Presentazione di “Un mondo nuovo, una speranza appena nata. Gli anni Sessanta alla Spezia ed in provincia” di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello – Giovedì 19 dicembre 2024 ore 17 a Porto Venere – Ristorante La Marina Calata Doria
15 Dicembre 2024 – 19:29

Presentazione di
“Un mondo nuovo, una speranza appena nata. Gli anni Sessanta alla Spezia ed in provincia”
di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello
Giovedì 19 dicembre 2024 ore 17
Porto Venere – Ristorante La Marina Calata Doria
I due …

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Presentazione di “Tra utopia e realismo. Appunti sul Sessantotto” – Venerdì 27 Settembre ore 18 – Massa – Biblioteca Diocesana, dialogo tra Giorgio Pagano e Carmine Mazzacappa

a cura di in data 20 Settembre 2024 – 09:34

Invito

Presentazione di
Tra utopia e realismo. Appunti sul Sessantotto
Venerdì 27 Settembre ore 18
Massa – Biblioteca Diocesana
dialogo tra Giorgio Pagano e Carmine Mazzacappa

Presentazione di “Tra utopia e realismo. Appunti sul Sessantotto” – Venerdì 27 Settembre ore 18 – Massa – Biblioteca Diocesana, dialogo tra Giorgio Pagano e Carmine Mazzacappa
Venerdì 27 settembre alle ore 18 nella Sala di lettura della Biblioteca diocesana di Massa sarà presentato il libro “Tra utopia e realismo. Appunti sul Sessantotto” (ETS edizioni). Giorgio Pagano, curatore del libro, dialogherà con Carmine Mezzacappa, dell’Associazione Dal libro alla solidarietà.
L’iniziativa è organizzata dall’Associazione Dal libro alla solidarietà e da altre associazioni di Massa.

Il libro ospita scritti di: Giorgio Pagano, Marcello Flores, Luisa Passerini, Chiara Dogliotti, Giovanni Gozzini, Alessandro Santagata, Alfonso Maurizio Iacono, Massimo Cappitti, Luca Basile, Marcello Montanari, Guido Viale.

Sessant’anni fa, il 30 novembre 1964, iniziò l’occupazione di Sproul Hall, nel campus di Berkeley. Joan Baez intonò Blowin’ in the wind di Bob Dylan («Su quante strade deve camminare un uomo / Prima di essere chiamato tale?»). Mario Savio, leader del Free Speech Movement, tenne un brevissimo discorso agli studenti, basato sul concetto che «la storia non è finita» e che «è possibile una migliore società». Il Sessantotto fu la richiesta di un cambiamento di civiltà all’insegna della fratellanza: l’essere persone nuove e il sentirsi reciprocamente legati. Più che un movimento nato nelle sedi istituzionali della politica, un movimento “morale” che poi scoprì la politica ma non assunse una forma definita. E che volle rispondere alle sfide della secolarizzazione ricercando un nuovo senso della vita, intrecciando in questo tentativo spinte di provenienza marxista, cattolica, libertaria. Fu utopia, ma anche realismo, lotta per conquistare qui e ora una scuola e una fabbrica più libere e democratiche, una radicale riforma del sapere e della cultura, una maggiore giustizia sociale.
In questo libro storici, filosofi e studiosi di diversa provenienza riflettono e discutono ancora sugli anni Sessanta e sul Sessantotto. Forse perché l’utopia concreta di «una migliore società» non può esaurirsi, e la storia può e deve ricominciare. Quegli anni sono ormai molto lontani da noi, ma l’approccio umanistico contro un mondo disumanizzato è più che mai necessario.


Interesse e partecipazione, alla Biblioteca diocesana di Massa, per il libro “Tra utopia e realismo. Appunti sul Sessantotto”. Giorgio Pagano, curatore del libro, ha dialogato con Carmine Mezzacappa, dell’Associazione Dal libro alla solidarietà, toccando i tanti aspetti affrontati nel libro – un caleidoscopio ricco di analisi e riflessioni – da alcuni tra i più importanti storici, filosofi e sociologi del nostro Paese.
Non è mancato un riferimento agli aspetti più vitali del Sessantotto, che ci parlano ancora. Secondo Pagano sono “la partecipazione, l’assunzione di responsabilità personale e l’intreccio tra democrazia diretta e democrazia rappresentativa, tutte indicazioni utili in una fase di crisi della democrazia, di apatia politica e di dispotismo” e “la giustizia sociale, tema attualissimo in una società sempre più diseguale e in cui il lavoro è ancora lavoro sfruttato”. Ma anche “il pacifismo del Sessantotto degli inizi, quello di Martin Luther King e del movimento hippy, una voce che giunge ancora fino a noi, persone che vivono in un mondo sempre più disumanizzato e pervaso dal bellicismo, in cui ritorna la minaccia della guerra nucleare”.

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