Presentazione di “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi, Venerdì 29 novembre ore 16.30 a Pontremoli
24 Novembre 2024 – 21:44

Presentazione di
“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi
Venerdì 29 novembre ore 16.30
Pontremoli – Centro ricreativo comunale
Il libro di Dino Grassi “Io sono un operaio. Memoria di un maestro …

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Presentazione del secondo Volume di “Un mondo nuovo, una speranza appena nata” di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello. Lunedì 5 luglio ore 18 – La Spezia, Parco 25 Aprile, zona bar

a cura di in data 28 Giugno 2021 – 21:55

Lunedì 5 luglio alle ore 18 si terrà la prima presentazione “in presenza” -dopo quella on line del 19 febbraio scorso- del secondo Volume del libro di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello “Un mondo nuovo, una speranza appena nata. Gli anni Sessanta alla Spezia ed in provincia”, intitolato “Dalla Primavera di Praga all’Autunno Caldo”. Il secondo Volume contiene cinque Parti: Racconti. Luglio 1968-dicembre 1968; Racconti. 1969; Quel che resta di quegli anni; Immagini. Luglio 1968-dicembre 1972; Documenti.
La presentazione, organizzata dalla Cooperativa Lindbergh, si terrà nella zona bar del Parco 25 Aprile Interverranno Gianluca Solfaroli, storico e Vicepresidente dell’Associazione Culturale Mediterraneo, e Roberto Centi, docente e Consigliere regionale.
I testimoni che hanno collaborato al libro sono 341, a cui aggiungere i due autori.

“Caratteristica dell’opera -scrive lo storico Paolo Pezzino nella Prefazione- è lo spettro veramente impressionante degli argomenti trattati: non ci si limita infatti agli aspetti più evidenti delle lotte sindacali degli operai, del movimento degli studenti, dei rapidi mutamenti del mondo politico, ma si prendono in considerazione anche l’evoluzione del costume, della cultura artistica e musicale, dei quadri ideologici, delle pratiche religiose. I due Volumi sono poi corredati da importanti apparati: una cronologia internazionale e nazionale, oltre che locale, appendici documentarie, le schede biografiche dei testimoni, e le fotografie, che fanno parte a pieno titolo dell’interpretazione e della narrazione storiografica. In conclusione un’opera monumentale che restituisce alla Spezia, importante città industriale, il ruolo di primo piano che le spetta nel quadro dei sovvertimenti politico-sociali ed economici degli anni Sessanta”.
Il secondo Volume si sofferma sulla “grande occupazione” delle scuole del dicembre 1968, sulla lotta per il Cantiere Ansaldo Muggiano e le dimissioni, per contrastarne la chiusura, del Sindaco Ezio Musiani, nonché su tutti gli altri avvenimenti del biennio: dagli scontri davanti al Liceo Costa alla notte della Bussola, dall’occupazione della SNAM alle lotte dei metalmeccanici fino alla strage di piazza Fontana, offrendo un ritratto compiuto della vita politica, sociale e culturale di tutta la provincia e anche, per molti aspetti, delle province limitrofe.
Scrivono gli autori nel retro di copertina:
“Negli anni Sessanta prese corpo, fino all’esplosione nel 1968-1969, una ‘rivolta etica’: una lotta antiautoritaria contro autorità a cui non si riconosceva più legittimità. Una contestazione della grande razionalizzazione autoritaria che negava autonomia, autorealizzazione di sé e dignità alla persona umana: allo studente della scuola nozionistica e gerarchica, che ossificava la cultura, come all’operaio della fabbrica fordista, nella quale i calcoli ingegneristici applicati ai tempi di produzione si sposavano con un comando brutale affidato all’onnipotenza ed alla prepotenza dei capi.
Si trattò di un movimento complesso, che aveva alle origini una miscela di sentimenti e di politica, un intreccio tra l’affermarsi di una volontà di autogoverno della propria vita e lo sviluppo di un’azione collettiva ispirata ai valori della libertà, dell’eguaglianza e della fratellanza. Protagoniste furono anche le giovani donne: all’insegna, in questa fase, più dell’emancipazione e della parità che della liberazione e della differenza. E tuttavia anche tali caratteristiche segnavano, per l’ampiezza delle ragazze coinvolte (che, in un certo senso, stimolavano la generazione delle madri), qualcosa di veramente nuovo.
Nel libro si delineano i tratti, riguardanti la cultura -si pensi all’importanza del linguaggio della musica- ma anche gli stili di consumo ed i comportamenti di vita, della comunità giovanile protagonista della ‘rivolta’. ‘Dio è morto’ fu anche il manifesto di questa comunità e della frattura giovani-adulti che si verificò. Era emersa una generazione, per molti aspetti diversa dalla precedente e da essa distinta, insoddisfatta del presente ma anche delle proposte di cambiamento indicate sia dal centrosinistra che dalla ‘sinistra storica’.
Il tentativo di questa generazione di costituire una ‘soggettività politica’ subì uno scacco. Ma le sue pulsioni vitali hanno lasciato segni che ci riguardano ancora”.


Nella bella cornice del chiosco della Maggiolina nel parco 25 Aprile, gestito dalla cooperativa sociale Lindbergh, si è tenuta la prima presentazione “in presenza” del secondo Volume del libro di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello “Un mondo nuovo, una speranza appena nata. Gli anni Sessanta alla Spezia ed in provincia”, intitolato “Dalla Primavera di Praga all’Autunno Caldo”. Il luogo era negli anni Sessanta un dancing popolare, che ospitò le prime esibizioni dei complessi beat, la cui storia è raccontata nel primo Volume del libro: “il desiderio di cambiamento dei giovani, la loro volontà di essere ‘diversi’ rispetto al mondo degli adulti, si espresse in primo luogo attraverso la musica del tempo”, ha ricordato Pagano.
Il libro è stato presentato da Gianluca Solfaroli e da Roberto Centi. Solfaroli ha evidenziato l’originalità dello stile: ”l’io narrante associa alla sua impresa centinaia di testimoni, costruendo in questo modo un racconto coinvolgente”. E ha concordato sulla tesi di fondo: il Sessantotto come “insorgenza etico-politica” e “tensione umanistica” per il cambiamento ci parla ancora ed è “quel che resta di quegli anni”. Centi ha definito il libro “il racconto di una generazione che ha concepito un progetto di modifica delle condizioni di vita reali del Paese e non solo, con atteggiamento che è quanto di più lontano sia dall’individualismo sterile dell’oggi, sia dalla fenomenologia liquida dell’attuale società del web”. Quel progetto, ha aggiunto, fu sconfitto perché venne a mancare “il dialogo tra studenti e operai”, con l’effetto di avere due sinistre che non si incontrarono più, “quella operaista dei soli diritti sociali e quella liberal dei soli diritti personali”.
Giorgio Pagano si è soffermato sulle due “identità” molto intense che si formarono in quegli anni, quella giovanile e quella operaia, con forti tratti di somiglianza: “nelle occupazioni studentesche e nei cortei operai c’erano antiautoritarismo e lotta alle ingiustizie sociali, lotta morale per la dignità della persona, fratellanza, voglia di essere liberi e voglia di stare insieme”. Il contagio e l’influenza furono reciproci. Poi vinsero lo “stragismo e la strategia della tensione” e “l’ideologia della Trilateral contro la partecipazione”. Ma il Sessantotto degli inizi, libertario ed etico, fu sconfitto anche dai suoi stessi errori e da quelli delle forze politiche che avrebbero dovuto interpretarlo: “il ritorno alle vecchie dottrine ebbe come esito da un lato la spoliticizzazione nel privato, dall’altro la iper politicizzazione della una rivoluzione del partito armato”. Ma del Sessantotto degli inizi restano “tante pulsioni difficili da cancellare”, ha concluso Pagano: “l’attenzione alla scuola, alla cultura, alla creazione di un nuovo senso della vita; la consapevolezza che non basta la conquista del potere dall’alto, perché serve la liberazione della persona; la politica come nonviolenza”.
Maria Cristina Mirabello si è soffermata sull’”aspetto corale, collettivo, di vera e propria epopea di una città e di un territorio, che il libro presenta”. “Tante volte -ha affermato- ci si rende conto di che cosa sia un’opera, che pure abbiamo visto crescere e stratificarsi, e alla quale abbiamo attivamente partecipato, solo a posteriori. E io ho realizzato pienamente solo in questi giorni la caratteristica corale, che pure risaltava anche dalle tantissime carte esaminate in questi anni e dai tanti nomi presenti in esse. L’Indice generale dei due volumi, che Giorgio ed io stiamo approntando e che sarà pubblicato online -Indice che va al di là di quello ragguardevolissimo dei 343 testimoni già pubblicato nel Volume secondo- è la possibilità concreta di far scorrere sotto gli occhi del lettore una storia in cui trovano posto i personaggi illustri della politica, dell’arte e della cultura in generale ma anche centinaia e centinaia di donne e uomini che pure hanno operato o stanno ancora operando nel nostro territorio. E ciò recupera la memoria assicurando a chi rimarrebbe ‘innominato’ una traccia che non si perderà”.

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