Presentazione di “Un mondo nuovo, una speranza appena nata. Gli anni Sessanta alla Spezia ed in provincia” di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello – Giovedì 19 dicembre 2024 ore 17 a Porto Venere – Ristorante La Marina Calata Doria
15 Dicembre 2024 – 19:29

Presentazione di
“Un mondo nuovo, una speranza appena nata. Gli anni Sessanta alla Spezia ed in provincia”
di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello
Giovedì 19 dicembre 2024 ore 17
Porto Venere – Ristorante La Marina Calata Doria
I due …

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“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi – Presentazione a Carrara, venerdì 17 novembre e a Pitelli, sabato 18 novembre

a cura di in data 14 Novembre 2023 – 22:17

Invito

“Io sono un operaio.
Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista”

di Dino Grassi
Presentazione
* Venerdì 17 novembre ore 18 a Carrara
Circolo ARCI Blanca Teatro, via Carriona 70
*
Sabato 18 novembre ore 17.30 a Pitelli
Circolo ARCI, piazza IV novembre 4

Il libro di Dino Grassi “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” sarà presentato venerdì 17 novembre alle ore 18 a Carrara, al circolo ARCI del Blanca Teatro (via Carriona 70) e sabato 18 novembre alle 17,30 a Pitelli, al circolo ARCI (piazza IV novembre 4).
A Carrara interverranno, con il curatore del libro Giorgio Pagano, Alessio Giannanti di Archivi della Resistenza, Marcello Palagi di Ecoapuano, Sergio Olivieri, operaio, già parlamentare, e Nicola Del Vecchio, segretario generale della CGIL di Massa Carrara. La presentazione fa parte della rassegna “Animali sociali”. A Pitelli, dopo i saluti di Johnny Mora del circolo ARCI Pitelli e di Cesare Bonaldi della sezione ANPI Pitelli, Giorgio Pagano dialogherà con Marzio Artiaco, della segreteria FIOM della Spezia. La presentazione è organizzata dal circolo ARCI Pitelli, dalla sezione ANPI Pitelli e dall’Associazione Culturale Mediterraneo.

Dino Grassi (1926-2023) è stato un operaio del Cantiere del Muggiano alla Spezia, per oltre dieci anni segretario della Commissione Interna. Fu poi consigliere regionale del PCI, assessore comunale a Sarzana e assessore provinciale. Nato a Massa, si trasferì subito con la famiglia a Pozzuolo di Lerici e trascorse l’adolescenza e la gioventù a San Terenzo. Pitelli era allora punto di aggregazione culturale e politico per i giovani e i lavoratori del levante spezzino e non solo, ed è protagonista del libro.

“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” è stato pubblicato da ETS edizioni nell’ambito della collana “Verba manent”, dedicata alle storie di donne e uomini testimoni del loro tempo, spesso impegnati a costruire un mondo più giusto e solidale.
La “memoria” annota la vita lavorativa di Grassi al Cantiere del Muggiano tra il 1940 e il 1980 del secolo scorso. Dai ricordi che mette su carta emerge l’esperienza di una persona, ma anche della comunità che lo accoglie, investita dai grandi eventi storici: il 25 luglio e l’8 settembre 1943; gli scioperi del 1944 e la Resistenza; la ricostruzione del paese e la rottura dell’unità sindacale; la restaurazione degli anni Cinquanta, la caduta del mito di Stalin, la progressiva riscossa operaia dai primi anni Sessanta, l’Autunno caldo e la successiva sconfitta. Alla Spezia, lungo il decennio che va dai primi anni Sessanta ai primi anni Settanta, fu epica la lotta per la salvezza del Cantiere del Muggiano.
La pubblicazione della “memoria” è stata curata da Giorgio Pagano, autore di un’intervista a Grassi e di una Postfazione che completano il libro.
In una fase di rimozione delle vicende del proletariato industriale, la “memoria” di Grassi, insieme all’intervista, ci invitano a indagare le storie di fabbrica e a recuperare la ricchezza politica e culturale allora prodotta, affinché non vada perduto un patrimonio che ancora ci può essere utile.


Interesse anche a Carrara per Il libro di Dino Grassi “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista”, presentato al circolo ARCI del Blanca Teatro, nell’ambito della rassegna “Animali sociali”.
Sono intervenuti il curatore del libro Giorgio Pagano, Alessio Giannanti di Archivi della Resistenza, Sergio Olivieri, operaio, già parlamentare, e Nicola Del Vecchio, segretario generale della CGIL di Massa Carrara.
Dino Grassi (1926-2023) è stato un operaio del Cantiere del Muggiano alla Spezia, per oltre dieci anni segretario della Commissione Interna. Fu poi consigliere regionale del PCI, assessore comunale a Sarzana e assessore provinciale.
Per Giannanti il libro di Grassi “non è un libro di storia locale ma una parabola sul mondo del lavoro oggi”.
Tesi condivisa da Nicola Del Vecchio: “un libro bello, appassionante, che ci accompagna lungo tutte le vicende del Paese dal 1940 al 1980, con riflessioni anche sull’oggi”. E’ “la storia di un vinto che ci lascia una grande eredità: battersi contro le ingiustizie, una altissima moralità, un pudore quasi monastico che colpisce guardando la politica come è oggi”. “Nel giorno del successo dello sciopero generale – ha concluso il segretario della CGIL – possiamo dire che serve una nuova prospettiva, per la quale i valori di Grassi vanno recuperati”, in un mondo in cui “è decisiva la pratica quotidiana di ciascuno di noi”
Sergio Olivieri ha tratteggiato la figura di Grassi: “un protagonista della resistenza operaia nei bui anni Cinquanta, che prepara la riscossa degli anni Sessanta, fino al Sessantotto e all’incontro-scontro con una nuova generazione”. Anche Olivieri ha insistito sulla moralità di Grassi: “era una figura ieratica”, ha detto. E ha concluso sulla comune esperienza in Rifondazione Comunista: “Dino non stava bene nel nuovo partito, il suo mondo politico era quello del PCI”.
Per Giorgio Pagano il libro di Grassi ci insegna che “la storia non è finita”: “gli operai e i lavoratori esistono sempre, lui dice, anche se le loro coscienze sono cambiate, così come la fabbrica”. Oggi nel cantiere Muggiano “i dipendenti diretti sono una minoranza, gran parte della nave è realizzata da ditte di appalto esterne, che sfruttano i lavoratori stranieri.” “Dino Grassi – ha concluso – farebbe oggi quello che ha fatto per tutta la vita: partire dai bisogni dei lavoratori, istruirli, organizzarli, creare le RSU nelle ditte di appalto, occuparsi della casa e della sanità, oltre le mura della fabbrica. In questo modo si può creare una comunità di lotta, che sfidi l’ordine esistente”.


Grande partecipazione a Pitelli per la presentazione del libro di Dino Grassi “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista”. Il libro è stato presentato al circolo ARCI per iniziativa del circolo, della sezione ANPI e dell’Associazione Culturale Mediterraneo.
Il paese si è ritrovato a omaggiare un ansaldino del Muggiano, conosciutissimo da tanti suoi compagni di lavoro, di partito o di sindacato.
Dopo l’introduzione di Cesare Bonaldi, presidente della sezione Anpi e lavoratore del Muggiano in pensione, che ha descritto Grassi Come “uomo umano, popolare, che godeva della fiducia generale ed era un punto di riferimento per tutti”, e di Jonny Mora, presidente del circolo ARCI, che ha ricordato il tempo in cui “i partiti portavano nelle istituzioni i rappresentanti dei lavoratori”, è stata una gara a prendere la parola per ricordare la figura di Grassi.
C’è chi ha ricordato il rispetto che avevano per Grassi anche i suoi irriducibili avversari politici, come il missino Plinio in Regione: “uomini così non ne vedremo più”. Guido Cirillo, dirigente della CISL, ha ricordato il ruolo di Grassi “per l’unità sindacale, per evitare le contrapposizioni tra lavoratori, sulla base dei bisogni concreti dei lavoratori”. Per “Gipo” Sommovigo “il libro di Dino mi ha fatto conoscere mio padre”, presente nel racconto della grande manifestazione operaia del 27 luglio 1943 a Pitelli.
Mara Biso ha letto alcune pagine del libro. Marzio Artiaco, della segreteria FIOM, si è soffermato su come è cambiato il Muggiano, sulla diminuzione degli occupati diretti e sull’aumento di quelli indiretti, stranieri sfruttati dalle ditte di appalto: “Dino ci insegna a fare come lui: istruire e organizzare i lavoratori, partire sempre dai loro bisogni concreti”.
Questa la conclusione di Giorgio Pagano:
“Oggi possiamo dire che rimane, di questa bellissima storia, innanzitutto un modo di vivere: modesto e probo. Un modo di concepire la vita: come cammino non solo individuale ma collettivo, con gli altri e per gli altri. Un’idea compiuta di moralità. E’ partendo da qui che si possono creare nuove comunità di lotta: l’ordine delle cose si può sfidare, la storia non è finita”.

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