Quella speranza della Spezia
Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello presentano due volumi sugli anni Sessanta in una città in cui la forza della classe operaia incrociava studenti e intellettuali
di DONATELLA ALFONSO
Repubblica Liguria 21 marzo 2020
La Spezia sembra molto distante dal Quartiere Latino infuocato dai giorni del maggio ’68 o dalla San Francisco del movimento hippy: ma Un mondo nuovo, una speranza appena nata. Gli anni Sessanta alla Spezia ed in provincia di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello riesce a raccontare un decennio (e qualcosa in più) indimenticabile in due volumoni da 800 pagine l’uno: il primo (edito da Cinque Terre, 844 pagine, 30 euro) è uscito a gennaio, con il sottotitolo Dai moti del 1960 al Maggio 1968 ; il secondo, spiega Pagano, “pensavamo di mandarlo in libreria a giugno, ma vista la situazione uscirà ad ottobre, penso”. Un mondo nuovo, una speranza appena nata è un verso famosissimo da Dio è morto di Francesco Guccini; scritto insieme a Maria Cristina Mirabello, già docente e ora ricercatrice storica, il libro raccoglie tante storie, ma anche tanti nomi, una sorta di biografia collettiva di chi ha vissuto una lunga stagione che inizia, spiega Pagano, “dai moti del ’60 , la grande rottura storica che prepara i fatti del ’68 e del ’69, un biennio strettamente intrecciato. E ci sono, insieme, testimonianze, immagini e documenti”.
Perché alla Spezia, spiega ancora, “sono stati anni molto ricchi di idee e di eventi; pur non essendo una città universitaria, aveva una classe operaia molto forte, da cui provenivano anche molti amministratori, non corporativa ma indirizzata allo sviluppo di tutta la città e che si muove in anticipo rispetto al resto della classe operaia italiana, a partire dal primo sciopero unitario del dopoguerra, quello del 1967 per la salvezza del cantiere navale del Muggiano». E poi, una scena culturale importante, che si allarga alle Cinque Terre e a Lerici, “con intellettuali di rilievo nazionale, da don Sandro La-gomarsini e l’esperienza del doposcuola di Càssego a un cinefilo come Enzo Ungari che inventò poi il festival di Massenzio, Paolo Bertolani il poeta – enumera Pagano – e nelle Cinque Terre i grandi nomi della letteratura e della pittura internazionale che incontravano i ragazzi contadini e pescatori. E l’ostello di Lerici con giovani da tutto il mondo”. Ma gli anni ’60 sono stati anche la scoperta della cultura giovanile: “si pensi all’importanza del linguaggio della musica – ma anche gli stili di consumo ed i comportamenti di vita – della comunità giovanile protagonista della rivolta antiautoritaria. Dio è morto fu anche il manifesto di questa comunità e della frattura giovani-adulti che si verificò. Era emersa una generazione, per molti aspetti diversa dalla precedente e da essa distinta, insoddisfatta del presente ma anche delle proposte di cambiamento indicate dalla ‘sinistra storica’ e da tutti i riformismi in campo”. Nel prossimo volume – dal sottotitolo Dalla Primavera di Praga all’Autunno caldo – ampio spazio ai movimenti degli studenti medi, con le lotte studentesche che univano l’estremo levante ligure e l’alta Toscana, già protagonisti, nel primo volume, della seconda occupazione di una scuola superiore in Italia, il Liceo Pacinotti nel febbraio 1968. Intanto, nel primo volume, ogni capitolo, compreso quello dedicato alle fotografie, costituisce un libro a sé, conclude Pagano; “E c’è chi mi ha scritto che anche solo leggendo le biografie, scritte dalle persone che hanno raccontato i fatti, si capisce cosa siano stati gli anni ‘60”. Altro che storie di provincia.
Il libro si può ordinare online:
https://www.edizioni5terre.com/libro/un-mondo-nuovo-1/
Popularity: 4%