Luciana Castellina a Sarzana
LUCIANA CASTELLINA A SARZANA
Lunedì 22 aprile ore 17 sala della Repubblica
Luciana Castellina, giornalista e scrittrice, ma soprattutto militante politica, iscritta al Pci nel 1947, partito da cui fu radiata nel 1969 quando contribuì a fondare Il Manifesto, sarà la protagonista della prossima iniziativa dell’Associazione Culturale Mediterraneo: la presentazione dei suoi due ultimi libri, “La scoperta del mondo” e “Siberiana”. L’incontro si terrà a Sarzana, nella sala della Repubblica, lunedì 22 aprile alle ore 17. A dialogare con la Castellina un altro protagonista della sinistra italiana: Andrea Ranieri, giornalista, già sindacalista e parlamentare.
“La scoperta del mondo” è il diario della iniziazione politica della Castellina, da quando giocava a tennis con la sua compagna di scuola Anna Maria Mussolini, figlia del Duce, a quando si iscrisse al Pci. I suoi viaggi, il suo lavoro, i suoi sogni sono una testimonianza preziosa di un pezzo di storia decisivo per la generazione postbellica. “Finché ci saranno vite e testimonianze come queste sulla scoperta del mondo, non sarà tutto buio attorno a noi”, ha scritto il regista Ettore Scola. Anche “Siberiana” è un diario: di un viaggio sulla Transiberiana, la linea ferroviaria più lunga del mondo, compiuto nel 2011, che intreccia memorie di cose viste in tanti soggiorni in Unione Sovietica con le emozioni e le scoperte dei deludenti mutamenti della nuova Russia. Una corposa indagine storica e di costume sulla Russia passata e presente, segnata dal “rovello che ti lascia una società difficile da capire”. E infatti, poi, “non si smette di cercare”.
Per informazioni sulle attività dell’Associazione visitare il sito www.associazioneculturalemediterraneo.com: è’ disponibile la documentazione (rassegna stampa, galleria fotografica, materiali consegnati) su tutte le precedenti iniziative.
Luciana Castellina, giornalista e scrittrice, dirigente del Pci e poi del Manifesto ha presentato, in un incontro svoltosi a Sarzana per iniziativa dell’Associazione Culturale Mediterraneo, i suoi due ultimi libri “La scoperta del mondo” e “Siberiana”. Ad introdurre l’autrice sono stati Giorgio Pagano, presidente dell’Associazione, e Andrea Ranieri, altra personalità “storica” della sinistra italiana.
Il primo libro è il diario della iniziazione politica della Castellina, dal 1943 al 1948. Anni cruciali per l’Italia, e per la sua crescita personale: l’educazione fascista ricevuta a scuola, l’antifascismo moderato della famiglia, la scoperta dei partigiani e della Resistenza, e poi, finita la guerra, l’adesione al Pci, così motivata: “Se oggi mi si chiede qual è stata la ragione essenziale della mia scelta comunista, rispondo banalmente che vi ho visto il modo di non guardare più al mio ombelico, e nel Pci lo strumento per guardare al mondo, per non sentirmi inutile di fronte alle ingiustizie. A me, innanzitutto, il Pci ha evitato di restare stupida, come sarei stata se non fossi uscita dal mio ghetto di provenienza, se non avessi avuto la possibilità di condividere con i miei compagni “diversi” la passione più bella: quella di cercare di cambiare il mondo”. Togliatti, ha detto la Castellina, “ebbe la straordinaria idea di dare consapevolezza alle masse popolari italiane, tradizionalmente anti-Stato”: ma per far questo “bisognava non adeguarsi al sistema”, “essere gradualisti ma legati all’Urss, cioè all’idea della rivoluzione”. Il Pci, però, “sbagliò a rompere troppo tardi con l’Urss”, una volta appurata l’incapacità del socialismo reale di coniugare eguaglianza e libertà. Berlinguer ruppe così tardi che sembrò voler dire: “il socialismo non si può più fare”. In Italia, ha continuato la Castellina, “le cose più belle le ha fatte il Pci, d’intesa con il Psi”: il suo scioglimento “fu un errore, perché improvvisato e fatto senza riflessione”. E ora? Che fare di fronte alla crisi drammatica della sinistra? Il Pci “fa certamente parte di un passato irripetibile”, ma vanno evitati lo scialo del passato, il nuovismo subalterno, l’abbandono di ogni vecchia parola e la scelta di parlare con le parole degli altri. Insomma, è sbagliato dire “liberiamoci delle culture del Novecento”. E rinunciare all’idea che “un altro mondo è possibile”.
“Siberiana” è un altro diario, di un viaggio sulla Transiberiana compiuto nel 2011: una descrizione vivace e curiosa della Russia odierna, con la memoria dell’Unione Sovietica. La nuova Russia, ha detto la Castellina, “cominciò con il bombardamento del Parlamento da parte di Eltsin” e “consentì il più grande furto della storia: il passaggio del patrimonio pubblico nelle mani private della nomenklatura”. Il liberismo ha provocato “aumento delle diseguaglianze sociali e corruzione dilagante”. La “nostalgia del passato” è forte, ha concluso la Castellina, perché deriva dalla “mancanza di identità del Paese”.
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Luciana Castellina a Sarzana – 22 aprile 2013
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