Presentazione di “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi, Venerdì 22 novembre ore 17 al Palazzo Ducale di Massa
Presentazione di
“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi
Venerdì 22 novembre ore 17 al Palazzo Ducale di Massa
Massa, Palazzo Ducale – Sala della Resistenza
Il libro di Dino Grassi “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” sarà presentato a Massa venerdì 22 novembre alle ore 17, nella Sala della Resistenza di Palazzo Ducale.
Interverranno Massimo Michelucci della Sezione ANPI Massa, Nicola Del Vecchio, segretario provinciale della CGIL, Giorgio Pagano, curatore del volume, Sergio e Michele Finelli, familiari dell’autore.
L’iniziativa è a cura della Sezione ANPI di Massa, della Provincia di Massa Carrara, della CGIL di Massa Carrara e dell’Associazione Culturale Mediterraneo.
Dino Grassi (1926-1023) nacque a Massa da genitori entrambi massesi. La famiglia si trasferì a San Terenzo (La Spezia) nel 1932, dove il padre disoccupato trovò lavoro. L’intervento dei familiari contribuirà all’arricchimento della biografia di Grassi, la cui formazione è legata al contesto socio-culturale apuano.
Grassi è stato un operaio del Cantiere del Muggiano alla Spezia, per oltre dieci anni segretario della Commissione Interna. Fu poi consigliere regionale del PCI dal 1970 al 1980. In quella fase continuò a fare l’operaio.
Il libro è stato pubblicato da ETS edizioni nell’ambito della collana “Verba manent”, dedicata alle storie di donne e uomini testimoni del loro tempo, spesso impegnati a costruire un mondo più giusto e solidale.
La “memoria” annota la vita lavorativa di Grassi al Cantiere del Muggiano tra il 1940 e il 1980 del secolo scorso. Dai ricordi che mette su carta emerge l’esperienza di una persona, ma anche della comunità che lo accoglie, investita dai grandi eventi storici: il 25 luglio e l’8 settembre 1943; gli scioperi del 1944 e la Resistenza; la ricostruzione del paese e la rottura dell’unità sindacale; la restaurazione degli anni Cinquanta, la caduta del mito di Stalin, la progressiva riscossa operaia dai primi anni Sessanta, l’Autunno caldo e la successiva sconfitta. Alla Spezia, lungo il decennio che va dai primi anni Sessanta ai primi anni Settanta, fu epica la lotta per la salvezza del Cantiere del Muggiano.
La pubblicazione della “memoria” è stata curata da Giorgio Pagano, autore di un’intervista a Grassi e di una Postfazione che completano il libro.
In una fase di rimozione delle vicende del proletariato industriale, la “memoria” di Grassi, insieme all’intervista, ci invitano a indagare le storie di fabbrica e a recuperare la ricchezza politica e culturale allora prodotta, affinché non vada perduto un patrimonio che ancora ci può essere utile.
Il libro di Dino Grassi “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” è stato presentato a Massa, nella Sala della Resistenza di Palazzo Ducale, per iniziativa della Sezione ANPI di Massa, della Provincia di Massa Carrara, della CGIL di Massa Carrara e dell’Associazione Culturale Mediterraneo.
“Il libro andrebbe presentato e discusso nelle scuole – ha detto lo storico Massimo Michelucci – perché consente di capire una pagina importante del Novecento, quella delle lotte della classe operaia per la libertà – Grassi partecipò agli scioperi del 1944, che furono una scossa per la Resistenza – e per la dignità del lavoro, dal dopoguerra fino all’Autunno caldo del 1969”. Grassi simboleggia i caratteri di quella classe: “professionalità, orgoglio di saper fare, serietà, moralità, cultura” – ha aggiunto Michelucci – e soprattutto “un’onestà eccezionale”.
Per Umberto Faita, segretario provinciale della FIOM, “il filo rosso del libro è l’identità sociale e politica, l’appartenenza a una comunità”, che è ciò che oggi manca nella fabbrica, dove “le forze politiche non ci sono più” e “gli operai sono più soli”.
Sergio e Michele Finelli, parenti di Dino Grassi, hanno ricordato le sue origini massesi e raccontato alcuni episodi della sua vita: “era un operaio comunista che suonava il violino e leggeva in francese ‘Il trattato della tolleranza’ di Voltaire”.
Giorgio Pagano, storico e curatore del volume, si è soffermato sullo “stile di vita operaio” e la sua “forte connotazione morale”: “Grassi fu l’ultimo operaio del Cantiere Navale Muggiano a comprare il televisore, perché per principio non faceva lo straordinario… fu segretario della Commissione Interna dal 1953 al 1958 ma non volle essere rieletto perché aveva le mani bianche, non callose, e per questo non si sentiva più di rappresentare gli operai… tornò in produzione e fu rieletto dal 1964 al 1970, poi divenne consigliere regionale fino al 1980, ma continuò sempre a fare l’operaio”.
La lezione finale del libro è che “gli operai esistono e soffrono ancora”. Il lavoro, rispetto ad allora, si è frantumato: “ma il lavoro, ogni lavoro, cioè l’attività vitale di ogni uomo, ha ancora la connotazione di merce: ed è ciò che mette in relazione tra loro tutti i lavori e spinge alla loro unificazione, sindacale e politica”. “Voglio ringraziare Dino Grassi – ha concluso Pagano – perché grazie al libro, e alla campagna nata attorno al libro, abbiamo contribuito a sollevare una grande questione: la dignità e la libertà del lavoro oggi nel suo Cantiere, dove vige la moderna schiavitù degli operai bengalesi delle ditte d’appalto, oppressi e sfruttati”. La vita di Grassi ci insegna che “l’uomo può essere uno schiavo, ma ha sempre una potenza in sé: la capacità di liberarsi dal padrone”.
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