Presentazione di “Non come tutti” di Giorgio Pagano a Genova – Lunedì 3 novembre ore 17 Teatrino degli Zingari
Lunedì 3 novembre ore 17
Genova
Teatrino degli Zingari,via Mura degli Zingari 12 A rosso
adiacente alla Comunità di San Benedetto al Porto
Giorgio Pagano, già Sindaco della Spezia, è ora impegnato nella cooperazione internazionale -presiede le associazioni Januaforum e Funzionari senza Frontiere- e nella pianificazione strategica urbana; nonché, alla Spezia nel campo della cultura, come presidente dell’Associazione Culturale Mediterraneo, e dell’antifascismo, come co-presidente del Comitato Unitario della Resistenza. Al suo ruolo associativo e civico ha sempre accompagnato l’impegno nella sinistra. E alla sinistra italiana, e alla necessità della sua ricostruzione, ha dedicato il suo ultimo libro, “Non come tutti” (edizioni Cinque Terre), che sarà presentato, a cura del “Centro in Europa”, lunedì 3 novembre alle ore 17 a Genova, al Teatrino degli Zingari adiacente alla Comunità di San Benedetto al Porto. Interverranno Vannino Chiti, del Partito Democratico, Pippo Civati, del Partito Democratico, Ciccio Ferrara, di Sinistra Ecologia Libertà, e Massimo Scalia, docente all’Università La Sapienza e membro del Comitato Scientifico di Legambiente. Sarà presente l’autore.
La sinistra, sostiene Pagano, ha rinunciato a essere se stessa, per “essere come tutti”. Il libro è una polemica con un altro libro, quello di Francesco Piccolo dal titolo “Il desiderio di essere come tutti”, vincitore del Premio Strega 2014. La sinistra, scrive Pagano, “ha usato sempre di più le parole della destra, si è adattata alle sue idee, al suo modo di governare, ai suoi stili di vita”. Dal partito di Veltroni a quello di Renzi siamo arrivati a poco a poco, sostiene l’autore, al “partito centrale”, che unisce con valori e programmi molto simili destra e sinistra: neoliberismo, leaderismo, cinismo, devastazione dell’ambiente. Si è entrati così in una “emergenza democratica”, caratterizzata dalla crisi della democrazia rappresentativa e dal crescente astensionismo. La politica “rinasce se c’è un’alternativa, un conflitto tra destra e sinistra” e la democrazia “vive di lotte e conflitti, deperisce quando vige l’omologazione”. Oggi, secondo Pagano, il punto chiave è l’alternativa all’austerity, a cui il libro dedica molte pagine: “non è vero che non c’è un’alternativa, Non come tutti vuol dire esattamente questo”.
Il libro si sofferma sul “blocco sociale antiliberista” necessario per la ricostruzione di una sinistra del tutto nuova: “sei milioni di persone, senza l’articolo 18, non sarebbero più protette; otto milioni di persone, soprattutto giovani, sono senza lavoro, ma una terza parte non viene neppure toccata: sono i possessori di grandi ricchezze e di grandi rendite”, afferma Pagano, che così continua: “la sinistra nuova deve non solo difendere le conquiste del passato, ma anche battersi per un reddito per tutti, per diritti per tutti, contro l’avversario vero”, perché “la lotta non è tra chi lavora e chi no o tra vecchi e giovani, ma, in un’Italia sempre più diseguale, tra chi ha e chi non ha”.
Il libro elabora un programma di “riformismo radicale” che Pagano propone a tutta la sinistra, politica e sociale, con l’obbiettivo di dar vita a “un nuovo partito della sinistra”. Un nuovo partito che Pagano descrive come “una forza non minoritaria, non semplicemente ‘a sinistra del Pd’, ma portatrice di un punto di vista autonomo e di un disegno di società”, che potrà sorgere solo “da un’osmosi permanente tra politica e società”, dall’impegno di lista Tsipras, Sel, Prc, persone di sinistra che sono nel Pd e nel M5S, energie del mondo della cultura, associazioni, movimenti”. L’autore conclude così: “Serve un sussulto: tutte le persone di sinistra, dentro, fuori e oltre i partiti, devono impegnarsi per ricostruire la sinistra italiana”.
La presentazione del libro di Giorgio Pagano “Non come tutti”, organizzata dal Centro in Europa nel Teatrino degli Zingari della Comunità di San Benedetto al Porto, è stata l’occasione di un ricco confronto tra le diverse anime della sinistra italiana. Introdotti da Carlotta Gualco, direttore del Centro in Europa, sono intervenuti Vannino Chiti (Pd) Pippo Civati (Pd), Ciccio Ferrara (Sel) e Massimo Scalia (Legambiente). Numeroso il pubblico presente, con tanti militanti e dirigenti della sinistra politica e sociale, tra i quali l’europarlamentare Sergio Cofferati, il coordinatore regionale di Sel Angelo Chiaramonte, il segretario del Pd genovese Alessandro Terrile, il “padrone di casa” Domenico “Megu” Chionetti.
Nel libro di Pagano, ha detto la Gualco, “ci sono le coordinate dell’essere di sinistra oggi”, in particolare “i contenuti di un’alternativa all’austerity neoliberista”. Vannino Chiti ha parlato di “un bel libro politico”: Pagano ha ragione, ha detto, a polemizzare con il libro di Francesco Piccolo “Il desiderio di essere come tutti”, perché”non è vero che la sinistra non si è posta la questione del governo, se l’è posta, ma in modo subalterno”. Chiti ha condiviso molti punti dell’elaborazione valoriale e programmatica del libro, ma ha aggiunto: “non sono d’accordo con la scissione del Pd, per unire la sinistra serve prima una rilettura comune della fase, la ricostruzione di una progettualità comune”. Anche Pippo Civati ha elogiato l’impianto del libro, richiamando soprattutto la questione della “rappresentanza degli esclusi, dei più deboli, del mondo del lavoro”, e ha aggiunto: “la discussione sulla sinistra bisogna farla subito, perché non dobbiamo consegnarci all’indistinzione rispetto alla destra, il tempo sta scadendo”. Ciccio Ferrara ha condiviso, dell’analisi di Pagano, “l’idea di società”, mentre sul Pd ha detto: “le scissioni non si fanno sulla linea politica, il punto è la natura del soggetto, la mutazione del Pd in partito pigliatutto”. Intanto, ha continuato, “le forze di sinistra ovunque collocate diano vita a luoghi unitari di elaborazione e di proposta”. Massimo Scalia ha valorizzato, di “Non come tutti”, “l’elogio del conflitto” e la “centralità del concetto di persona”, e ha insistito sulla “necessità di non aspettare il confronto culturale” e di affrontare “il nodo della soggettività, cioè dell’incapacità e del necessario ricambio dei leader della sinistra”.
Infine l’autore. “In questi anni ho privilegiato l’impegno sociale e culturale dal basso, ma oggi -ha detto Pagano- sento l’assillo di ricostruire la sinistra politica, una sinistra popolare, in forte osmosi con il sociale, che risponda alla domanda di un popolo di sinistra che si sta ritrovando”. La tendenza, ha continuato, è al “partito unico articolato”, con “un unico schema valoriale e programmatico” e “un ceto politico interscambiabile”, come dimostrano le tante adesioni al Pd di personaggi di destra. Il disegno di Renzi è chiaro: “si sta prefigurando un nuovo assetto del Paese, fondato sulla precarizzazione, sull’abolizione dei contratti nazionali, sulla libertà di licenziamento, sull’aumento delle diseguaglianze sociali, sulla distruzione dello Stato sociale: un processo di americanizzazione delle relazioni sociali, sempre più improntate alla concorrenza e alla lotta per la sopravvivenza, che ci riporta negli anni ’50, se non prima ancora”. E’ vero, ha concluso Pagano, la “progettualità strategica ha bisogno di tempi lunghi, ma le classi subalterne e il Paese non aspettano. Gli operai genovesi che hanno invaso la città hanno detto al Tg3 che la prossima volta non andranno a votare. Abbiamo il dovere di dare, e presto, una risposta politica: una sinistra popolare e di governo, con un progetto di alternativa convincente e credibile all’austerity neoliberista”.
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