Presentazione di “Sebben che siamo donne. Resistenza al femminile in IV Zona Operativa, tra La Spezia e Lunigiana” di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello – Sabato 15 Dicembre ore 16.30 a Moneglia, Sala del Consiglio Comunale
Presentazione di “Sebben che siamo donne. Resistenza al femminile in IV Zona Operativa, tra La Spezia e Lunigiana”
di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello
Sabato 15 dicembre ore 16,30
Moneglia – Sala del Consiglio Comunale
Il libro di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello “Sebben che siamo donne. Resistenza al femminile in IV Zona Operativa, tra La Spezia e Lunigiana” (edizioni Cinque Terre) verrà presentato sabato 15 dicembre alle ore 16,30 a Moneglia, nella Sala del Consiglio Comunale. Dopo l’introduzione di Arnaldo Signorastri, Presidente della Sezione Anpi di Moneglia, interverranno Valentina Ghio, Sindaca di Sestri Levante, e Ezio Vallerio, Presidente della Sezione Anpi di Sestri Levante. Saranno presenti gli autori.
L’intendimento del libro è quello di fornire un materiale organizzato, anche documentario, tramite il quale capire con la ragione e percepire sentimentalmente il fenomeno della Resistenza al femminile: moltissime donne, nate e cresciute sotto il fascismo, mai prima protagoniste, compirono dopo il 25 luglio e l’8 settembre 1943 scelte morali pesanti e drammatiche. Parteciparono agli scioperi operai, organizzarono proteste, diventarono staffette o partigiane in armi. Nelle campagne e nelle montagne si sviluppò la Resistenza civile delle donne, che furono curatrici e sostenitrici: senza il loro aiuto, variamente declinato fra silenzio, protezione, assistenza, il movimento partigiano non avrebbe potuto superare le traversie del durissimo inverno 1944-45.
Senza la pretesa di esaurire l’argomento “Donne e IV Zona Operativa”, il libro sicuramente costituisce una novità e un punto fermo: il nuovo sta nell’articolazione dei contenuti, nell’apparato di note, nell’ agevole accesso al materiale anche grazie all’indice analitico, nelle indicazioni bibliografiche, nell’ampia documentazione fotografica; il punto fermo è dato dal fatto che sono state raccolte- e oltre l’attuale fase storica sarebbe stato davvero impossibile- le ultime testimonianze delle protagoniste e/o di chi a stretto contatto con esse ha vissuto: 32 sono i ritratti delle donne partigiane, e un intero capitolo è dedicato alle donne delle campagne e delle montagne.
Tra le protagoniste del libro ci sono le donne delle campagne e delle montagne, tra cui le donne di Maissana e Varese Ligure sostenitrici della Brigata garibaldina “Coduri”, che operava nel Tigullio.
“In un certo senso -scrivono Pagano e Mirabello- si è trattato di fare una corsa contro il tempo, per ‘fissare’ criticamente ma non freddamente un ‘altro’ tempo, senza il quale e senza l’affiorare in esso del protagonismo femminile non ci sarebbero state la Repubblica e la Costituzione. E’ un ‘altro’ tempo che ci parla ancora. Nella vita delle donne protagoniste del libro si intravede l’apertura di una breccia, il principio di un percorso di partecipazione: per tante di loro quei giorni furono ‘vissuti veramente da me’… Oggi che il percorso di emancipazione delle donne, così come il più generale percorso di emancipazione sociale, incontra grandi difficoltà, la concezione della Resistenza civile resta un potente strumento di trasformazione culturale: perché insegna che tutti e tutte, e quindi anche i più deboli, e in ogni occasione, possono fare qualcosa”.
Il libro di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello “Sebben che siamo donne. Resistenza al femminile in IV Zona Operativa, tra La Spezia e Lunigiana” è stato presentato anche a Moneglia, nella Sala del Consiglio Comunale. Dopo l’introduzione di Arnaldo Signorastri, Presidente della Sezione Anpi di Moneglia, sono intervenuti Valentina Ghio, Sindaca di Sestri Levante, e Ezio Vallerio, Presidente della Sezione Anpi di Sestri Levante.
Per Valentina Ghio il libro “dà pienamente il senso dell’importanza e della complessità della partecipazione femminile alla Resistenza”. “Sebben che siamo donne” mette al centro infatti “il ruolo delle staffette, non certamente di secondo piano”, quello delle partigiane in armi – “che ebbero un rapporto più problematico con l’uso delle armi rispetto agli uomini, il che rivela una peculiarità delle donne come generatrici di vita”-, e l’apporto fondamentale delle donne delle fabbriche e delle donne contadine, curatrici e sostenitrici dei partigiani. Circa queste ultime, Ghio ha raccontato la vicenda del padre partigiano che, ferito, fu curato e salvato da due donne di Comuneglia. La Sindaca di Sestri Levante si è infine soffermata su un tema chiave del libro, quello delle “aspettative tradite” della Resistenza femminile e sul “ritorno indietro delle donne nell’immediato dopoguerra”: eppure “la Resistenza -ha concluso- fu la rivoluzione culturale più importante del Novecento, e diede vita a una Costituzione molto avanzata anche sui diritti delle donne: le lotte degli anni Settanta e quelle di oggi riprendono la lezione perenne delle donne resistenti”.
Ezio Vallerio ha detto di “aver letto il libro con entusiasmo”, perché “commuove e nello stesso tempo fa emergere il problema serio del maschilismo della Resistenza”. Vallerio, giovane partigiano della Brigata “Coduri”, ha poi raccontato che “il comando della Cichero, con ‘Bisagno’ e ‘Marzo’, ci chiese di spostarci perché eravamo in una zona poco sicura” e che “noi abbiamo detto di no perché sapevamo di poter contare sull’aiuto delle donne contadine”.
Infine l’autore. Giorgio Pagano ha affermato: “Il libro nasce innanzitutto dall’interrogativo su come trasmettere l’eredità della Resistenza alle nuove generazioni”. Possiamo farlo, ha detto, “con una concezione della Resistenza in cui la madre non ha uno spazio minore rispetto al partigiano e in cui mettiamo al centro l’umanesimo delle donne, che seppero fare, da volontarie a pieno titolo, la scelta morale dell’assunzione di responsabilità e della solidarietà con gli altri”. “Le donne -ha continuato-avrebbero potuto stare a casa, rinchiudersi nel privato, evitando di esporsi: ma così non avvenne. Senza di loro la Resistenza non ce l’avrebbe mai fatta”. Concludendo Pagano si è soffermato sul sostegno delle contadine di Valletti e di Torza di Maissana alla Brigata “Coduri”, ricordando le figure di Anna De Paoli di Valletti, nella cui casa fu ospitato per un certo periodo il Comando di Brigata, di Lina Cattaneo e delle altre donne di Torza che convinsero 26 alpini della “Monterosa” di stanza a Riva Trigoso a passare con la “Coduri”, nonché la figura di Irene Giusso “Violetta”, la “partigiana in pantaloni”, che fece la staffetta e, scoperta, entrò a far parte organica della Brigata.
Popularity: 5%