Presentazione di “Sebben che siamo donne. Resistenza al femminile in IV Zona Operativa, tra La Spezia e Lunigiana” di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello – Venerdì 14 Settembre ore 21 a Varese Ligure
Presentazione di “Sebben che siamo donne. Resistenza al femminile in IV Zona Operativa, tra La Spezia e Lunigiana“
di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello
Venerdì 14 Settembre ore 21 a Varese Ligure
Sala del Castello
Il libro di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello “Sebben che siamo donne. Resistenza al femminile in IV Zona Operativa, tra La Spezia e Lunigiana” (edizioni Cinque Terre) sarà presentato anche a Varese Ligure, uno dei luoghi simbolo della Resistenza nella IV Zona Operativa, venerdì 14 settembre alle ore 21 nella Sala del Castello. L’iniziativa, organizzata dai Comuni di Varese Ligure e di Maissana, vedrà gli interventi dei rispettivi Sindaci, Gian Carlo Lucchetti ed Egidio Banti, e di Doriana Ferrato, presidente della Sezione della Spezia dell’Associazione Nazionale Deportati.
L’intendimento del libro è quello di fornire un materiale organizzato, anche documentario, tramite il quale capire con la ragione e percepire sentimentalmente il fenomeno della Resistenza al femminile: moltissime donne, nate e cresciute sotto il fascismo, mai prima protagoniste, compirono dopo il 25 luglio e l’8 settembre 1943 scelte morali pesanti e drammatiche. Parteciparono agli scioperi operai, organizzarono proteste, diventarono staffette o partigiane in armi.Nelle campagne e nelle montagne si sviluppò la Resistenza civile delle donne, che furono curatrici e sostenitrici: senza il loro aiuto, variamente declinato fra silenzio, protezione, assistenza, il movimento partigiano non avrebbe potuto superare le traversie del durissimo inverno 1944-45.
Senza la pretesa di esaurire l’argomento “Donne e IV Zona Operativa”, il libro sicuramente costituisce una novità e un punto fermo: il nuovo sta nell’articolazione dei contenuti, nell’apparato di note, nell’ agevole accesso al materiale anche grazie all’indice analitico, nelle indicazioni bibliografiche, nell’ampia documentazione fotografica; il punto fermo è dato dal fatto che sono state raccolte- e oltre l’attuale fase storica sarebbe stato davvero impossibile- le ultime testimonianze delle protagoniste e/o di chi a stretto contatto con esse ha vissuto: 32 sono i ritratti delle donne partigiane -tra cui quello di Rosetta Solari, che combatté con la Brigata “Centocroci”, che operò nella zona di Varese Ligure- e un intero capitolo è dedicato alle donne delle campagne e delle montagne, tra cui le donne di Valletti di Varese Ligure e di Torza di Maissana.
“In un certo senso -scrivono Pagano e Mirabello- si è trattato di fare una corsa contro il tempo, per ‘fissare’ criticamente ma non freddamente un ‘altro’ tempo, senza il quale e senza l’affiorare in esso del protagonismo femminile non ci sarebbero state la Repubblica e la Costituzione. E’ un ‘altro’ tempo che ci parla ancora. Nella vita delle donne protagoniste del libro si intravede l’apertura di una breccia, il principio di un percorso di partecipazione: per tante di loro quei giorni furono ‘vissuti veramente da me’… Oggi che il percorso di emancipazione delle donne, così come il più generale percorso di emancipazione sociale, incontra grandi difficoltà, la concezione della Resistenza civile resta un potente strumento di trasformazione culturale: perché insegna che tutti e tutte, e quindi anche i più deboli, e in ogni occasione, possono fare qualcosa”.
Il libro di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello “Sebben che siamo donne. Resistenza al femminile in IV Zona Operativa, tra La Spezia e Lunigiana” ha fatto tappa anche a Varese Ligure, per iniziativa dei Comuni di Varese Ligure e di Maissana.
Gian Carlo Lucchetti, Sindaco di Varese Ligure, ha proposto che il libro sia studiato nelle scuole del territorio, per “il rilevante contributo alla storia non solo della Resistenza ma anche della val di Vara” e, ha aggiunto Egidio Banti, Sindaco di Maissana, alla storia della “regione del Gottero, che comprende parti della val di Taro e della Lunigiana”. Solo leggendo il libro, ha detto Banti, “ci si rende conto del ruolo fondamentale delle donne nella Resistenza e anche della forza di molti personaggi femminili”.
Giorgio Pagano ha spiegato il grande sostegno della popolazione della val di Vara alla Resistenza: “Era una civiltà contadina, chiusa nell’autoconsumo, priva di coscienza sociale e politica, ma il lungo isolamento aveva comportato un forte spirito di indipendenza, che non sopportava il dominio tedesco… il clero aveva inoltre una forte influenza, e nella grande maggioranza dei casi sostenne il movimento partigiano”. Pesò anche l’influenza di coloro che erano emigrati negli Stati Uniti e in Inghilterra, e avevano conosciuto la libertà e la democrazia. Infine, ha proseguito Pagano, “emerse prepotentemente l’istinto materno delle donne contadine, che fu per molte la molla della maturazione sociale e politica”. L’autore si è soffermato sulle testimonianze di Anna De Paoli, di Colle di Valletti, che curò, sfamò e protesse molti partigiani della Brigata “Coduri”, e di Lina Cattaneo, di Torza, che con altre ragazze del Paese si impegnò a convincere molti alpini della “Monterosa” a disertare e a passare con la “Coduri”. E ha ricordato Rosetta Solari, partigiana in armi, che collaborò con la Brigata “Centocroci “ comandata da Federico Salvestri “Richetto”. Maria Cristina Mirabello si è soffermata sulle suore dell’Ospedale di Albareto, Suor Vincenza e Suor Caterina, a cui furono sempre grati i partigiani della “Centocroci”, e su Angela Gotelli, poi parlamentare per la Dc, che fu staffetta e crocerossina, e che ospitò nelle sue case molte partigiane, tra cui proprio la madre Vega Gori “Ivana”, staffetta e dattilografa per il Cln e per il Pci.
Nel corso dell’iniziativa è stata ricordata anche una delle protagoniste del libro, Zenech Marani, scomparsa qualche ora prima. Zenech Marani fu staffetta della Brigata “Muccini” e poi nel dopoguerra fu sempre in prima fila nelle lotte sindacali e politiche alla Ceramica Vaccari di Ponzano Magra.
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