Presentazione di “Sebben che siamo donne. Resistenza al femminile in IV Zona Operativa, tra La Spezia e Lunigiana” di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello – Mercoledì 8 Maggio ore 17,45 al Circolo ARCI Zenzero di via Torti 35 a Genova
Presentazione di “Sebben che siamo donne. Resistenza al femminile in IV Zona Operativa, tra La Spezia e Lunigiana”
di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello
Mercoledì 8 Maggio ore 17,45
Circolo ARCI Zenzero di via Torti 35 a Genova
Il libro di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello “Sebben che siamo donne. Resistenza al femminile in IV Zona Operativa, tra La Spezia e Lunigiana” (edizioni Cinque Terre) verrà presentato mercoledì 8 maggio alle ore 17,45 a Genova al Circolo Arci Zenzero (via Torti, 35). Interverranno Massimo Bisca, Presidente dell’ANPI di Genova, e Arianna Cesarone, Presidente della Sezione Anpi di San Fruttuoso. Saranno presenti gli autori. L’iniziativa è organizzata dal Circolo Arci Zenzero, con il patrocinio del Comitato Provinciale Anpi di Genova.
L’intendimento del libro è quello di fornire un materiale organizzato, anche documentario, tramite il quale capire con la ragione e percepire sentimentalmente il fenomeno della Resistenza al femminile: moltissime donne, nate e cresciute sotto il fascismo, mai prima protagoniste, compirono dopo il 25 luglio e l’8 settembre 1943 scelte morali pesanti e drammatiche. Parteciparono agli scioperi operai, organizzarono proteste, diventarono staffette o partigiane in armi. Nelle campagne e nelle montagne si sviluppò la Resistenza civile delle donne, che furono curatrici e sostenitrici: senza il loro aiuto, variamente declinato fra silenzio, protezione, assistenza, il movimento partigiano non avrebbe potuto superare le traversie del durissimo inverno 1944-45.
Senza la pretesa di esaurire l’argomento “Donne e IV Zona Operativa”, il libro sicuramente costituisce una novità e un punto fermo: il nuovo sta nell’articolazione dei contenuti, nell’apparato di note, nell’ agevole accesso al materiale anche grazie all’indice analitico, nelle indicazioni bibliografiche, nell’ampia documentazione fotografica; il punto fermo è dato dal fatto che sono state raccolte- e oltre l’attuale fase storica sarebbe stato davvero impossibile- le ultime testimonianze delle protagoniste e/o di chi a stretto contatto con esse ha vissuto: 32 sono i ritratti delle donne partigiane, e un intero capitolo è dedicato alle donne delle campagne e delle montagne.
Tra le protagoniste del libro c’è Carmen Bisighin, genovese, partigiana combattente della Colonna Giustizia e Libertà, nonchè molte donne contadine sostenitrici della Brigata Coduri, che operò nel Tigullio.
“In un certo senso -scrivono Pagano e Mirabello- si è trattato di fare una corsa contro il tempo, per ‘fissare’ criticamente ma non freddamente un ‘altro’ tempo, senza il quale e senza l’affiorare in esso del protagonismo femminile non ci sarebbero state la Repubblica e la Costituzione. E’ un ‘altro’ tempo che ci parla ancora. Nella vita delle donne protagoniste del libro si intravede l’apertura di una breccia, il principio di un percorso di partecipazione: per tante di loro quei giorni furono ‘vissuti veramente da me’… Oggi che il percorso di emancipazione delle donne, così come il più generale percorso di emancipazione sociale, incontra grandi difficoltà, la concezione della Resistenza civile resta un potente strumento di trasformazione culturale: perché insegna che tutti e tutte, e quindi anche i più deboli, e in ogni occasione, possono fare qualcosa”.
Il libro di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello “Sebben che siamo donne. Resistenza al femminile in IV Zona Operativa, tra La Spezia e Lunigiana” ha suscitato interesse e partecipazione anche a Genova, dove è stato presentato al Circolo Arci Zenzero.
Nella Genova dove operò una SAP cittadina tutta femminile, intitolata ad Alice Noli, ed in cui una via della Val Bisagno è dedicata alle donne della Resistenza, Massimo Bisca, Presidente provinciale dell’Anpi di Genova, e Arianna Cesarone, Presidente della Sezione Anpi di San Fruttuoso, hanno ricordato la Resistenza al femminile, per molti anni taciuta tra timori e ritrosie delle donne e negazione del loro ruolo da parte della storiografia maschile. Eppure -hanno aggiunto- senza le donne, non solo le staffette e le partigiane in armi, ma anche le contadine sostenitrici e curatrici dei partigiani in montagna, la Resistenza non ce l’avrebbe mai potuta fare.
Giorgio Pagano ha letto brani di donne partigiane e resistenti protagoniste del libro, legate in particolare alla realtà di Genova, come la genovese Carmen Bisighin, partigiana di Giustizia e Libertà che, nominata Vicecommissario politico, fu degradata a magazziniere perché donna. Ma ci furono anche casi diversi, in cui la donna fu accettata nell’esercito partigiano nel nome dell’eguaglianza che prefigurava la desiderata società futura. Pagano si è soffermato anche sul ruolo delle donne contadine dell’Alta Val di Vara, sostenitrici e curatrici della Brigata Coduri, operante nella Zona operativa genovese. Molte di loro furono decisive nel far disertare una parte degli alpini della Divisione Monterosa in stanza a Riva Trigoso, che diventarono alleati dei partigiani.
Infine la risposta alla domanda: “Perché lo fecero?”. Furono mosse, ha detto Pagano citando Carmen Bisighin, da “un antifascismo istintuale” e dalla voglia di libertà, di prendere in mano la sorte delle proprie vite: “Ero una persona libera, e dunque antifascista”. E’ questa, ha concluso, la lezione perenne delle donne della Resistenza.
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