Presentazione di “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi, Martedì 3 settembre ore 21 Vezzano Ligure e Venerdì 6 settembre ore 21 a Framura
1 Settembre 2024 – 07:35

Presentazione di
“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista”
di Dino Grassi
Martedì 3 settembre ore 21 – Vezzano Alto – Sagrato della Chiesa
Venerdì 6 settembre ore 21 – Framura Località Costa – Piazza …

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Presentazione di “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi – Venerdì 19 Luglio ore 21 al Parco comunale di Bottagna

a cura di in data 15 Luglio 2024 – 22:56

Invito

Presentazione di
Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalistadi Dino Grassi
Venerdì 19 Luglio ore 21
Parco comunale di Bottagna

Il libro di Dino Grassi “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” sarà presentato venerdì 19 luglio alle ore 21 al Parco comunale di Bottagna (via Provinciale, Fornola – Vezzano Ligure)
Giorgio Pagano, curatore dell’opera, dialogherà con Sergio Olivieri, operaio, già deputato di Rifondazione Comunista.
L’iniziativa è organizzata dal PRC della Spezia e di Vezzano Ligure, nell’ambito di LiberaFesta 2024.

Dino Grassi (1926-2023) è stato un operaio del Cantiere del Muggiano alla Spezia, per oltre dieci anni segretario della Commissione Interna. Fu poi consigliere regionale del PCI dal 1970 al 1980. In quella fase continuò a fare l’operaio.
Il libro è stato pubblicato da ETS edizioni nell’ambito della collana “Verba manent”, dedicata alle storie di donne e uomini testimoni del loro tempo, spesso impegnati a costruire un mondo più giusto e solidale.
La “memoria” annota la vita lavorativa di Grassi al Cantiere del Muggiano tra il 1940 e il 1980 del secolo scorso. Dai ricordi che mette su carta emerge l’esperienza di una persona, ma anche della comunità che lo accoglie, investita dai grandi eventi storici: il 25 luglio e l’8 settembre 1943; gli scioperi del 1944 e la Resistenza; la ricostruzione del paese e la rottura dell’unità sindacale; la restaurazione degli anni Cinquanta, la caduta del mito di Stalin, la progressiva riscossa operaia dai primi anni Sessanta, l’Autunno caldo e la successiva sconfitta. Alla Spezia, lungo il decennio che va dai primi anni Sessanta ai primi anni Settanta, fu epica la lotta per la salvezza del Cantiere del Muggiano.
La pubblicazione della “memoria” è stata curata da Giorgio Pagano, autore di un’intervista a Grassi e di una Postfazione che completano il libro.
In una fase di rimozione delle vicende del proletariato industriale, la “memoria” di Grassi, insieme all’intervista, ci invitano a indagare le storie di fabbrica e a recuperare la ricchezza politica e culturale allora prodotta, affinché non vada perduto un patrimonio che ancora ci può essere utile.


Il libro di Dino Grassi “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” è stato presentato nel parco comunale di Bottagna nel corso di Liberafesta, la festa provinciale di Rifondazione Comunista, con un dialogo tra Sergio Olivieri, operaio, già parlamentare, e Giorgio Pagano, curatore del libro. Olivieri ha ricordato Grassi come “figura ieratica, di grande moralità”, e ha invitato le forze di sinistra a riflettere sul suo insegnamento: “gli operai esistono e soffrono ancora, la sinistra non ha alcun futuro se abbandona la rappresentanza del mondo del lavoro e l’ispirazione a una società socialista”.
Pagano ha ripercorso la vicenda umana e politica di Grassi e ha così concluso:
“Il libro di Grassi ci insegna che la sinistra deve porsi il tema della rappresentanza del lavoro. Facendo i conti con ‘il non voto di classe’. Anche l’astensionismo riflette infatti le diseguaglianze sociali: esprime la protesta dei perdenti e la disillusione di chi si sente abbandonato. La sinistra deve chiamare per nome gli avversari: le grandi concentrazioni di ricchezza, la grande rendita improduttiva, i grandi evasori, chi si arricchisce con il lavoro sottopagato o schiavo, il complesso militare-industriale.
Voglio ringraziare Dino Grassi perché grazie al suo libro, e alla campagna nata attorno al libro, abbiamo contribuito a sollevare una grande questione: la dignità e la libertà del lavoro oggi in Fincantieri, e più in generale nella cantieristica e nella nautica. Dino nel libro ricorda il 1932: ‘Poco dopo il “fischio” veniva snodandosi su per la salita che da Muggiano porta a Pozzuolo – e quindi Pugliola, Lerici, Sarzana, ecc. – un corteo di uomini lavati e riordinati negli abiti, a piedi molti, in bicicletta parecchi, che vociavano tra loro delle cose più diverse’. Oggi l’80% del valore di una nave è realizzato da ditte esterne. Tagliare i costi, lavoro al ribasso. Chi paga i conti è il lavoro vivo, in gran parte precario, in gran parte migrante. Sono bengalesi: non escono ‘lavati e riordinati’ come nel 1932. Non hanno docce e stipetti. Salgono puzzolenti sugli autobus, scansati da tutti. Vige il sistema della paga globale: tutto è conglobato in una paga oraria individualizzata contrattata tra il lavoratore e l’impresa appaltatrice. Un sistema retributivo illegale. O si affrontano questioni come queste o non c’è futuro per il sindacato, per la sinistra, per la democrazia. A Spezia lo si sta finalmente facendo, è il segno che ‘chi sta sotto’ può ricominciare a battersi e a sperare”.

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