“Strage di Piazza Fontana. 55 anni alla ricerca di verità e giustizia”. Incontro al Centro di via Corridoni a La Spezia, Martedì 10 dicembre ore 17
“Strage di Piazza Fontana. 55 anni alla ricerca di verità e giustizia”
Incontro al Centro di via Corridoni a La Spezia,
Martedì 10 dicembre ore 17
Le Sezioni ANPI Centro, Chiappa, Ponente e Muggiano, l’Associazione Culturale Mediterraneo e il Centro anziani di Piazza Brin hanno organizzato l’incontro sul tema “Strage di Piazza Fontana 55 anni alla ricerca di verità e giustizia”, che si terrà martedì 10 dicembre alle ore 17 nella sede del Centro anziani di Piazza Brin, via Corridoni 7. Interverranno Giorgio Pagano, storico, copresidente del Comitato unitario provinciale della Resistenza, e Federico Sinicato, avvocato difensore dei familiari delle vittime della strage e Presidente dell’Associazione Piazza Fontana 12 dicembre 1969.
L’incontro intende ricordare la strage avvenuta il 12 dicembre 1969 alle ore 16,37 all’interno della Banca Nazionale dell’Agricoltura in Piazza Fontana a Milano, quando l’esplosione di una bomba causò la morte di 17 persone e il ferimento di 87. “Vogliamo – affermano gli organizzatori – fare memoria della prima strage che diede inizio agli anni della strategia della tensione e del terrorismo neofascista; sarà presente l’avvocato Federico Sinicato, un testimone importante sia per capire la tragedia di chi ne fu coinvolto, sia per conoscere il percorso travagliato della ricerca di giustizia e verità”.
L’Associazione Piazza Fontana 12 dicembre 1969 si propone di tenere viva la memoria dell’accaduto e di trasmetterla alle nuove generazioni e alla società civile, affermando la verità storica e quindi la responsabilità del gruppo neofascista “Ordine Nuovo”, nelle persone di Franco Freda e Giovanni Ventura, nonostante non esista ancora una verità giudiziaria. I due responsabili infatti non sono stati condannati in quanto precedentemente assolti in un altro processo per il medesimo fatto.
55 anni fa, il 12 dicembre 1969, scoppiò un ordigno nella sede milanese della Banca dell’agricoltura: i morti furono 17.
La diciottesima vittima fu il ferroviere anarchico Giuseppe “Pino” Pinelli, accusato ingiustamente, morto nella notte del 15 dicembre 1969.
L’anniversario è stato ricordato in una iniziativa organizzata dalle Sezioni ANPI Centro, Chiappa, Ponente e Muggiano, dall’Associazione Culturale Mediterraneo e dal Centro anziani di Piazza Brin, nella quale sono intervenuti Giorgio Pagano, storico, copresidente del Comitato unitario provinciale della Resistenza, e Federico Sinicato, avvocato difensore dei familiari delle vittime della strage e Presidente dell’Associazione Piazza Fontana 12 dicembre 1969.
“Per la strage – hanno affermato i due relatori – una verità giudiziaria esiste, anche se contorta, ed è contenuta in una sentenza di Cassazione del giugno 2005: la responsabilità è del nucleo padovano di Ordine Nuovo, gruppo fascista guidato da Franco Freda e Giovanni Ventura, non perseguibili però perché in precedenza già assolti per gli stessi fatti. Il resto, come sempre nella storia delle stragi, resta sfumato, anche se gli storici hanno non hanno ormai dubbi nel citare frange dei servizi segreti come complici e mandanti. E non si parla solo di italiani”.
Era il primo luglio del 1997 quando la Commissione stragi ascoltò il senatore a vita Paolo Emilio Taviani (che nel 1969 era ministro del governo Rumor) dire una frase di estrema chiarezza: “Che agenti della Cia si siano immischiati nella preparazione degli eventi di piazza Fontana e successivi è possibile, anzi sembra ormai certo: erano di principio antiaperturisti e anti-centrosinistra. Che agenti della Cia fossero fornitori di materiali e fra i depistatori sembra pure certo”.
Non ci sono dubbi nemmeno sugli scopi della strage: i fascisti e i loro complici nei servizi intendevano fermare il movimento del 1969-1969, spezzare quella spinta, ricacciare tutti indietro.
“Seguirono poi anni difficili – hanno concluso Pagano e Sinicato – nel corso dei quali imparammo quanto fosse difficile scoprire la verità, in mezzo a tentativi di colpi di stato, servizi segreti al ‘servizio’ dell’eversione, coperture politiche ad altissimo livello. Non abbiamo smesso però di cercarla quella verità ed ancor oggi, levando alto il nostro richiamo alla memoria, ci rivolgiamo a tutti i democratici: quel giorno fu spezzato un filo, svoltò un punto importante della storia d’Italia. Nel frattempo, nel correre degli anni sono cambiate profondamente le cose attorno a noi ed oggi costatiamo, dolorosamente, che sul piano sociale, economico, politico stiamo tornando indietro. Ricordare oggi Piazza della Fontana significa, quindi, mettere assieme la testimonianza della nostra ricerca della verità e la nostra volontà di impegnarci e lottare ancora per invertire la rotta non rinunciando all’idea di una società da ricostruire pezzo per pezzo, secondo gli ideali dell’eguaglianza, della solidarietà sociale, dell’internazionalismo”.
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