio Ruffolo

L’unità nazionale del nostro paese è sempre stata malsicura, minacciata, mai veramente attuata. E non si può certo dire che in questi anni, cosi vicini al 150° anniversario dell’Unità, il problema si stia risolvendo; anzi, sono sempre più forti quelle spinte che, in forme storiche sempre diverse, hanno puntato a una dissoluzione dello stato unitario. Se ci fu un momento in cui avrebbe potuto essere il Sud, unificato dai Normanni e dagli Svevi, a costituire il nucleo e il motore dell’unità italiana, quell’occasione sfumò e ciò che non riuscì a Federico II dovette aspettare l’Ottocento per essere compiuto. Da subito il grande movimento del Risorgimento rischiò di invischiarsi nella palude dell’anti-risorgimento, ma se i pericoli per l’unità italiana furono nei secoli scorsi il nazionalismo violento e oppressivo del fascismo, o il potere temporale della Chiesa cattolica, non si può dire che oggi manchino le minacce, da una forma di populismo privatistico antagonista del sentimento patriottico, a una decomposizione del tessuto nazionale, presente al Nord in forme provocatorie ma tutto sommato pacifiche, e incombente al Sud nella secessione criminale delle mafie. Eppure, secondo Ruffolo, una speranza c’è. “Realizzare attorno a un progetto nuovo di unità nazionale una vasta rete di solidarietà sarebbe il segno che la “gente”, oggi abbandonata all’autoritratto sterile dei sondaggi, può ancora trasformarsi, impegnandosi nella costruzione del suo futuro, in “popolo”.”

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