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14 Novembre 2024 – 21:22

Presentazione di
“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi
Venerdì 22 novembre ore 17 al Palazzo Ducale di Massa
Massa, Palazzo Ducale – Sala della Resistenza
Il libro di Dino Grassi “Io …

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Presentazione di “Tra utopia e realismo. Appunti sul Sessantotto” – Domenica 1° Settembre ore 17.30 festa de L’Unità di Montaretto, dialogo tra Giorgio Pagano e Andrea Orlando

a cura di in data 24 Agosto 2024 – 21:30

Invito

Presentazione di
Tra utopia e realismo. Appunti sul Sessantotto
Domenica 1° Settembre ore 17.30 festa de L’Unità di Montaretto
dialogo tra Giorgio Pagano e Andrea Orlando

Domenica 1° settembre alle ore 17,30 alla Festa de l’Unità di Montaretto (Bonassola, SP) sarà presentato il libro “Tra utopia e realismo. Appunti sul Sessantotto” (ETS edizioni). Giorgio Pagano, curatore del libro, dialogherà con l’on. Andrea Orlando.

Il libro ospita scritti di: Giorgio Pagano, Marcello Flores, Luisa Passerini, Chiara Dogliotti, Giovanni Gozzini, Alessandro Santagata, Alfonso Maurizio Iacono, Massimo Cappitti, Luca Basile, Marcello Montanari, Guido Viale.

Sessant’anni fa, il 30 novembre 1964, iniziò l’occupazione di Sproul Hall, nel campus di Berkeley. Joan Baez intonò Blowin’ in the wind di Bob Dylan («Su quante strade deve camminare un uomo / Prima di essere chiamato tale?»). Mario Savio, leader del Free Speech Movement, tenne un brevissimo discorso agli studenti, basato sul concetto che «la storia non è finita» e che «è possibile una migliore società». Il Sessantotto fu la richiesta di un cambiamento di civiltà all’insegna della fratellanza: l’essere persone nuove e il sentirsi reciprocamente legati. Più che un movimento nato nelle sedi istituzionali della politica, un movimento “morale” che poi scoprì la politica ma non assunse una forma definita. E che volle rispondere alle sfide della secolarizzazione ricercando un nuovo senso della vita, intrecciando in questo tentativo spinte di provenienza marxista, cattolica, libertaria. Fu utopia, ma anche realismo, lotta per conquistare qui e ora una scuola e una fabbrica più libere e democratiche, una radicale riforma del sapere e della cultura, una maggiore giustizia sociale.
In questo libro storici, filosofi e studiosi di diversa provenienza riflettono e discutono ancora sugli anni Sessanta e sul Sessantotto. Forse perché l’utopia concreta di «una migliore società» non può esaurirsi, e la storia può e deve ricominciare. Quegli anni sono ormai molto lontani da noi, ma l’approccio umanistico contro un mondo disumanizzato è più che mai necessario.


Grande partecipazione alla Casa del Popolo di Montaretto, domenica, per il dialogo tra Giorgio Pagano e Andrea Orlando sul libro “Tra utopia e realismo. Appunti sul Sessantotto”, che ha coinciso con l’annuncio dell’accordo di un un ampio schieramento di forze progressiste sulla candidatura di Orlando alla Presidenza della Regione Liguria.
Pagano, curatore del libro, e Orlando si sono in particolare soffermati sulle potenzialità di una parte delle culture del Sessantotto, utili a costruire le “utopie realistiche” per l’oggi. Pagano ne ha indicate alcune, definendole “tracce della trama della storia che possono servire anche per un programma di trasformazioni radicali della Liguria”. Un punto, questo, su cui entrambi i relatori hanno convenuto: “bisogna polarizzare, radicalizzare le proposte: se i programmi si assomigliano non si motiva il voto, non si contrasta l’astensionismo”, hanno affermato più volte. Pagano ha insistito sulla partecipazione – “non basta la conquista del potere dall’alto, senza un largo coinvolgimento popolare” –, sulla qualità e dignità del lavoro operaio, sulla centralità, insieme a questo, del lavoro intellettuale, della scuola e della cultura, e sul pacifismo: “oggi si fatica anche solo a far giungere la voce che dice ‘pace’ e non si lotta come si dovrebbe contro l’atlantismo bellicista”.
Anche per Orlando il tema della partecipazione è centrale: “bisogna ricostruire la democrazia in Liguria – ha detto – dopo che è stata trasformata in oligarchia: la democrazia è solo quella collettiva”. L’Università e la cultura – ha aggiunto – sono importanti anche per combattere il calo demografico. Contro il quale serve, anche e soprattutto, una “reindustrializzazione gentile”, che crei posti di lavoro stabili e di qualità. Orlando ha convenuto che occorre interloquire con la protesta giovanile per la pace: “Si può non essere d’accordo su tutte le parole d’ordine delle manifestazioni studentesche per la Palestina, ma esprimono un forte segnale di partecipazione”.
Soffermandosi sul libro, Pagano e Orlando hanno convenuto su un altro punto di fondo, concludendo così: “Emerge in quegli anni l’importanza del cambiamento anche personale, la capacità delle persone di autodeterminare la propria vita e di contare nella società. Questa voglia di cambiare c’è ancora, la storia non è finita”.

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