“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi – Presentazione a San Terenzo, sabato 28 ottobre ore 16
““Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista””
di Dino Grassi
Presentazione a San Terenzo sabato 28 ottobre ore 16.00
(sala Itala Mela, locali parrocchiali, viale della Vittoria 4
Il libro di Dino Grassi “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” sarà presentato sabato 28 ottobre alle ore 16 a San Terenzo (sala Itala Mela, locali parrocchiali, viale della Vittoria 4) nell’ambito della Rassegna letteraria 2023 organizzata dalla Coop. 1° maggio.
Dopo i saluti degli organizzatori interverrà il giornalista e studioso di storia locale Riccardo Bonvicini, che dialogherà con Giorgio Pagano, curatore dell’opera.
Dino Grassi (1926-2023) è stato un operaio del Cantiere del Muggiano alla Spezia, per oltre dieci anni segretario della Commissione Interna. Fu poi consigliere regionale del PCI, assessore comunale a Sarzana e assessore provinciale. Nato a Massa, si trasferì subito con la famiglia a Pozzuolo di Lerici e trascorse l’adolescenza e la gioventù a San Terenzo (località Valle).
Il libro è stato pubblicato da ETS edizioni nell’ambito della collana “Verba manent”, dedicata alle storie di donne e uomini testimoni del loro tempo, spesso impegnati a costruire un mondo più giusto e solidale.
La “memoria” annota la vita lavorativa di Grassi al Cantiere del Muggiano tra il 1940 e il 1980 del secolo scorso. Dai ricordi che mette su carta emerge l’esperienza di una persona, ma anche della comunità che lo accoglie, investita dai grandi eventi storici: il 25 luglio e l’8 settembre 1943; gli scioperi del 1944 e la Resistenza; la ricostruzione del paese e la rottura dell’unità sindacale; la restaurazione degli anni Cinquanta, la caduta del mito di Stalin, la progressiva riscossa operaia dai primi anni Sessanta, l’Autunno caldo e la successiva sconfitta. Alla Spezia, lungo il decennio che va dai primi anni Sessanta ai primi anni Settanta, fu epica la lotta per la salvezza del Cantiere del Muggiano.
La pubblicazione della “memoria” è stata curata da Giorgio Pagano, autore di un’intervista a Grassi e di una Postfazione che completano il libro.
In una fase di rimozione delle vicende del proletariato industriale, la “memoria” di Grassi, insieme all’intervista, ci invitano a indagare le storie di fabbrica e a recuperare la ricchezza politica e culturale allora prodotta, affinché non vada perduto un patrimonio che ancora ci può essere utile.
“Emozione” è stata la parola più ascoltata sabato a San Terenzo, durante la presentazione del libro di Dino Grassi “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista”, presentato dal giornalista e studioso di storia locale Riccardo Bonvicini e da Giorgio Pagano, curatore dell’opera. L’emozione provata leggendo il libro da Bonvicini e da Settimo Scatena, entrambi figli di lavoratori del Cantiere Muggiano, di cui Grassi fu “capo” amato e stimato per molti decenni, e vicini di casa di Grassi a San Terenzo. L’emozione dei lavoratori del Muggiano presenti. Domenico Francesconi ha detto: “Sono entrato in Cantiere nel 1954, Dino ci ha presi per mano. Eravamo quattro ragazzi, non sapevamo niente. Ci ha insegnato a vivere, a diventare bravi lavoratori e bravi militanti della FIOM. Al Muggiano c’era la biblioteca, lui mi ha fatto leggere tanti libri, ‘Cristo si è fermato a Eboli’. ‘L’Agnese va a morire’, fino a Dostoevskij. Avevamo tempo di leggere perché eravamo confinati nel reparto 21, quello dei comunisti discriminati, che non potevano far carriera”. Altri hanno raccontato come Grassi fosse stimato da ingegneri, impiegati, lavoratori di ogni tendenza politica.
Bonvicini ha detto che “il libro mi ha fatto entrare in Cantiere: il protagonista non è solo Dino Grassi, è il lavoro, sono i vari e le navi, è la lotta per la dignità del lavoro”.
Pagano si è soffermato, in particolare, sull’intreccio di grande interesse tra l’amore di Dino per il lavoro “buono” e la sua lotta contro il lavoro “cattivo”:
“La Memoria traccia la rotta di una vita fin dalle prime righe: raccontare ‘un vissuto di uomini che, trovata la forza di sbarazzarsi del loro ruolo di sudditi e cose’ rivendicano ‘quello di cittadini’ e di produttori, per i quali il lavoro è uno strumento di autorealizzazione della persona.
Dino Grassi ha sempre svolto con passione il lavoro buono e ha sempre lottato contro quello cattivo.
Verso il lavoro buono Dino usa i termini ‘spettacolo’, ‘ammirazione’, ‘seduzione’: per gli operai che corrono verso gli spogliatoi, per la maestosità delle forme delle navi, per i vari, per le macchine della ‘Segheria’, per gli idrovolanti… Ma Dino combatte tutto ciò che sfrutta e opprime il lavoro. Quello che colpisce di più è forse la lotta per la salute in fabbrica, nella quale i lavoratori del Muggiano furono davvero all’avanguardia”.
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