Presentazione di “Un mondo nuovo, una speranza appena nata. Gli anni Sessanta alla Spezia ed in provincia” di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello – Giovedì 18 gennaio a Villafranca in Lunigiana dialogo tra Guido Tonelli e Giorgio Pagano
Presentazione di
“Un mondo nuovo, una speranza appena nata. Gli anni Sessanta alla Spezia ed in provincia”
di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello,
Giovedì 18 Gennaio ore 21 a Villafranca in Lunigiana
Salone voltato del Museo Etnografico
Dialogo tra GUIDO TONELLI e GIORGIO PAGANO
Giovedì 18 gennaio alle ore 21 a Villafranca in Lunigiana, nel Salone voltato del Museo Etnografico, si terrà la presentazione del libro di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello “Un mondo nuovo, una speranza appena nata. Gli anni Sessanta alla Spezia ed in provincia”.
L’iniziativa è organizzata dall’Associazione Culturale Alberico Benedicenti e dall’Associazione Culturale Mediterraneo.
Dopo l’introduzione di Mara Cavalli, presidente dell’Associazione Culturale Benedicenti, Giorgio Pagano dialogherà con Guido Tonelli, fisico del CERN di Ginevra, testimone e protagonista del libro.
Il libro – in due volumi: il primo è intitolato “Dai moti del 1960 al Maggio 1968”, il secondo “Dalla primavera di Praga all’Autunno caldo” – è arrivato alla settantesima presentazione in giro per l’Italia. Giorgio Pagano ha definito il giro di presentazioni “una grande discussione di massa su un tema che ci è contemporaneo, perché ci parla della spinta umanistica a dare un segno morale e umano alla modernità, che dopo il Sessantotto fu sconfitta ma che stiamo cercando ancora in un mondo sempre più disumanizzato”.
Fu in quegli anni che Giorgio Pagano e Guido Tonelli crebbero e diventarono ciò che sono stati nella vita e che sono oggi. Al centro del dialogo sarà il tema “quel che resta di quegli anni”, innanzitutto in loro, e come negli anni Sessanta e nel Sessantotto si svolse il loro “romanzo di formazione”. Sarà di particolare interesse, soprattutto, capire come le esperienze di vita degli anni Sessanta e del Sessantotto siano state alla radice della curiosità di Guido Tonelli scienziato, “una palestra”, come lui afferma nel libro, per “imparare a far funzionare il cervello”.
Nella Prefazione al libro lo storico Paolo Pezzino ha scritto:
“L’opera si segnala per l’utilizzazione di 330 testimonianze di donne e uomini che hanno vissuto le vicende degli anni Sessanta in provincia della Spezia (più quelle dei due autori). Le testimonianze non sono riportate nella loro integralità, ma inserite con frammenti all’interno della narrazione storica. Questa scelta consente di adottare uno stile di racconto coinvolgente e vivace, che fa sì parlare i testimoni, ma dà rilevanza e significato ai loro racconti all’interno di un contesto narrativo.
Altra caratteristica dell’opera è lo spettro veramente impressionante degli argomenti trattati: non ci si limita infatti agli aspetti più evidenti delle lotte sindacali degli operai, del movimento degli studenti, dei rapidi mutamenti del mondo politico, ma si prendono in considerazione anche l’evoluzione del costume, della cultura artistica e musicale, dei quadri ideologici, delle pratiche religiose.
I due volumi sono poi corredati da importanti apparati: una cronologia internazionale e nazionale, oltre che locale, appendici documentarie, le schede biografiche dei testimoni, e le fotografie, che fanno parte a pieno titolo dell’interpretazione e della narrazione storiografica.
In conclusione un’opera monumentale che restituisce alla Spezia, importante città industriale, il ruolo di primo piano che le spetta nel quadro dei sovvertimenti politico-sociali ed economici degli anni Sessanta”.
Grande partecipazione, al Museo etnografico di Villafranca in Lunigiana, alla presentazione del libro di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello “Un mondo nuovo, una speranza appena nata. Gli anni Sessanta alla Spezia ed in provincia”.
L’iniziativa, organizzata dall’Associazione Culturale Alberico Benedicenti e dall’Associazione Culturale Mediterraneo, è stata introdotta da Mara Cavalli, che ha poi dato la parola a Giorgio Pagano e Guido Tonelli, fisico del CERN di Ginevra, testimone e protagonista del libro.
Pagano ha così sintetizzato il senso del libro:
“La speranza, in quegli anni, covava veramente, come dice Francesco Guccini in una delle testimonianze pubblicate. Era la speranza in una società antiautoritaria, in un’altra scuola, un’altra fabbrica, un’altra famiglia, altre relazioni intersoggettive. E in una società non classista, socialmente più giusta. Il contributo più ricco del Sessantotto è stato l’aver dato centralità al sapere, alla scuola, alla cultura: averla presto abbandonata è stato un limite del movimento, che si smarrì nel dottrinarismo dogmatico; non averla recepita è stata la grande responsabilità delle forze della sinistra. La sconfitta fu dovuta a una molteplicità di motivi, ma questo fu forse l’errore più grave. Accanto alla centralità della fabbrica c’era la centralità del sapere: una lezione valida ancora oggi”.
Guido Tonelli ha così ripercorso quegli anni:
“Oggi proviamo la felicità privata. E’ bello, è importante, ma ‘privata’ vuol dire che manca la possibilità di poterla condividere con gli altri. Nel Sessantotto avevamo la sensazione di essere parte di un’onda, un granellino di sabbia della grande alleanza degli oppressi, in cui eravamo tutti fratelli. Quella felicità non l’ho più provata, e mi manca da morire”.
Lo scienziato ha condiviso l’analisi di Pagano sulle ragioni della sconfitta:
“Quando non si trova uno sbocco si cercano i padri e si torna alle origini. Ci siamo messi alla ricerca del comunismo tradito dalla sinistra storica, ma così ci siamo inariditi: non abbiamo capito la società che cambiava. Oggi dobbiamo ripartire dalla conoscenza, dalla scuola: è ancora adesso la leva per cambiare la società”.
Infine Tonelli si è soffermato su “quanto resta di quegli anni” – il titolo di una delle parti del libro – nel suo lavoro attuale:
“E’ importante aver provato. Ho imparato da allora a non scoraggiarmi. E’ quello che fa lo scienziato: prova, fallisce, non si scoraggia, non ha paura di fallire. Noi scienziati siamo menti ribelli, non accettiamo di obbedire, eleggiamo i nostri capi, l’autorità che riconosciamo è quella morale. Ecco perché posso dire che sto facendo cose simili a quelle che volevo fare in quegli anni”.
La prossima tappa del giro di iniziative di Guido Tonelli nel nostro territorio sarà la presentazione del suo libro “Materia. Una magnifica illusione”, che si terrà sabato 20 gennaio alle ore 16,30 alla Sala Dante. L’iniziativa è organizzata dall’Associazione Culturale Mediterraneo e dall’Associazione Culturale Benedicenti.
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