PRESENTAZIONE DI “MILANO CITTA’ APERTA. UNA NUOVA IDEA DI POLITICA” DI GIULIANO PISAPIA; PARTECIPA ANDREA ORLANDO Venerdì 27 novembre ore 17,30 Centro Allende
PRESENTAZIONE DI
“MILANO CITTA’ APERTA. UNA NUOVA IDEA DI POLITICA”
DI GIULIANO PISAPIA; PARTECIPA ANDREA ORLANDO
Venerdì 27 novembre ore 17,30 Centro Allende
Il libro di Giuliano Pisapia, Sindaco di Milano, racconta le profonde trasformazioni della città ed è quindi occasione di riflessione sul riformismo urbano oggi; ma è anche un viaggio lungo la vita dell’autore, ed è il racconto di una nuova politica possibile: una politica ragionata e non esibita, una politica che metta al centro l’interesse collettivo e non le carriere personali. Ne discuterà con l’autore Andrea Orlando, Ministro della Giustizia.
La presentazione del libro del Sindaco di Milano Giuliano Pisapia “Milano città aperta. Una nuova idea di politica”, organizzata dall’Associazione Culturale Mediterraneo, è stata l’occasione per una riflessione sia sui temi del governo delle città e del riformismo urbano sia sulle prospettive del centrosinistra e della sinistra. Sul primo punto Giorgio Pagano, Presidente di Mediterraneo, ha definito l’esperienza guidata da Pisapia come “l’esperienza più avanzata e riuscita di riformismo urbano in questi ultimi anni, che ha saputo tenere insieme innovazione e coesione sociale e sviluppare la partecipazione”. Il Sindaco di Milano ha raccontato il suo disegno: il governo dei cambiamenti economici, urbanistici e culturali, per una città sempre più caratterizzata dall’economia creativa, dalla cultura, dall’ecologia e dalla socialità. “A Milano prima comandavano i privati -ha detto Pisapia- noi abbiamo rovesciato questo schema, collaborando con i privati dentro regole fissate dal pubblico”. Il Ministro della Giustizia Andrea Orlando si è soffermato sui successi di Expo e sulle politiche milanesi per l’accoglienza agli immigrati e per la sicurezza, definendole “antitetiche a quelle del leghismo”. “Milano parla anche a noi -ha affermato Pagano- e ci invita a riprendere un progetto di trasformazione, ad affrontare il tema del waterfront e del recupero delle aree militari, la cui leva deve essere soprattutto la cultura creativa, l’economia creativa”. Milano, ha continuato, “ci spinge inoltre a riprendere il tema della partecipazione”. Pagano ha salutato gli ex Sindaci Sandro Bertagna e Aldo Giacchè, seduti in prima fila, e ha affermato: “bisogna tirare il filo d’Arianna che lega la ‘febbre del fare guidata da una visione e dalla ricerca costante della partecipazione popolare’ tipica delle esperienze precedenti di governo cittadino della sinistra alle nuove sensibilità che dimorano in città”. Orlando ha chiosato: “A Spezia la voglia di dimenticare da dove si viene rende difficile far capire dove si va”.
Sul secondo punto Pisapia ha espresso così la sua concezione: “Voglio credere ancora che il Pd non sia un organismo geneticamente modificato -anche se un anno fa ci credevo di più- perché il popolo del Pd è di centrosinistra e vuole l’unità del centrosinistra”. Con un’alleanza di centrosinistra, ha aggiunto, “Renzi sarebbe costretto a fare scelte diverse”. A Milano, ha concluso il Sindaco, “si gioca una partita importante: se l’esperienza di alleanza tra Pd, sinistra e civismo prosegue, allora il centrosinistra può ripartire in Italia”. Un candidato trasversale sinistra- destra segnerebbe invece la vittoria del “partito della nazione” e la scomparsa del centrosinistra. Pagano si è detto, rispetto a Pisapia, “più critico verso le forze politiche in campo”: “è vero, il ‘partito della nazione’ a Milano si può sconfiggere, ma nelle altre città che vanno al voto Pd e sinistra sono ormai divisi, e anche a Spezia la rottura consumata è profonda”. Ma soprattutto, ha aggiunto, il problema è che “il civismo e la partecipazione non stanno né con il Pd né con la sinistra, stanno andando verso il M5S o l’astensione: per me la priorità è rappresentare questo mondo, con coalizioni civiche, sociali e dei cittadini, come quelle di Madrid, di Barcellona, di Milano nel 2011… il futuro è nel meticciato, fuori e contro le vecchie idee di politica e i vecchi partiti”. Orlando ha invece difeso il Governo Renzi, “che non ha nulla a che fare con il conservatorismo e il berlusconismo, ma costituisce l’argine al populismo”, e ha proposto per il Pd “una prospettiva di centrosinistra, per la quale l’esperienza di Milano ha una portata generale, di esempio positivo di coniugazione tra riformismo e radicalità”. E’ per questo che “l’eterodossia di Pisapia può aiutare a ricostruire il centrosinistra”. Infine la partecipazione: è importante, ha detto Orlando, “ma i cittadini non bastano, serve la politica, il vero problema è che la politica è debole, conta sempre di meno e per questo allontana i cittadini”. Il confronto, come si vede, è stato a tutto campo: certo è, ha concluso Pagano, che “un’epoca è finita, e che bisogna confrontarsi ancora su quale epoca cominciare”.
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