Lerici e Regione, l’urgenza della crisi climatica richiede l’abbandono di tutte le vecchie idee
Città della Spezia, 17 settembre 2020 – E’ stato appena presentato il rapporto “Analisi del rischio. I cambiamenti climatici in Italia”. E’ il primo studio del genere per il nostro Paese, che fornisce elementi scientifici ai governanti e a tutti coloro che devono prendere decisioni fondamentali per i prossimi decenni. Anche la Liguria sarà investita da ondate di calore, incendi, inondazioni, peggioramento della qualità dell’aria, mentre le coste saranno sempre più erose. Se vogliamo evitare tutto questo, dobbiamo dedicare ogni idea e ogni risorsa alla riduzione delle emissioni di CO2, provocate innanzitutto dal traffico automobilistico e dalle centrali a combustibile fossile. La campagna elettorale in corso, purtroppo, si è soffermata troppo poco su questi temi.
A Lerici, il Comune in cui voto, il Sindaco uscente Paoletti ha inserito nel suo programma un progetto di parcheggio interrato sotto la Rotonda Vassallo, nel cuore pedonale e verde della città. Paoletti ha fatto anche cose buone per Lerici e mi ha sempre dimostrato gentilezza e disponibilità, condivido la “vox populi” lericina: ha fatto meglio del Sindaco precedente. Ma questo progetto esprime una visione del tutto sbagliata del futuro di Lerici. Il futuro è quello della città “organismo vivente”, dove circolano meno auto, ci sono più trasporto pubblico, più navette dai parcheggi lontani dai centri, più zone pedonali e piste ciclabili, più alberi, più parchi, più negozi di quartiere, più servizi sociali e sanitari sul territorio… Il progetto non rispetta, inoltre, l’identità lericina. Guardate la foto in alto: è Lerici a inizio Novecento, prima del riempimento della metà degli anni Trenta e della costruzione della Rotonda. Responsabili il federale Emilio Biaggini e il senatore Giobatta Bibolini. Nella foto in basso vedete il cantiere della Rotonda: Lerici sta passando da autentico borgo ligure a cittadina priva di identità, almeno in questa zona. Con il parcheggio interrato sarebbe la fine. Già la nuova piazza di San Terenzo ha perso le caratteristiche di “marina del borgo”…
In Regione Liguria c’è un altro progetto, diverso ma anch’esso simbolo di una visione del tutto sbagliata: è quello dell’Enel, che va avanti nel suo disegno di una nuova centrale a gas situata nel cuore di un centro abitato, in mezzo alle case, in un territorio stretto tra mare e colline. Pensavamo di poterci liberare dai gravami ambientali causati dall’Enel a Spezia e ai Comuni confinanti, e invece… Eppure la Regione, per cui voteremo, potrebbe fermare tutto. Se la Regione annunciasse il suo diniego a rilasciare l’intesa al progetto dell’Enel, il Governo sarebbe costretto a tenerne conto: l’autorizzazione ministeriale sarebbe improcedibile. Mentre l’autorizzazione non potrebbe essere negata se la Regione si dichiarasse favorevole. La legge parla chiaro, così le sentenze della Corte Costituzionale. Ma Toti continua a sfuggire a questo nodo.
A chi dice “prima il lavoro” si deve rispondere che si può tutelare il sistema economico delle città in nome del bene supremo ambientale e della qualità della vita di tutti, che si possono creare tanti posti di lavoro con lo sviluppo socialmente ed ambientalmente sostenibile.
A Lerici i turisti saranno più numerosi se risaneremo le fognature e se la spiaggia della Venere tornerà bandiera blu, se la passeggiata a mare sarà sistemata, tenuta pulita e pedonalizzata, se il bellissimo “parco del Carpione” sarà valorizzato…
A Spezia, senza la centrale, potremo disporre della grande piana del levante urbano (non a caso il toponimo Pianagrande) di circa 73 ettari. In Liguria, ma anche altrove in Italia, non c’è un’altra area di tale estensione che sia al contempo vicina al porto e all’autostrada, mentre la rete ferroviaria dista poche centinaia di metri. Senza la centrale, potrà dare lavoro a centinaia di giovani -anche nel campo delle energie rinnovabili- e non a 30-40 persone, come propone l’Enel.
Il futuro si avvicina. L’urgenza della crisi climatica deve portare a una “rivoluzione” e all’abbandono di tutte le vecchie idee. Ha detto Papa Francesco nei giorni scorsi: “All’inizio non comprendevo nemmeno io i temi dell’ambiente e del clima. Poi, quando mi sono messo a studiare ho preso coscienza, ho tolto il velo. Penso sia giusto lasciare a tutti il tempo di capire. Nello stesso tempo però bisogna anche fare in fretta a cambiare i nostri paradigmi, se vogliamo avere un futuro”.
Giorgio Pagano
Presidente dell’Associazione Culturale Mediterraneo
Popularity: 8%